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MOVIMENTO LIBERO INIZIATIVA SOCIALE 

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Sezze, grandi scandali: facciamo il punto

19 aprile 2016

“Movimento libero Iniziativa sociale ha da anni incentrato la propria azione sulle “grandi opere” che interessano il Comune di Sezze. Proprio in questi giorni si è tornato a parlare di alcune di queste, in alcuni casi distorcendo la realtà dei fatti. Prima di entrare nel merito della questione ci preme sottolineare e ricordare che nei cassetti della Presidenza della Regione Lazio giacciono, sistematicamente inevase, diverse interrogazioni ed interpellanze, fatte da noi presentare tramite alcuni consiglieri regionali di opposizione, incentrate sulla cosiddetta “Nuova 156”, su quello che da noi è stato definito “Ecomostro-Anfiteatro” e sui lavori che interessano il nuovo depuratore”. Vanno dritti al punto i responsabili del Movimento Libero Iniziativa Sociale, Luigi Gioacchini e Lanfranco Coluzzi, che tornano a parlare delle innumerevoli battaglie compiute in questi anni: “Siccome si sta facendo confusione su queste particolari e delicate problematiche, riteniamo volutamente, è doveroso da parte del MLIS intervenire per fare chiarezza. 

Per quanto riguarda la SR156, tredici chilometri di strada nei quali sono stati finora bruciati 110 milioni di euro con il solo risultato di andarsi ad infilare in un budello, si sta determinando quel disastro ambientale che avevamo preventivato e denunciato. La documentazione fotografica che abbiamo fatto circolare in rete è molto esplicativa. Non contenti di un assurdo percorso che sovrasta le falde acquifere che interessano quell’area, nel tentativo mal riuscito di tirarsi fuori dal budello di cui sopra, stretto fra ferrovia Roma – Napoli, Lago Mole Muti e canali vari, su cui sono state depositate colate e colate di cemento anche in profondità, si è testardamente e irresponsabilmente proseguito nel disastro abbattendo il fianco del monte delle Quartara, dove nascono le Sorgenti delle Sardellane e sono posizionati diversi pozzi che forniscono acqua a gran parte della Pianura Pontina. La documentazione fotografica è chiarissima: si osserva il fianco della montagna completamente sventrato in profondità, che mostra diverse aperture carsiche. Dalla Regione non arrivano risposte, in particolare su eventuali pareri preventivi di carattere geologico ed ambientale. Appare incredibile che di fronte ad una situazione così grave nessuno stia intervenendo, a partire dalle autorità istituzionali preposte ai controlli per finire al Comune di Sezze. D’altronde, a tal proposito, cosa ci si può attendere da un sindaco, Andrea Campoli, che di fronte ad un altro disastro ambientale, ci riferiamo a quello dell’Ecomostro – Anfiteatro, dopo aver fatto nulla per impedirlo, di fronte alla richiesta di restituzione dei fondi, utilizzati dal Comune di Sezze ed elargiti dalla Comunità Europea, non ha niente di meglio da dire che a pagare non dovranno essere i cittadini? E ci mancasse pure! Mazzate e corna, dicono a Sezze. 

A pagare debbono essere tutti i responsabili del disastro, che vanno citati in giudizio per i danni arrecati: politici, tecnici, funzionari. La realtà è che nonostante le nostre denunce, puntualmente presentate dall’inizio della vicenda, quando l’attuale sindaco era consigliere provinciale e l’area, in quel periodo, era di proprietà della Provincia, e portate avanti nel corso degli anni con il supporto di consiglieri regionali che hanno sposato la nostra causa, il disastro è proseguito senza che nessuno le raccogliesse. In ogni caso la nostra caparbietà ha fatto si che intervenisse almeno la Comunità Europea e Campoli non tenti di fare il furbo chiamandosi fuori insieme a tutti i corresponsabili. Grazie all’impegno del MLIS oggi, finalmente, si torna a parlare anche del nuovo depuratore in fase di realizzazione, ma con lavori fermi da tempo. Veramente il problema è legato semplicemente ad una questione di fondi non elargiti? La richiesta di accesso agli atti fatta presentare in Regione dal consigliere Fabrizio Santori, a breve sarà evasa e staremo a vedere come realmente stanno le cose. Perché, soprattutto, non dimentichiamolo, anche in questo caso si è sventrata la dorsale di una montagna a rischio frane, zona rossa dove non dovrebbero essere posizionati collettori, ad alto interesse archeologico e paleontologico. Anche per questa delicata questione, come per le altre, c’è stato il solo interesse di Movimento libero Iniziativa sociale, nel silenzio generale e complice”.


Dondi, perché l'Amministrazione Comunale persiste nell'equivoco?

5 aprile 2016

Movimento libero Iniziativa sociale ritiene opportuno, dopo attenta valutazione di quanto sta accadendo, alla luce anche dell’assenza di una chiara presa di posizione da parte dell’Amministrazione comunale di Sezze, intervenire nel merito delle migliaia di bollette inviate, tramite privati, ad altrettanti utenti del servizio idrico-fognario, dalla Costruzioni Dondi spa, società che lo ha gestito dal 1993 al luglio 2014, quando esso è stato affidato ad un ennesimo gestore, cioè Acqualatina. C’è da chiarire innanzitutto che non si tratta di cifre "irrisorie". Se è vero che in alcuni casi le somme sono di piccola entità, in tantissimi altri le fatture ammontano a centinaia di euro. Comunque, nel totale, la Dondi incasserebbe tramite questo "prelievo" una quantità di euro certamente ragguardevole. Potremmo entrare in una facile contestazione sollevando questioni ormai arcinote. Potremmo tornare a contestare il fatto che per anni i sezzesi hanno pagato servizi che non sono stati forniti, a cominciare da quello riferito alla depurazione. Che da sempre sono costretti ad acquistare acqua minerale in quantità industriale, non essendo certamente invitante quella che esce dal rubinetto. Che tantissime zone del territorio comunale ancora non sono dotate di sistema fognario. Che la stessa Dondi è inadempiente nei confronti dei cittadini, non avendo in tanti punti rispettato quelli che erano gli obblighi contrattuali, in riferimento in particolare al rifacimento delle reti idrica e fognaria. Che nonostante tutto questo il gestore ha continuato ad incassare regolarmente come se nulla fosse. Che ha applicato regolarmente more, quando la lettura non è mai stata sistematicamente effettuata ed i bollettini sono spesso stati recapitati fuori tempo, cioè già scaduti. Che la lettura non periodica ha gonfiato i costi in quanto in tanti casi si è passati da fasce di consumo più basso a fasce di maggiore costo. Che non ha mai provveduto a notificare il conguaglio annuale, utilizzando sempre sulle bollette la frase "salvo conguaglio". E potremmo continuare, a cominciare dal fatto che è quantomeno anomalo che, a distanza di due anni dalla chiusura del rapporto con questa città, continui ad inviare fatture come se nulla fosse. Ma, stando così le cose, quello che costituisce scandalo e che va pubblicamente censurato e denunciato, è l’atteggiamento pilatesco, se non complice, dell’Amministrazione comunale, dal sindaco Andrea Campoli, passando per gli assessori e per finire a tutti i consiglieri comunali, di maggioranza e di pseudo opposizione. Nessuno di costoro ha tenuto conto del fatto che questi soprusi stanno avvenendo anche in forma di intimidazione, tramite l’azione di uno studio legale che ha inviato con le bollette veri e propri atti di diffida, che in svariati casi dovrebbero essere pagati dallo stesso utente. E l’Amministrazione se ne lava le mani assumendo posizioni debolissime e consentendo, perfino, che si invitino gli amministrati-utenti a rivolgersi per informazioni ad un indirizzo e-mail oltraggioso, definito morosisezze@hotmail.com. Una sorta di autodenuncia. Gli amministratori devono far sapere ai cittadini che cosa li trattenga ad intervenire in maniera forte e chiara rivolgendosi, tramite i propri legali, a chi di competenza, cioè all’autorità giudiziaria, per chiedere la sospensione di queste discutibilissime fatture. Alla luce anche dell’ormai famigerato lodo Dondi-Comune di Sezze, che vede in ballo un paio di milioni di euro che l’ente locale dovrebbe incassare dalla spa di Rovigo, le somme che la Dondi pretende dai cittadini potrebbero essere congelate. Perché il Comune non si attiva in questo senso? Perché il sindaco Campoli continua a permettere che i sezzesi continuino a prendere schiaffi impunemente?


A Sezze acqua bene comune... per due gestori

15 marzo 2016

Le dichiarazioni del sindaco di Sezze Andrea Campoli nel merito delle bollette fatte recapitare dalla Dondi spa ai cittadini in questi giorni, sono debolissime e sembrano, piuttosto, un tentativo di ridimensionamento della gravità di una situazione assurda e unica. Perché sfidiamo Campoli a trovare, fra tutti i comuni d’Italia, un altro dove, come sta succedendo a Sezze,  i cittadini si trovino a far fronte contemporaneamente a due gestori, uno più esoso e prepotente dell’altro. 

Premesso che, come abbiamo da sempre sostenuto, la ricchezza di acque del nostro territorio, con una classe politica veramente interessata al bene comune, avrebbe fatto di questa risorsa un tesoro per i cittadini, tramite una gestione che avrebbe potuto consentire costi minimi per gli utenti, si può credere agli sproloqui di chi ha consegnato questo tesoro nelle mani di privati, siano essi Dondi o Acqualatina? 

Dopo le tante chiacchiere degli ultimi mesi, dopo i noti problemi ancora irrisolti con il nuovo gestore, ecco arrivare nuove fatture firmate dalla ditta di Rovigo, accompagnate dalla lettera intimidatoria di un legale incaricato dalla Dondi, che fissa, con criteri personalissimi, somme e termini di scadenza per il loro pagamento. Non solo, perché coloro che stanno ricevendo questi atti si vedono recapitare due bollettini, uno in favore dell’ex gestore e l’altro del suo avvocato di fiducia. 

I sezzesi, insomma, dovrebbero anche pagare l’avvocato che la Dondi si è scelto.  Ed indovinate a quale indirizzo ci si dovrebbe rivolgere per eventuali informazioni: una e-mail dalla chiara intestazione morosisezze@hotmail.com. Se non è questa una presa per i fondelli, se non è un’offesa, per i cittadini di Sezze, come definirla? Ma in che cosa consisterebbe la tanto strombazzata vittoria del Comune di Sezze nei confronti della Dondi, quale sarebbe lo storico ed epocale passaggio? 

L’unico dato evidente è che la situazione è chiaramente peggiorata. L’utente, non difeso in alcun modo dalla amministrazione, si trova a prendere schiaffi da una parte da Acqualatina, dall’altra dalla Dondi. Allora veramente avevamo ragione quando ci trovavamo a sostenere di stare assistendo ad un teatrino con tre protagonisti, Comune e gestori, vecchio e nuovo   La Dondi continua ad essere drammaticamente presente insieme ad Acqualatina, palestra nella quale si stanno esercitando, a livello provinciale, politici di tutti gli schieramenti, dal PD a Forza Italia. 

Perché il piatto è molto ricco. A questo punto le dissertazioni ed i voli pindarici sulle quote di Veolia o su Acea appaiono pretestuosi. Gli interessi sono ben altri. Nel frattempo Campoli come intende tutelare gli utenti, che si vedono arrivare bollette anche dalla ditta di Rovigo, ben oltre quel 21 luglio 2014 in cui cessò la gestione?


A scoppio ritardato sull'Ecomostro

23 novembre 2015

La stampa locale ha dato notizia di un intervento paradossale del consigliere comunale Roberto Reginaldi, approdato in Forza Nuova dopo essere stato eletto nella lista API di Francesco Rutelli, che sosteneva la candidatura del sindaco del PD Andrea Campoli, alla fine, temporanea, di una trasmigrazione che lo ha visto passare attraverso AN, Forza Italia e MD, lista che a suo tempo appoggiò la candidatura a sindaco di Titta Giorgi, noto esponente della sinistra. Intervento paradossale, dicevamo, perché relativo ad una sua interrogazione incentrata sulla questione Anfiteatro. Una questione, cioè, che vede MLIS impegnato da anni, da quando la struttura progettata dal Piacentini ancora non veniva abbattuta. 

Quindi da prima del 2004. C’è da dire che dal punto di vista amministrativo e da quello legale-giudiziario la vicenda è stata da MLIS sviscerata in tutte le sue sfaccettature ed è ben nota, essendosene interessati anche i più importanti media nazionali, dalla RAI a La 7, passando per Mediaset. Amministrativamente può dirsi conclusa con la richiesta da parte della Commissione Europea delle somme elargite in favore del Comune di Sezze. A seguito della nostra azione, grazie anche al contributo dei consiglieri regionali radicali Rossodivita e Berardo e del consigliere indipendente Fabrizio Santori, è stato accertato che la realizzazione di un ecomostro al posto dell’originario Anfiteatro è fuori dalle regole. 

Il Comune di Sezze, insomma, si trova nella sola condizione di dover restituire i soldi. Dal punto di vista legale e giudiziario, ancora sono pendenti presso la Procura della Repubblica di Roma gli esposti-denuncia presentati dai consiglieri radicali. Tutto questo è avvenuto nell’arco di più di 10 anni, durante i quali in consiglio comunale nessuno si è levato contro lo scempio perpetrato. Tantomeno qualcuno ha tenuto conto delle battaglie che MLIS portava avanti sul territorio ed in consiglio regionale. Il consigliere Roberto Reginaldi in questo lasso di tempo sedeva sugli scranni dell’aula consiliare. Ciliegina sulla torta: nessuno tra i consiglieri comunali di Sezze ha informato la popolazione che nel frattempo la giunta della Regione Lazio, presidente Nicola Zingaretti, tra gli assessori la sezzese Sonia Ricci, ha posto l’importante infrastruttura e tutto il territorio su cui insiste, tra i beni regionali alienabili, cioè in vendita. Se non fosse stato per MLIS, che ha denunciato puntualmente anche questo scandalo, i cittadini di Sezze lo avrebbero saputo quando magari qualche cordata di palazzinari se ne sarebbe impadronita. 

Parliamo di questioni tutte affrontate da noi nel corso degli anni, ma che non sono state mai poste dal consigliere Reginaldi quando doveva, cioè in tempo reale, al sindaco Andrea Campoli che contribuì ad eleggere o al compagno di “opposizione” nonché ex sindaco Lidano Zarra , tutte persone ben informate sui fatti. Insomma, questo personaggio non solo entra fuori tempo massimo con interrogativi ormai superati, ma lo fa evidentemente in maniera strumentale.


A rischio l'assetto idrogeologico a Sezze

19 ottobre 2015

Italia Sicura, il programma di Palazzo Chigi, prevede 7100 interventi in tutta Italia, per un totale di 21 miliardi di euro, di cui, per il momento, disponibili poco più di due, dice Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi e membro della Cabina di regia di Italia Sicura. 

Un piano che parte però con un handicap: quello di non avere una struttura di controllo della qualità dei progetti presentati dalle Regioni. Il rischio quindi, spiega Graziano, è che “diventi un distributore di soldi senza risolvere il problema”.

E si! Un distributore di soldi senza risolvere i problemi!
E se i problemi addirittura li crea una programmazione sbagliata in partenza?


È sotto gli occhi di tutti che a Sezze si sta tagliando orizzontalmente un fronte di frana, finora silente, ma che ha già provocato dissesti in un passato recente.

La realizzazione di un Nuovo Impianto di Depurazione e Collettore Emissario, ha raccolto i pareri favorevoli degli Enti preposti, aggirando proditoriamente le norme del Piano per  l’Assesto Idrogeologico (PAI), che VIETA espressamente la realizzazione di COLLETTORI FOGNARI in zone ad alto rischio di frana, come quella interessata dall'opera (art.16 punto 1 comma c), definendo gli interventi proposti come "opere di ripristino migliorativo di impianti esistenti.Infatti si è giocato sull'art. 16 punto 2 comma f) del PAI che recita :sono consentiti: f) interventi sulle infrastrutture sia a rete che puntuali e sulle attrezzature esistenti, sia private che pubbliche o di pubblica utilità (un collettore fognario è comunemente inteso come una infrastruttura) ritenendo così di superare l'esplicito divieto dell' art.16 punto 1 comma c). 
L'Autorità dei bacini regionali del Lazio, in risposta alla richiesta di parere da parte del Comune di Sezze (prot. 194520 del 04.05.2012), arriva a definire l'opera e gli interventi come "migliorativi rispetto alla situazione idrogeologica esistente"! Come dire che tagliare orizzontalmente un fronte di frana ne migliora l'assetto! 
La stessa Autorità, dopo aver riconosciuto l'opera come "ripristino migliorativo" circa gli aspetti geomorfologici, successivamente si contraddice clamorosamente e, nello stesso documento, "accerta" che il collettore costituisce "una nuova struttura lineare" 
La realizzazione dell'opera sarà pure di pubblica utilità, ancorché siano state reclamate più volte soluzioni alternative, ma si sta realizzando un collettore che, in caso di frana, produrrebbe un grave danno economico ed ambientale ... Possibile che si debba sempre correre dietro a scelte scellerate? (156, ecomostro anfiteatro, abuso edilizio, interpretazione fantasiosa delle norme urbanistiche, discariche abusive, disinteresse per siti di valore storico e ambientale ... ) Sezze, comune autonomo con diritto di deroga dalla legislazione vigente, in funzione di una condizione di extraterritorialità, 
oppure, che altro? 


Ecomostro, Campoli fa disinformazione

27 giugno 2015

Un gioco di sponda tra gruppo Agesci di Sezze e sindaco Andrea Campoli. Con la petizione finalizzata ad ottenere ulteriori soldi (oltre a quelli già bruciati in un'opera scandalosa) per l'ultimazione dell'Ecomostro di Via Piagge Marine (l'ammasso di cemento che ha sostituito l'Anfiteatro del Piacentini, sconvolgendo l'equilibrio di tutta l'area), gli scout hanno offerto il destro al primo cittadino per travisare ulteriormente i fatti, allungare i tempi e rispedire la patata bollente a Zingaretti. Il 5 Maggio lavocelibera.it titolava: “Ecomostro, soccorso Agesci per i responsabili”. I fatti hanno confermato le nostre previsioni. In consiglio comunale, Campoli, parlando dell'ormai ex Anfiteatro fatto abbattere con le ruspe, ha fatto esplicito riferimento, per guadagnare o meglio perdere tempo, alla petizione Agesci indirizzata al presidente della Regione Lazio affinché vengano concessi altri finanziamenti (!) per portare a termine la devastazione. Aspettiamo cosa risponde Zingaretti, ha detto. A parte il fatto che Zingaretti dovrebbe innanzitutto rispondere all'interrogazione da noi sollecitata e presentata dal consigliere regionale indipendente Fabrizio Santori il 30 Marzo scorso, incentrata sulla richiesta di restituzione dei finanziamenti da parte dell'Europa e sull'inserimento dell'Ecomostro e di tutta l'area fra le opere alienabili della Regione Lazio, il sindaco non può far finta di essere passato per caso in Comune e di non sapere niente, lavandosene le mani. Lui che è stato segretario del partito quando si mettevano le basi per lo scempio, lui che è stato consigliere provinciale quando noi denunciavamo l'inizio di questo scempio, lui che ha sistematicamente ignorato tutte le questioni da noi puntualmente sollevate nel corso degli anni, lui che è stato sindaco quando facevamo inoltrare interrogazioni anche alla presidenza regionale precedente, nel silenzio della sua amministrazione, lui che ha sempre ignorato qualsiasi tipo di sollecitazione arrivata anche da altri enti. Non farebbe bene Campoli, piuttosto che giocare di sponda con l'Agesci, a spiegare perché il Comune di Sezze non ha tenuto conto della diffida da parte dell'APT, proprietaria dell'area data in uso, inoltrata nell'Ottobre 2005, tesa a chiedere la sospensione dei lavori in quanto non conformi a quelli per cui era stato concesso il diritto di superficie?
Invece che chiedere un altro milione di euro, dopo i quasi 3 già dilapidati, farebbe bene, Campoli, ad ammettere che questa è un'opera sbagliata, economicamente penalizzante per la città e che con molto meno di un milione quell'obbrobrio può essere abbattuto e le gradinate ripristinate. Ma non lo farà mai, perché da prima che venisse posta la tabellazione sul cantiere (con l'indicazione del dott. Carlesimo quale responsabile del procedimento, da non confondere con il dott. Carlesimo responsabile scout di Sezze), a combattere la battaglia contro l'Ecomostro ci siamo trovati in splendida solitudine, nel silenzio generale.


Interrogazione nuovo Depuratore   Interrogazione Regionale    

17 giugno 2015

Movimento libero Iniziativa sociale intende fare chiarezza su quello che dovrebbe essere il servizio di depurazione a Sezze e sui lavori che interessano il cosiddetto nuovo depuratore. Per tale motivo ha concordato, con il consigliere regionale indipendente Fabrizio Santori, una interrogazione al presidente della Regione Lazio Zingaretti che è stata presentata il 16 Giugno.


Il sindaco Andrea Campoli garante dei tarocchi?

1 giugno 2015

Movimento libero Iniziativa sociale ha denunciato la manipolazione grossolana tramite la quale è stata alterata quella che da qualcuno è definita “pergamena storica” dei Combattenti di Sezze della Grande Guerra, ma che nella realtà è la stampa di una foto ricordo, realizzata artigianalmente con i pochi mezzi dell'epoca, della quale circolano in città diverse copie. In essa sono immortalati i volti di alcuni Combattenti di Sezze, insieme ai vertici statali e militari italiani. In alto, il Re Vittorio Emanuele III. Al centro dell'originale Benito Mussolini, all'epoca della foto Primo Ministro. Fatto scomparire, con una pecetta, nella copia posizionata presso il locale Museo Archeologico dopo le celebrazioni del 24 Maggio 2015, in occasione del Centenario dell'entrata in guerra.
Premesso che, come noto, MLIS si occupa da sempre di questioni particolarmente gravi che interessano il territorio, che grazie al nostro operato sono diventate di dominio pubblico, non riteniamo quest'ultima sollevata di secondaria importanza. Tanto meno essa rappresenta una sterile polemica, come qualcuno vorrebbe liquidarla. Troppo facile. Non è nemmeno una questione politica o di principio.
In un momento in cui a Sezze si sente parlare, a sproposito stando a quanto accaduto, di memoria storica, rappresenta un precedente gravissimo il fatto che venga fatto esporre in un museo pubblico, parliamo del locale Museo Archeologico, un falso, la copia taroccata di una foto storica.
E' inutile che intervengano terzi. La manifestazione celebrativa del Centenario è stata organizzata ufficialmente da diversi enti e associazioni, in primis il Comune di Sezze. Con il sindaco Andrea Campoli erano presenti le massime autorità civili, militari e religiose.
Il programma ufficiale della manifestazione, presentato tramite depliant, prevedeva il raduno presso il Monumento dei Caduti e, dopo una serie di iniziative, la sua conclusione presso il Museo Archeologico per l'esposizione di questa “pergamena storica”. E' il sindaco Andrea Campoli a dover spiegare l'accaduto e a dover rispondere alla cittadinanza. Si presume, anzi è obbligatorio, che un museo, prima di esporre al pubblico una qualsiasi opera, ne garantisca l'autenticità e l'originalità. Nel caso specifico è successo il contrario: ne va della credibilità di tutto il Museo. Il primo cittadino non può fare orecchie da mercante. Esistono tre possibilità: far rimuovere la stampa taroccata, far esporre la copia originale con l'immagine del Duce, mantenere il tarocco specificando, tramite ulteriore pecetta, che quella esposta nel Museo di Sezze è un falso “purgato” della foto di Mussolini. Il quale, dopo essere stato punto di riferimento degli interventisti, ha partecipato come caporale dei bersaglieri alla prima guerra. Ferito e decorato, era presidente del Consiglio nell'anno in cui è stata realizzata la foto storica, cioè dopo la realizzazione del locale Monumento al Milite Ignoto.
La questione è particolarmente delicata .Non si tutela la memoria della Storia stravolgendo fatti e documenti.


Sezze, un insulto alla Storia

30 maggio 2015

Domenica 24 Maggio 2015, mentre in tutta Italia si celebrava il Centenario dell'entrata nella Grande Guerra, a Sezze, che conferma in tal modo di essere ancora la Stalingrado dei Lepini, si perpetrava un oltraggio alla Storia ed alla sua memoria.
La manifestazione, presenziata dalle massime autorità civili, religiose e militari della città e non solo, terminava con l'esposizione della “pergamena storica dei Combattenti di Sezze” (così denominata nel depliant illustrativo dell'iniziativa, patrocinata da Comune di Sezze, Regione Lazio, Provincia di Latina, Associazione Memoria Storica, Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, Associazione Familiari Cavalieri di Vittorio Veneto) presso il locale Museo Archeologico.

Questa cosiddetta “pergamena storica” non è altro che una stampa, della quale esistono tante copie in giro anche presso abitazioni private. Una di queste, che è ancora nella nostra disponibilità, è stata per anni all'interno di quella che era la sezione locale del MSI. La copia che è stata esposta presso il Museo di Sezze è stata però taroccata. Al centro della stampa originale, infatti, campeggia il primo piano dell'allora Presidente del Consiglio Benito Mussolini, che è scomparso, nella copia ora in esposizione, grazie ad una grossolana manipolazione. Al suo posto appare una “pecetta” bianca con la dicitura “Centenario della Grande Guerra, Ass. Familiari dei Cavalieri di Vittorio Veneto, Sezze 24 / 5 / 2015”.
Si tratta di un atto che travisa la storia, ne offende la memoria e stravolge la realtà. Cosa grave è che questo misfatto sia stato avallato dalle autorità, in occasione di un appuntamento storico importante. Ancor più grave è che questo falso venga ospitato in un Museo pubblico.
Ci troviamo di fronte ad un fatto degno del peggior regime staliniano, sotto il quale si facevano sparire dalle foto personaggi “scomodi”, degno della Cina maoista, della Corea di Kim Jong.
Il sindaco Andrea Campoli ha paura della verità? Non pensa, il primo cittadino, che quel tarocco che offende la storia di Sezze vada rimosso?

Di seguito la stampa esposta al museo seguita da quella in nostro possesso.


Ecomostro, non confondete

15 maggio 2015

Di ecomostri disseminati lungo la nostra penisola da speculatori senza scrupoli se ne contano purtroppo tanti. Alcuni sono stati abbattuti, vedi Scala dei Turchi ad Agrigento, altri, come quello di Sezze, l'Ecomostro-Anfiteatro, sopravvivono. E' l'unico caso, quest'ultimo, in cui qualcuno cerca di mobilitarsi per raccogliere firme non per la sua demolizione, ma per la sua ultimazione. L'Agesci, associazione scoutistica cattolica che dovrebbe avere a cuore l'ambiente, lancia una petizione finalizzata ad ottenere ulteriori finanziamenti per portare a termine lo scempio, un ammasso di cemento e marmo che ha preso il posto dell'Anfiteatro progettato e realizzato da Piacentini, abbattuto con le ruspe nel 2005. Una presa di posizione originale, che non ha uguali in Italia. Va sottolineato che in questo Ecomostro sono stati già dilapidati circa 3milioni di euro da tecnici ed amministratori poco attenti alle sorti del denaro pubblico e certamente non preoccupati di salvaguardare l'ambiente ed il patrimonio territoriale. Agli stessi dilapidatori si vorrebbero mettere in mano altri soldi. Come voler consegnare le chiavi del pollaio alla volpe.

Tutto questo quando dal punto di vista amministrativo la vicenda è conclusa: la Commissione Europea, constatato lo stato dell'opera, ha richiesto indietro i finanziamenti e la Regione Lazio, con delibera di Giunta di luglio 2014, ha inserito manufatto e comprensorio di Via Piagge Marine tra i siti da dismettere, cioè in vendita. L'Agesci vorrebbe far credere che un ipotetico completamento dell'Ecomostro solleverebbe i cittadini di Sezze dal risarcimento. In realtà, non siamo noi a pensarlo ma è la normativa a parlare, i cittadini verrebbero chiamati a rifondere il danno solo nel caso in cui gli enti pubblici rinunciassero a rivalersi nei confronti dei responsabili, sia dell'iter ammninistrativo che di quello tecnico. Ecco perché l'entrata dell'Agesci ci sembra a gamba tesa. 

Saranno pure in buona fede questi scout, ma in questo modo si devia rispetto alle grandi e gravi responsabilità di una intera classe politica e di gruppi di tecnici, che piuttosto che realizzare un progetto già approvato di ristrutturazione del sito, che sarebbe costato 300mila euro, ha inspiegabilmente proceduto con l'approvazione e la realizzazione di un secondo progetto, molto più costoso, non di ristrutturazione ma di demolizione. Quello che ha condotto alla devastazione dell'ambiente in cui era inserito l'Anfiteatro ed alla costruzione dell'Ecomostro inconcluso. Una vicenda, per il danno arrecato alla città ed alla sua storia, che non deve passare nel dimenticatoio senza che i responsabili paghino. Qualcuno vuole evitare questo, rischiando di far pagare gli incolpevoli sezzesi?
L'unica proposta sensata e la più economica, nell'interesse di Sezze, resta quella dell'abbattimento dell'Ecomostro, del ripristino delle gradinate, del recupero ambientale.


Interrogazione nuova 156      Interrogazione Regionale    

12 maggio 2015

Con la ripresa dei lavori che stanno interessando la “nuova” 156, crescono le perplessità su questa opera, nella quale sono stati già dilapidati circa 80 milioni di euro. Movimento libero Iniziativa sociale torna a cercare di fare chiarezza interessando la Regione Lazio con una nuova interrogazione, presentata dal consigliere indipendente Fabrizio Santori.  


Ecomostro, replica all'Agesci

9 maggio 2015

Un chiarimento definitivo all'Agesci: Movimento libero Iniziativa sociale (MLIS) non è un partito, ma un gruppo civico che non ha scopi elettorali e quindi non mira a poltrone. Il nostro movimento si occupa in prevalenza di questioni che riguardano il territorio, con attenzione particolare all'utilizzo improprio, da parte di una certa politica e di un certo modo di amministrare, del denaro pubblico. La nostra azione è quindi puntata soprattutto su quelli che comunemente vengono definiti “sprechi della politica”. Lo facciamo da volontari, mossi da spirito civico, nella speranza di sensibilizzare l'opinione pubblica e rendere un servizio alla comunità. 

E non è certamente “comodo”schierarsi di traverso rispetto a quelle che noi abbiamo definito “consorterie”. Quei gruppi di potere, cioè, che anche a Sezze fanno sentire in maniera forte e prepotente la propria presenza, soprattutto quando si tratta di lavori pubblici. Non solo l'Anfiteatro-Ecomostro, ma anche i lavori che stanno interessando la cosiddetta “nuova 156”, quelli infiniti del Monastero delle Clarisse, quelli di Palazzo Pitti, etc.

All'Agesci di Sezze basterebbe andare a cliccare sul sito lavocelibera.it per rendersi conto di quali questioni ci siamo occupati nel corso di questi ultimi anni, non avendo alle spalle nessuno se non noi stessi e la nostra volontà. Lo facciamo a nostre spese rischiando in prima persona. Quindi l'Agesci prima di lanciare anatemi farebbe bene a sforzarsi almeno di conoscerci. Non siamo mossi dallo scopo di “colpire l'avversario”, ma dalla voglia di legalità e trasparenza. Perché il nostro impegno sarebbe da considerare “vecchia politica” quando è il medesimo di tante associazioni presenti sui territori ed attive nei confronti delle male amministrazioni? 

E comunque l'Agesci non è un nostro avversario. E' essa a ritenerci tali?
Quando l'organizzazione scoutistica ha sollecitato un incontro con MLIS per parlare dell'Anfiteatro, evidentemente conosceva il nostro impegno pluriennale sulla questione e le nostre posizioni. MLIS ha dimostrato la massima disponibilità. L'incontro c'è stato e abbiamo fornito tutti i chiarimenti che ci sono stati richiesti. Ma gli scout non ci parlarono di posizioni divergenti rispetto alle nostre e tanto meno dell'intenzione di mettere in essere una petizione finalizzata ad ottenere ulteriori finanziamenti, dopo i milioni di euro sprecati, per portare a termine lo scempio all'ambiente ed alla città di Sezze rappresentato dall'Ecomostro. 

Se questa decisione è arrivata in seguito, comunque l'Agesci se ne è ben guardata dal ricontattarci. Appresa la novità attraverso la stampa, ci siamo sentiti in dovere di intervenire per ribadire quali sono i termini reali della questione, la nostra posizione e per fare chiarimenti .
Innanzitutto i soldi, sia che arrivino dal Comune, sia che arrivino dalla Regione, escono sempre dalle tasche dei cittadini. E perché far pervenire ulteriori soldi nelle mani di amministratori come quelli di Sezze, che hanno già esposto il Comune, con questo scandalo, per milioni di euro nei confronti della Comunità europea? 

Riesce a capire l'Agesci che quei finanziamenti bruciati nell'Ecomostro sono comunque dovuti all'Europa a prescindere dalle sorti di quell'ammasso di cemento? 

Si vogliono prendere in giro i cittadini? Ma in quanti altri comuni d'Italia l'Agesci è impegnata a favore di ecomostri?
Al di là di tutte le demagogie degli scout, resta il fatto che MLIS è in attesa della risposta del presidente della Regione Lazio, Zingaretti, alla interrogazione sull'Anfiteatro presentata un mese fa tramite il consigliere indipendente Fabrizio Santori, finalizzata ad avere chiarimenti sulla questione legata alla restituzione del finanziamento e sull'alienazione del sito.
Al fine di far comprendere all'Agesci come la pensiamo, ci teniamo a sottolineare che siamo talmente aperti, quando l'interlocutore è corretto, che ci siamo trovati a collaborare, anche sulla questione Ecomostro, con forze disparate, a cominciare dai Radicali, che rappresentano quanto di più lontano dai nostri valori di riferimento.

Per finire, ci sentiamo in dovere di rivolgere un sentito ringraziamento al RUS (recupero urbano Sezze), gruppo di cittadini e tecnici con il quale condividiamo l'idea dell'abbattimento dell'Ecomostro e del recupero delle gradinate dell'Anfiteatro e la sua restituzione alla comunità di Sezze.


Ecomostro, soccorso Agesci per i responsabili

6 maggio 2015

Movimento libero Iniziativa sociale intende denunciare l'atteggiamento omertoso rispetto alla vicenda Ecomostro-Anfiteatro e complice nei confronti degli amministratori che hanno portato allo scempio del sito, assunto dalla sezione di Sezze dell'Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani.
Dopo essere stati in silenzio per anni (i lavori di devastazione dell'area sono iniziati nel 2005!) con modi di fare da Ponzio Pilato, ignorando (nel senso di non conoscendo), ma non lo crediamo, la vicenda, intervengono a sproposito con delle proposte improponibili. MLIS, prima di entrare nel merito della raccolta di firme che l'Agesci intende lanciare, ci tiene a sottolineare un punto fermo: se dal 2004 si parla di questo scandalo che interessa il territorio di Sezze, è solo grazie alla nostra azione, in questo Comune, alla Regione Lazio, nel Parlamento Europeo. 

Tutte le notizie di cui in troppi si sono appropriati anche con intenti devianti rispetto al problema, sono frutto del nostro impegno. Se non ci fossimo stati noi, in questo territorio nessuno ne avrebbe parlato. La battaglia di MLIS è iniziata prima che le ruspe abbattessero l'importante struttura progettata dall'achitetto Piacentini, prima che tutta l'area venisse devastata. E' continuata fino a provocare l'interesse della Commissione Europea con la richiesta di restituzione dei finanziamenti dilapidati, per approdare alla denuncia dell'inserimento dell'Anfiteatro tra i siti da alienare da parte della Regione Lazio, a seguito di apposita delibera della giunta del presidente Zingaretti, di cui fa parte la sezzese Sonia Ricci. 

Diversamente chi lo avrebbe saputo, chi avrebbe parlato della messa in vendita? L'appello dell'Agesci al presidente Zingaretti affinché visiti l'Anfiteatro è retorico. Zingaretti ben conosce la vicenda, che gli è stata sollevata più volte in Consiglio regionale. La conosce talmente bene che non a caso ha inserito l'area di Via Piagge Marine, comprensiva del manufatto mostruoso, tra gli immobili con cui fare cassa. La vicenda è conosciuta a livello nazionale perché MLIS è stato invitato a parlarne sui più importanti media, a cominciare dalla Rai, facendone un caso. L'Agesci, poi, se ne guarda bene dal definire quella colata di cemento Ecomostro, accarezzando per il verso giusto il pelo dei tecnici e degli amministratori responsabili del disastro. Addirittura va in loro soccorso, in quanto la petizione è finalizzata anche ad ottenere la concessione di un ulteriore contributo volto al completamento dell'opera. In perfetta linea, quindi, con le intenzioni di chi, a partire dal sindaco Andrea Campoli, dopo lo spreco dei circa 3milioni di euro, avrebbe voluto sprecare almeno altri 600mila euro.Una linea non solo deviante rispetto alle problematiche rappresentate da questo spreco economico che ha devastato l'ambiente di un'area unica, ma che addirittura va a creare degli alibi. 

I dirigenti locali dell'Agesci quali responsabilità stanno coprendo? Chi vogliono proteggere? Come fanno a chiedere che l'amministrazione comunale di Sezze provveda a rendere agibile la struttura, quando gli organi competenti superiori l'hanno dichiarata inagibile e quando addirittura è stata chiesta la restituzione del finanziamento? Non conoscono la storia dell'Ecomostro dal 2005 al 2015 o la loro posizione è di comodo? La proposta di MLIS resta quella di sempre, l'unica percorribile nell'interesse della collettività e la più economica: abbattere il manufatto di cemento e ripristinare le gradinate del progetto originario di Piacentini. Chiaramente se nel frattempo il complesso non verrà venduto a qualche privato dalla Regione. Fermo restando che tutti i responsabili di questo disastro, siano essi tecnici, siano essi amministratori, debbono essere chiamati a risponderne.


Bollette a Sezze: errare è umano, perseverare è diabolico

22 aprile 2015

Uno tsunami di bollette si è abbattuto sugli utenti di Sezze. Acqualatina e Costruzioni Dondi coalizzate, garante il Comune di Sezze, hanno inondato le case degli incolpevoli cittadini di fatture riferite ai servizi idrico e fognario. Dopo quelle della società che gestisce l'ATO4, ai sezzesi ancora storditi per la botta sono pervenute quelle della spa di Rovigo, che ha gestito il disservizio prima che l'Amministrazione comunale lo affidasse a quella diretta da Besson. 

Bollette nella stragrande maggioranza dei casi non solo stratosferiche, ma spesso errate. Di esempi in tal senso ne potremmo produrre tanti, essendo stati contattati da numerosi utenti che non si sentono tutelati. Non a caso, a pochi giorni dal recapito delle bollette, a fronte di una crescente protesta che ha indotto tanti cittadini a chiedere lumi presso l'ufficio di Acqualatina (stranamente ubicato all'interno della casa comunale, non si sa bene a che titolo), il nuovo gestore si è visto costretto (per pararsi le spalle?) a far stampare ed affiggere un “avviso agli utenti” tramite il quale si comunica che “a causa di un problema tecnico”sono stati addebitati costi relativi a servizi di fognatura e depurazione non dovuti. Senza, per il momento, entrare nel merito della bollettazione errata per tanti motivi, ci preme sottolineare il ruolo assunto nella vicenda dall'Ente comunale, che facendosi promotore del passaggio dalla gestione Dondi a quella di Acqualatina, molto discutibile se non addirittura forzato ed illegittimo, si è fatto garante degli eventuali danni che i cittadini stanno subendo e potranno continuare a subire in futuro. 

Diversamente non sarebbe stato possibile questo passaggio “brevi manu” da una società all'altra. Nella problematica generale e particolare dei singoli casi, va evidenziato un dato: l'Autorità per l'Energia, la cosiddetta Authority, non ha avallato le tariffe 2012 e 2013 accordate dai sindaci ad Acqualatina, fatto che va ad inficiare le bollette calcolate sulla base di queste tariffe. A Sezze poi, si sta andando oltre: i sempre incolpevoli sezzesi che si presentano presso il punto Acqualatina per far valere i propri diritti, vengono obbligati a sottoscrivere una “autodichiarazione” contenente tutti i dati sensibili dell'utente, non rispettando in tal modo quella che è la normativa sulla privacy. Di fronte al legittimo rifiuto di compilare e firmare tale documento, l'utente non viene ricevuto. 

Ma se le bollette sono state recapitate, garante il Comune, perché viene richiesto questo impegno unilaterale? E perché, garante il Comune, viene richiesto, sotto la voce “addebiti/accrediti diversi”, quell'anticipo sui consumi, o deposito cauzionale, già versato alla Dondi? Un approfondimento, infine, andrebbe fatto, e lo faremo, relativamente agli “importi presunti”. Presunti in che senso, dato che Acqualatina in moltissimi casi non ha effettuato la prima lettura?
La situazione è ingarbugliata e drammatica per i cittadini. Movimento libero Iniziativa sociale si attiverà a tutti i livelli, a cominciare dalla Regione Lazio, affinchè vengano tutelati i diritti degli utenti. Se gli ammnistratori di Sezze pensano di potersela scampare facilmente proseguendo su questa strada, sbagliano di grosso.


Acqualatina a Sezze non ci può stare  Interrogazione Regionale

9 aprile 2015

A degli amministratori così distratti come quelli del Comune di Sezze, che non si accorgono che la Regione Lazio gli sta sfilando l'Anfiteatro per venderlo, è sfuggita anche la legge regionale del marzo 2014 che ha previsto l'abolizione degli ambiti territoriali ottimali, gli ATO, come quell'ATO4 ancora gestito da Acqualatina?
E' domanda importante, perché ancora debbono spiegarci, questi amministratori, come sia stato possibile, dopo la fuoruscita della Dondi, consegnare impianti e servizio idrico-fognario ad Acqualatina spa. 

Al sindaco ed al Consiglio Comunale rivolgiamo delle questioni semplicissime, esigendo delle risposte se sono in grado di fornirle: 

1) il Consiglio Comunale di Sezze ha mai votato una delibera, dopo la sentenza del TAR che ha riconosciuto il diritto del Comune di rientrare in possesso degli impianti, che prevedesse l'affidamento degli stessi nuovamente a privati, nel dopo Dondi? ; 

2) è stata mai bandita una gara pubblica, in forza di una delibera di tal fatta, finalizzata ad affidare nuovamente il servizio a privati? ; 

3) conoscono nel Comune di Sezze la nuova legge sull'acqua della Regione Lazio, quella di cui parlavamo sopra del marzo 2014, che ha previsto in particolare l'abolizione degli ATO e fondi per la ripubblicizzazione dell'acqua, bene pubblico da difendere? ; 

4) perché il Comune di Sezze non ha rispettato la strada tracciata con questa legge, forzando la realtà facendo credere che fosse automatico il passaggio del servizio ad Acqualatina, in quanto società gestore dell'ATO4, insieme agli altri ambiti territoriali ormai in fase di dismissione? ;
5) può ignorare il Comune di Sezze lo spirito referendario della nuova legge regionale sull'acqua bene pubblico? ; 

6) sa il Comune di Sezze che è previsto un fondo per la ripubblicizzazione dell'acqua, che può essere utilizzato dagli enti locali interessati a riprendere la gestione del servizio idrico, subentrando alle società private?
Se il sindaco del Comune di Sezze Andrea Campoli è in grado di risponderci, lo faccia. In realtà non esiste nessuna base giuridica che giustifichi la presenza a Sezze di Acqualatina come gestore.


Sezze, da una mazzata all'altra

7 aprile 2015
Un'altra mazzata, per tanti insostenibile, sulle teste dei contribuenti setini. Come da noi previsto, le bollette di Acqualatina riferite al consumo idrico e fognario stanno facendo rimpiangere quelle della Dondi: il che è tutto dire! Bollette, nel migliore dei casi, raddoppiate. Dalla padella alla brace. D'altronde cosa ci si può aspettare da amministratori come quelli del Comune di Sezze? Da un sindaco, Andrea Campoli, che piuttosto che riappropriarsi degli impianti, li ha dati ad un nuovo gestore, in barba anche al risultato referendario?
Ma poteva farlo? Sulla base di quali atti si fonda la legittimità di questa nuova gestione degli impianti? Secondo Movimento libero Iniziativa sociale si tratta di una strumentale forzatura, studiata a tavolino dalle solite parti in causa: Comune di Sezze, Società Acqualatina spa, Costruzioni Dondi spa. Non a caso la Dondi si sta occupando del servizio di recapito delle bollette, che, stando ai primi calcoli approssimativi, potrebbe portare nella casse della società di Rovigo circa 2milioni di euro in due anni. Sarebbe troppo chiedere la consegna della bolletta contestualmente alla lettura dei contatori? Dicevamo, una forzatura. Perché la sentenza del TAR Lazio del 21 Luglio 2014, con cui fu respinto il ricorso presentato dalla Dondi, dette fondamento all'ordinanza del sindaco di Sezze del 10 Giugno 2014, tramite la quale si sarebbe dovuto procedere alla immissione in possesso degli impianti, ma non parlò assolutamente di Acqualatina, che era fuori dalla questione. Gli impianti sarebbero dovuti rientrare in possesso del Comune, quindi, e non essere consegnati brevi manu all'attuale gestore, cui è stato affidato anche il servizio.
Non c'è stata delibera di Consiglio Comunale che abbia autorizzato questo passaggio! Un passaggio per niente automatico, come si tenta di far credere. Il fatto che Acqualatina è il gestore dell'ATO4 non obbliga il Comune di Sezze in nessun senso. Fra l'altro ci risulta che questo Comune non sia tra quelli che hanno firmato la Convenzione di gestione stipulata nell'agosto 2002 tra ATO4 e Acqualatina. Siamo all'assurdo: i cittadini di Sezze, che potrebbero avere l'acqua non diciamo gratis ma quasi, la debbono pagare a peso d'oro ad un gestore esterno, l'ennesimo dopo la Dondi, che a sua volta la vende a larga parte della provincia di Latina!


Stanno svendendo Sezze !      >> Interrogazione Regionale

28 marzo 2015

All'assessore della Regione Lazio Sonia Ricci, all'assessore del Comune di Sezze Pietro Bernabei ed al responsabile dell'Ufficio tecnico comunale Mauro Vona, andrebbe assegnato ad honorem un Pinocchio d'oro

Stanno svendendo Sezze e fanno finta di non sapere niente! 

Ci riferiamo naturalmente alla vicenda dell'Anfiteatro, che è stato inserito, dalla Regione Lazio, nell'elenco dei beni di proprietà da alienare. A questi amministratori e funzionari così “disattenti” (incredibile in particolare l'atteggiamento della Ricci che è parte integrante della giunta Zingaretti), ricordiamo allora che la deliberazione di Giunta regionale in causa, contenente in allegato 1 l'elenco dei beni immobili individuati per la vendita, è la numero 512 del 29 luglio 2014, avente ad oggetto: “individuazione di immobili di proprietà regionale, disponibili per la concessione o la locazione a canoni ricognitori”. 

La deliberazione è stata approvata all'unanimità. Ricordiamo alla distratta Ricci: all'unanimità!
E' stata poi pubblicata sul BUR 62 del 5 agosto 2014, a pagina 228. 

Evidentemente questi signori sono in altre faccende affaccendati. O distratti a tal punto, che non si accorgono che qualcuno gli sta vendendo l'Anfiteatro con tutto il comprensorio.
Comunichiamo, infine, di aver provveduto a far presentare una interrogazione in Regione, avente ad oggetto questa vicenda, dal consigliere Fabrizio Santori, che alleghiamo al presente comunicato.


Anfiteatro svenduto, vergogna assoluta

28 marzo 2015
Hanno svenduto Sezze. Come da giorni stiamo denunciando provocatoriamente sui social network dopo essere entrati in possesso della relativa delibera di giunta regionale, l'area dell'Anfiteatro, Ecomostro compreso, è stata inserita tra i beni del patrimonio immobiliare da svendere, per fare cassa, dalla Regione Lazio. 

Uno schiaffo a Sezze ed ai sezzesi, per quanto possa loro interessare. Si tratta certamente di una sconfitta almeno per noi di Movimento libero Iniziativa sociale, che di questa vergognosa vicenda ci siamo interessati, nel silenzio di tutti, fin da prima che le ruspe abbattessero la bella struttura del Teatro Italiano per sostituirla con una colata di cemento che ha ferito a morte l'ambiente, con la devastazione di un'opera che caratterizzava il più importante e grande centro dei Lepini. 

Una sconfitta perché i nostri sforzi, partiti dal Comune di Sezze per arrivare al Parlamento Europeo, passando attraverso la Regione Lazio, sono stati vanificati dalla delibera della giunta di Zingaretti, chiaramente finalizzata a favorire interessi privati, quelli di chi si impadronirà del complesso, a danno di quelli della comunità, se a Sezze può avere ancora un senso parlare di comunità. La storia è nota. Per l'edificazione di questo Ecomostro e la conseguente devastazione dell'area, si è arrivati ad usufruire di finanziamenti che si aggirano attorno ai 3 milioni di euro. 

Finanziamenti che, visto che i lavori non sono stati conclusi, hanno indotto la Commissione Europea ad adottare provvedimenti necessari per il recupero dei contributi erogati. Ci preme ricordare, comunque, che si trattava di contributi farlocchi, nel senso che avrebbero dovuto essere erogati per lavori di ristrutturazione, recupero e messa in sicurezza, mentre nella realtà si è proceduto all'abbattimenti totale del bel complesso progettato dall'architetto Piacentini, per edificare ex novo quello che MLIS ha fatto passare alle cronache come Ecomostro. 

Come va sottolineato che il comprensorio era stato affidato dalla Provincia di Latina, o meglio dall'APT, al Comune di Sezze, prima in comodato poi con diritto di superficie per dare la possibilità di usufruire di finanziamenti finalizzati al solo restauro, come previsto espressamente dall'atto di cessione del 2004. I lavori iniziarono nel giugno 2005 e nell'ottobre 2005 l'APT di Latina invitò il Comune a sospendere quegli interventi devastanti, che non avevano niente a che vedere con il progetto precedentemente approvato. Infatti il Comune di Sezze aveva provveduto ad approvare un ulteriore progetto, che era tutto fuorché di restauro. 

Nonostante questo e nonostante le nostre denunce, continuarono ad arrivare finanziamenti per stralci. Ora tutto il comprensorio, comprensivo dell'Ecomostro, viene messo in vendita per una cifra addirittura inferiore rispetto a quella dei finanziamenti ottenuti dal Comune. Una vera e propria beffa per i cittadini, una ottima speculazione per chi ne entrerà in possesso, un pessimo segnale per questo territorio. Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, la sua giunta comprensiva dell'assessore di Sezze Sonia Ricci, come possono giustificare questo spreco di denaro pubblico ed il relativo colpo di spugna su una vicenda che rappresenta una pagina oscura per Sezze? Ora chi dovrà rimborsare l'Europa? E il Ministero delle Infrastrutture che dice? 

Ed infine: ma i sezzesi dove stanno?


PRG e Corradini, nessuno parla?

18 marzo 2015
Ma veramente il sindaco di Sezze Andrea Campoli, gli assessori competenti, a cominciare da Pietro Bernabei, tutti i consiglieri comunali nessuno escluso, della nuova e della precedente amministrazione, i funzionari, in primis il responsabile dell'Ufficio Tecnico Comunale Mauro Vona, pensano di poter liquidare con estrema facilità la vicenda, torbida e gravissima, del Piano Regolatore tenuto nel cassetto per 3 anni senza essere inviato in Regione e quindi fatto scadere?
Un PRG costato centinaia di migliaia di euro, pagati dai sezzesi a Fuksas e compagnia varia. I responsabili del disastro debbono essere inchiodati alle proprie responsabilità, perché non si può giocare sulla pelle della gente con i soldi pubblici. Che cosa ha impedito all'allegra brigata, che sembra sempre cadere dalle nuvole anche di fronte a fatti che danneggiano pesantemente la città, di portare a termine l'iter? Perché il PRG adottato dal Consiglio ed ufficializzato anche tramite una pubblica manifestazione tenutasi in pompa magna presso l'auditorium Costa, è stato trattenuto nel Palazzo comunale? Cosa ha ostacolato il suo invio agli organi competenti della Regione Lazio? Che cosa si è inceppato in Comune? I responsabili del disastro si sono limitati a confermare i fatti senza fornire alcuna delucidazione. Eppure ne dovrebbero dare di giustificazioni! E soprattutto: anche in questo caso nessuno verrà chiamato a risponderne?
A margine, ma nemmeno tanto, di questa assurda storia, Movimento libero Iniziativa sociale torna a sollevare nuovamente una questione su cui non è stata fatta chiarezza: quella dell'asse patrimoniale del Conservatorio Corradini, ente di diritto pubblico che ha gestito i beni ingenti lasciati dal Cardinale Pietro Marcellino Corradini. Noi abbiamo chiesto di conoscere, semplicemente, la loro entità e che si rendesse conto della loro gestione, anche alla luce di una sentenza della Corte di Cassazione che ha definitivamente stabilito che essi appartengono al Ministero della Pubblica Istruzione e non alle Oblate Convittrici del Bambin Gesù, le stesse suore che si opposero al Consiglio di Amministrazione del Conservatorio ed al Ministero al fine di ottenerne la piena disponibilità. Domande, le nostre, finalizzate anche a verificare se e come il nuovo PRG stesse tenendo conto di questi beni e di questa realtà. Nessuno si è sentito in dovere di rendere pubblico l'asse patrimoniale, di rendere conto della sua gestione nel corso degli anni e tantomeno di far sapere se in qualche modo fosse interessato dal Piano.
MLIS, nel frattempo, è entrato in possesso della sentenza di Cassazione. Il primo dato evidente che ha accresciuto i nostri sospetti è stato quello relativo alla sequenza impressionante di “omissis” in essa contenuti. A parte la totale mancanza di nomi, non contiene l'elenco dei beni oggetto della controversia legale. La condanna però delle ricorrenti, Oblate Convittrici del Bambin Gesù, al pagamento di 10milioni di euro per compensi in favore del Conservatorio Corradini, ci fa immaginare che il patrimonio al centro della vicenda giudiziaria è veramente ingente.

Visto come sono andate le cose per quanto riguarda il PRG, non è arrivato il momento di fare chiarezza anche relativamente all'asse patrimoniale del Corradini ed alla sua gestione?


AeG, SPL: vicende da chiarire

11 febbraio 2015

Purtroppo si tratta di un film visto e rivisto a Sezze. Per l'ennesima volta i cittadini-contribuenti, ci riferiamo a quelli che pagano ed hanno sempre pagato, sono chiamati a ripianare i disastri amministrativi creati da chi gestisce politicamente, amministrativamente e tecnicamente alcuni specifici settori. Dopo le batoste Tasi e Tari, con aliquote applicate in questo Comune al massimo consentito, dopo avere pagato nel corso degli anni anche ICI ed IMU applicate al massimo, ecco il disastro AeG, seguito a quello SPL, abbattersi sugli indifesi sezzesi. Buchi plurimilionari nelle casse, causati da gestioni dissennate della municipalizzata servizi pubblici locali, dovrebbero essere ripianati, nelle intenzioni di chi ha messo su l'operazione, da chi non ha responsabilità alcuna nel disastro economico. Piuttosto che chiamare sul banco degli “imputati” i dirigenti e gli amministratori, si inondano le case dei cittadini di atti giudiziari con intimazioni di pagamento quantomeno discutibili. Un dramma per tante famiglie che vivono una congiuntura economica catastrofica, nel mentre le diverse parti in commedia attrezzano uno squallido teatrino. La domanda è semplice e nessuno ha risposto: la AeG è stata chiamata direttamente in forza di un appalto che costerebbe meno di 40mila euro, per la precisione 38mila.
Diversamente si sarebbe dovuto ricorrere ad un bando pubblico. Ma veramente con soli 38mila euro la società di Lucca procederà al “riordino della banca dati tributaria, recupero evasione, riscossione ordinaria e coattiva”? Ed una società come l'SPL, che ha la capacità di accumulare un debito che si aggira poco al di sotto dei 10milioni, non era nemmeno in grado di fare autonomamente qualcosa che altri fanno per somme irrisorie a fronte di questo debito, pur avendo a disposizione tutti i dati possibili ed immaginabili? Quello che sta accadendo è chiaramente evidente. Ed è proprio questo che ci preoccupa. Come si può pensare che una vicenda che dimostra chiari segni di forzatura, se non di illegittimità, possa andare in porto senza che nulla accada? Ma veramente qualcuno è convinto che questa città goda di un regime di extraterritorialità per quanto riguarda l'applicazione delle regole nazionali? Qualcuno si sente intoccabile? Ma quegli “spacchettamenti” di servizi, che altrove sono sotto la lente di ingrandimento degli organi investigativi e giudiziari, nella città di Sezze che rappresentano?


ICI a Sezze, la farsa continua

31 gennaio 2015

La sceneggiata continua. Rispettando un copione già scritto, ora si fa circolare la voce, raccolta anche da certa stampa, che non sta succedendo niente, che non c'è da preoccuparsi, perché con una imprecisata letterina che arriverà nelle case dei contribuenti di Sezze, la vicenda degli atti giudiziari, contenenti ingiunzioni di pagamento ICI riferito agli anni 2008 /9, inviati dalla AeG spa per conto del Comune, verrà risolta. Ma di che stanno parlando? In realtà in consiglio comunale non si è arrivati ad alcuna conclusione. Tutto è rimasto nel vago.Tutte chiacchiere e niente fatti. L'ennesima presa in giro dei contribuenti da parte della maggioranza e di una pseudo minoranza. E' stato semplicemente votato il solito documento farlocco che “impegna” il sindaco Andrea Campoli a non si sa bene cosa. Allora perché questo squillare di trombe? Gli atti giudiziari sono ancora nelle mani dei tartassati sezzesi e staremo a vedere chi e come riuscirà ad invalidarli. 

Questo quando nell'atto è chiaramente specificato che contro di esso è ammesso ricorso solo facendo opposizione alla Commissione Tributaria Provinciale entro 60 giorni dalla notifica. Allora? Vogliamo dire le cose come stanno veramente? I cittadini di questo comune stanno pagando le scelte scellerate di chi ha creato, gestito e gestisce la Spl, la municipalizzata a totale capitale pubblico che è riuscita, nel corso di pochi anni, a creare un buco debitorio plurimilionario. Non abbiamo timore nell'affermare che esso non si discosta molto dai 9milioni di euro. Che ora lorsignori vogliono colmare con i soldi dei cittadini. 

Tutto questo per gestire una serie di servizi di cui avrebbe potuto occuparsi direttamente l'ente comunale in maniera oculata, portando soldi nelle casse piuttosto che bruciarli. Però serviva costruire un carrozzone clientelare, funzionale alla creazione di consensi elettorali e non solo.Esploso il bubbone, ecco il coniglio uscire dal cilindro: a Sezze viene da fuori l'ennesima società. Dopo il CNS, salito agli onori delle cronache in questi giorni perché direttamente coinvolto in Mafia Capitale, ma che ha operato a Sezze già negli anni '90, ecco arrivare la AeG per svolgere più o meno gli stessi compiti, dal censimento degli immobili alla riscossione dei tributi. Il tutto, pur di evitare la gara pubblica, che è d'obbligo dopo i 40, alla modica cifra di 38mila euro. Somma già ampiamente superata dal solo aggio di cui la società usufruirà per la riscossione coatta dei soli F24 recapitati in questi giorni. Con tutti questi spacchettamenti di compiti, alla Spl che rimane, la gestione delle luci votive al cimitero? E tutti questi spacchettamenti sono legittimi? 

La realtà è che la maggioranza di Campoli e la pseudo minoranza recitano a soggetto dopo aver posizionato sulle teste dei sezzesi una mannaia.


Bollette pazze, si recita a soggetto

26 gennaio 2015

Solo incapacità amministrativa o qualcosa di più nella vicenda degli atti giudiziari inviati dalla AeG, riferiti a pagamenti ICI 2008-9, che stanno pervenendo in questi giorni nelle case di tanti contribuenti sezzesi? Comunque stiano le cose è evidente che tra decisioni poco chiare da parte dei funzionari che dirigono la baracca comunale di Sezze, assessori quantomeno consenzienti se non complici e consiglieri comunali alquanto “distratti”, questo Comune è in un cul de sac. 

Ma a rimetterci, in termini di denaro che dovrebbero sborsare, sono sono soltanto i contribuenti, già chiamati a pagare Tari e Tasi con l'applicazione delle più alte aliquote in Italia. Siamo comunque alle solite, ai ricorrenti teatrini cui ci ha abituato la politica locale, con protagonisti che recitano a soggetto. 

Non è stato così anche nella vicenda non ancora conclusa Dondi-Acqualatina-Comune di Sezze? Alcuni consiglieri comunali, ben felici di vedersi fotografati in prima pagina, si fanno paladini contro situazioni determinate anche dalle loro scelte, pensando che i cittadini possano facilmente dimenticare che i vari Brandolini, Di Palma e Reginaldi hanno sostenuto con le proprie candidature, votato e fatto votare, l'amministrazione del sindaco Andrea Campoli e che l'altro paladino Lidano Zarra è stato colui che da sindaco creò l'SPL, il famigerato carrozzone che ha causato un buco plurimilionario di debiti, che comunque vadano a finire le cose, i sezzesi saranno chiamati a ripianare. La stessa SPL che con la sua gestione fallimentare ha determinato l'arrivo a Sezze della AeG, la spa di Lucca che sta inviando gli atti giudiziari con allegati gli F24.
Uno dei quattro, Reginaldi, non eletto, è riuscito ad entrare in Consiglio solo grazie alle dimissioni di Pietro Bernabei, chiamato dal sindaco a fare l'assessore. Ed è proprio il suo assessorato quello che si trova nel vortice di questa vicenda. Un secondo, invece, la Brandolini, ha un proprio rappresentante nel cda della SPL. Per non accennare poi, a chi passa indifferentemente dalla Mussolini alla lista Campoli. Di che cosa stiamo parlando? Questi se la suonano e se la cantano, si pesta sempre nel torbido. Ma al di là delle considerazioni sul teatrino e sulle sceneggiate strumentali sull'orlo di una crisi di nervi e di incatenamenti scenografici, chi ha ricevuto le bollette, irricevibili, come dovrebbe comportarsi? E se a Sezze è possibile che succeda anche questo, oltre a quanto già accaduto, che altro ci si può aspettare per il futuro di questa città con tali amministratori?


Mafia Capitale o Mafia Nazionale?

17 dicembre 2014

La stanno chiamando Mafia Capitale, ma la denominazione è riduttiva.
Per noi di Mlis si tratta di un “sistema” di governo dei territori e dei diversi “business” che li riguardano, generalizzato, estendibile a tutti gli enti.
Sono anni che lo sperpero di denaro pubblico, la “mala”amministrazione, il clientelismo e le clientele, le consorterie che controllano gli “affari”, sono nel nostro mirino.
Nel 2011 intervenivamo duramente sul “business immigrati”, o almeno noi lo definivamo così, perché ancora nessuno ne parlava in questi termini. Un ministro, Mara Carfagna, veniva a Sezze ad elogiare la Karibù, cooperativa che si occupava e si occupa di accoglienza di “rifugiati politici”. Nell'ambito di quel progetto Sprar, oggi balzato ai disonori delle cronache. 

A breve sarebbe scoppiato, proprio a Sezze, uno “scandalo”, che coinvolse diversi amministratori. La Karibù è ancora attiva in questo comune ed in comuni limitrofi, tutti interessati da un flusso immigratorio impressionante.
Sempre oggi torna di attualità anche il CNS, quel consorzio facente parte di Lega Coop, portato a Sezze a metà degli anno '90 per rilevare e censire i dati catastali e fondiari, per poi procedere alla riscossione dei tributi. Sulla relativa procedura di affidamento del servizio, su come veniva effettuato, sulle forzature dell'intera operazione, la destra sociale di Sezze si mobilitò sollevando subito dei dubbi, anche tramite una interrogazione parlamentare fatta presentare in Senato nel 1996. Questioni, quella della cosiddetta accoglienza e del CNS, che oggi tornano di attualità. Non siamo stati facili profeti, ma semplicemente attenti osservatori delle dinamiche del territorio. Di queste specifiche, come delle altre che stiamo trattando.
Esistono differenze tra i metodi di gestione romani e quelli di questo territorio?


Ecomostro, nessuno può chiamarsi fuori

9 dicembre 2014

Movimento libero Iniziativa Sociale non si stupisce per le dichiarazioni rilasciate alla stampa dal consigliere comunale Lidano Zarra, ex sindaco di Sezze, nel merito della vicenda Ecomostro-Anfiteatro. Si tratta palesemente di un puerile tentativo di tirarsi fuori, attribuendo responsabilità anche ad altri, che restano comunque corresponsabili. Come dire, tutti colpevoli nessun colpevole. Ma la realtà è altra. Fissiamo innanzitutto un punto fermo: per quanto riguarda la nostra azione finalizzata a fare luce su uno scempio costato milioni di euro alla collettività, essa è arrivata, dal punto di vista dell'iter amministrativo, dove doveva arrivare. 

Siamo partiti dal Comune di Sezze, siamo passati attraverso la Regione Lazio e siamo giunti alla Comunità Europea. Il 20 Marzo 2013, tanto per parlare chiaro, cioè tramite gli atti ufficiali e non facendo chiacchiere, come ben sa Zarra e come ben sanno gli altri amministratori, l'Autorità di Gestione del Docup Ob.2, ha inviato alla Regione Lazio ed al Comune di Sezze una nota “definitiva” tramite la quale ha comunicato la richiesta di restituzione del relativo finanziamento, in quanto l'intervento “non è operativo”. 

E qualcuno ancora tenta di far credere che quell'obbrobrio può essere portato a termine, con ulteriore sperpero di denaro. La verità è che si è trattato di una operazione trasversale e consociativa, partita con gli atti dell'ex sindaco Giancarlo Siddera, continuata con le ruspe sotto l'amministrazione Lidano Zarra e portata avanti dall'attuale sindaco Andrea Campoli. Ma quale continuità amministrativa e quale obbligo a continuare la perpetrazione di un disastro ambientale, storico ed economico!
Altro dato e non bla, bla: il
18 Ottobre 2005, sindaco Zarra, l'APT di Latina diffidava il Comune di Sezze a “sospendere immediatamente ogni intervento sull'area”, che era di proprietà APT ed era stata concessa al Comune per la realizzazione di tutt'altro progetto. Il direttore APT, Paolo Graziano, comunicò direttamente alla Regione Lazio che il Comune di Sezze non aveva tenuto conto di questo progetto preliminare, procedendo autonomamente e che nonostante richieste di chiarimenti “non si è avuto alcun riscontro”. Perché Zarra non ne ha tenuto conto? Perché l'attuale sindaco Andrea Campoli, all'epoca consigliere provinciale, ha fatto orecchie da mercante?
La verità è che il cerchio si sta chiudendo e tutti, ribadiamo, tutti gli amministratori cominciano a preoccuparsi. Non solo i sindaci quindi, ma anche quei consiglieri che questo disastro hanno provocato con il voto favorevole.


Le TV e gli sprechi di denaro pubblico a Sezze
2 dicembre 2014

Dopo L'Arena su RAI 1, L'aria che tira su La 7, Presa diretta su RAI 3, Strscia la notizia, Canale 5, anche Agorà di Riccardo Greco, RAI 3, si è interessata alle battaglie contro gli sprechi di denaro pubblico che riguardano questo territorio, con particolare riferimento agli 80milioni di euro bruciati nella “nuova” SR 156 nel tratto Sezze- Priverno ed ai 3milioni di euro buttati per l'Ecomostro-Anfiteatro di Sezze, portate avanti nel corso di questi anni da Movimento libero Iniziativa sociale.
Il servizio è andato in onda nella mattinata del 2 Dicembre, dopo che, nei giorni precedenti, anche Radio Cusano aveva raccolto una intervista su queste questioni da un nostro dirigente. Stiamo quindi riuscendo a tenere accesi i riflettori, a livello nazionale, su problematiche che meriterebbero la giusta considerazione da parte di istituzioni ed autorità preposte ai controlli.
Purtroppo, ancora una volta, dobbiamo registrare un episodio teppistico, che ha portato al danneggiamento dell'automobile di un responsabile di MLIS. Il fatto è stato regolarmente denunciato presso la locale stazione dei Carabinieri, come era già stato denunciato un analogo atto verificatosi in concomitanza con la messa in onda dei servizi registrati per la trasmissione di Massimo Giletti. Se qualcuno in tal modo pensa di poter intimorire chi sta portando avanti queste azioni di impegno civile, ha sbagliato di grosso. L'impegno va avanti. Va avanti fattivamente, con denunce circostanziate relative a fatti concreti, mentre in tanti si riempiono la bocca, in maniera generica e strumentale, sproloquiando di non meglio definite “mafie”. La consorteria, su questo territorio, è ben individuabile, solo se si andasse a verificare seriamente l'incrocio diabolico tra affari, appalti e politica.


Madonna della Pace... e i soldi?

18 novembre 2014

Movimento libero Iniziativa sociale si sente in dovere di intervenire sulla questione, in questo momento tanto dibattuta, spesso a sproposito e strumentalmente, Madonna della Pace-Comunità ortodossa rumena. Per un motivo semplice: siamo gli unici ad essersi interessati in maniera seria delle problematiche legate alla immigrazione selvaggia a Sezze ed agli sprechi che interessano parecchie opere pubbliche di questo territorio. 

Partendo dal presupposto che ci sembra superfluo ribadire la nostra contrarietà all'utilizzo improprio, soprattutto da parte di stranieri, di una struttura sulla quale sono stati investiti centinaia di migliaia di euro degli italiani finalizzati ad uno scopo ben preciso, e che ha rappresentato e rappresenta per Sezze una rilevante valenza storica, è importante sottolineare alcuni aspetti non ancora evidenziati. 

La chiesa di Madonna della Pace, all'epoca ancora di proprietà della Curia, non fu acquistata direttamente dal Comune. Essa passò prima in mano a privati e solo in seguito fu acquisita nel patrimonio comunale. Se il Comune di Sezze era interessato alla sua acquisizione, perché l'acquistò solo in un secondo momento? 

Per MLIS, che da tempo si sta interessando, solo per fare un esempio, all'asse patrimoniale del Conservatorio Corradini scontrandosi contro il muro di gomma delle diverse amministrazioni locali e non solo, cointeressate, non rappresenta una novità il fatto di trovarsi di fronte a passaggi di proprietà quantomeno poco chiari e sui quali non si intende fare chiarezza. 

Riteniamo che l'amministrazione debba delle risposte. Quella stessa amministrazione comunale di Sezze che ottenne finanziamenti cospicui per la ristrutturazione del manufatto storico, per lavori che avrebbero dovuto portare alla realizzazione di un centro di arti e mestieri. O almeno così si strombazzò. Il seguito della vicenda Madonna della Pace è noto ed analogo alla sorte di altri manufatti. 

“Bruciati”quei finanziamenti, i lavori non furono portati a termine e l'opera fu abbandonata a se stessa. Quello che è praticamente successo e sta succedendo per il Monastero delle Clarisse, il Palazzo Pitti, l'Anfiteatro. 

Non solo l'opera fu abbandonata, ma l'intero sito cadde nel dimenticatoio. Ormai nel degrado fu ripulito e risistemato grazie solo all'intervento volontario di un comitato di residenti ormai stanchi. Dando per scontato che l'amministrazione non può pensare di gestire a proprio piacimento e secondo le proprie convenienze un patrimonio che è di tutti consegnandolo a privati, affermiamo che non ci si può distogliere né deviare rispetto alle finalità dei soldi ottenuti per pubblica utilità.
Non ci interessano gli ortodossi, non prendiamo in considerazione coloro che poco credibilmente si scoprono nazionalisti solo in questa occasione, pretendiamo soltanto che venga fatta chiarezza su come in questo Comune vengono sprecati ingenti finanziamenti.


Sezze, la stangata

23 settembre 2014
Come può essere definito un salasso di oltre 6milioni di euro che dovranno uscire dalle tasche dei sezzesi tra ottobre e dicembre, se non stangata? 

Eppure i responsabili di questo “prelievo”, a cominciare dall'assessore competente Pietro Bernabei, tentano di negare l'evidenza. Fra Tasi, Tari ed Imu, i cittadini, storditi da una politica “panem et circenses”, si troveranno, dopo la notte bianca... in bianco. Il gettito Tari ammonterà a circa 3milioni 700mila euro, intorno agli 800mila l'esborso Imu per attività e seconde case, tutto il resto, fino ad un totale di 6milioni e 200mila euro circa, verrà ingoiato dalla Tasi. Una tassa nuova di zecca, tramite la quale il comune di Sezze toglierà soldi dalle tasche dei cittadini per illuminazione pubblica, sicurezza, comprensiva della protezione civile e della polizia locale, servizi demografici, manutenzione delle strade e del verde pubblico, servizi cimiteriali, quelli sportivi e quelli culturali, Sagra del carciofo e Sacra rappresentazione, nonché il sito istituzionale del comune.

Un cittadino, in cambio di servizi efficienti ed alta qualità della vita, pagherebbe anche volentieri, ma non è certo questo il caso di Sezze. 

La stangata, poi, arriva in un momento particolarmente difficile per gli italiani ed una amministrazione sensibile ai problemi economici dei cittadini ne avrebbe dovuto tenere conto. Invece niente di tutto questo. La legge ha fissato le aliquote da una base minima nazionale dell'1x1.000 ad una massima del 2,5x1.000, prevedendo anche una maggiorazione non superiore allo 0,8x1.000. Campoli e la sua amministrazione hanno raschiato il fondo del barile, applicando il massimo possibile, cioè un'aliquota pari al 3,3x1.000. Ben diversamente si sono comportate altre amministrazioni. 

Ad esempio, nella vicina Sermoneta, uno fra i borghi più belli d'Italia e quindi ben lontana dal degrado di Sezze, verrà applicata un'aliquota appena superiore alla minima. Parliamo di un comune, i cui amministratori stanno anche rinunciando agli emolumenti per contenere le spese. E i nostri? 

Gli amministratori di Sezze, dal primo cittadino all'ultimo dei consiglieri e degli assessori, continuano a costarci circa 2milioni di euro a legislatura, pur chiedendo sacrifici agli amministrati. 

E tutte le promesse fatte nel merito, a cominciare dalla “rinuncia” allo stipendio da parte del sindaco Andrea Campoli? Aria fritta. E il “moralizzatore” Sergio Di Raimo, che in passato tentava di far credere di voler rinunciare a tutto? Non ha rinunciato a niente. A loro dei cittadini non interessa. Tutti presi dal tentativo di tappare i buchi, come quello della Spl, determinati dalle loro gestioni, dimenticano i cittadini. Dimenticano le attività locali, quelle dei piccoli commercianti, imprenditori ed artigiani. Già in forte difficoltà, sopravviveranno alla mazzata sferrata dal comune di Sezze? 


Casa della Salute, nuovo modello di sfascio sanitario

26 agosto 2014

Casa della Salute, nuovo modello di... sfascio della sanità. Ma il consigliere regionale Enrico Forte scherza o è veramente convinto di quello che dice? Perché se crede nelle sue affermazioni, dimostra di essere disinformato e di non conoscere in particolare la situazione di quella di Sezze e soprattutto la storia dell'ospedale civile che per anni è stato attivo nel più importante centro dei Monti Lepini. Come si può cercare di far passare come “elemento di un nuovo modello di sanità sui territori del Lazio”, quella che rappresenta soltanto una sconfitta per i cittadini, che hanno pagato un nosocomio costato prima miliardi di lire, poi milioni di euro, per vederselo progressivamente scippare a causa di scelte politiche determinate da chi aveva ed ha interessi nella sanità privata? Perchè la storia dell'ospedale di Sezze è questa. Svenduto da chi su di esso ha costruito fortune politiche, personali, carrieristiche. Vogliamo parlare di questo? Vogliamo parlare delle gestioni aziendali pregresse, a prescindere dalle appartenenze partitiche? Da Badaloni a Storace, da Marrazzo alla Polverini, per arrivare a Zingaretti, la musica è sempre stata la stessa. E oggi Forte vuole fare dimenticare ai cittadini tutto quello che è stato perso, facendo credere che le case della salute non siano solamente strumenti di lottizzazione che al cittadino offrono niente più che le stesse prestazione del medico di famiglia. 

Il consigliere regionale, in questo vano tentativo, snocciola una serie di cifre riferite al numero delle prestazioni e delle giornate di degenza infermieristica. Dimentica però che le prestazioni a Sezze sono sempre state effettuate e per quanto riguarda le degenze, anche se i numeri sono limitati, si tratta di degenze a rischio, in quanto la struttura garantisce poco o niente. Le dichiarazioni di Forte sono comunque contraddittorie se non fuorvianti. Perché a lamentarsi di questo “modello” non sono solo gli utenti, ma anche gli operatori del settore. A cominciare, a Sezze, da qualche consigliere comunale-medico, che non solo ha parlato della non operatività della Casa, ma ha addirittura dichiarato che “14 medici di famiglia hanno deciso di aprire dal 1° settembre la Casa della Salute”. Si presume, quindi, che finora si sia solo perso del tempo. Di che parla allora Enrico Forte? E perché omette di rispondere sulla pratica dell'intramoenia? Secondo lui è normale che, per una qualsiasi prestazione, nel pubblico vengano fissate prenotazioni anche a distanza di mesi, se non anni? E' normale che nella stessa struttura, ma pagando l'intramoenia, quella stessa prestazione venga effettuata nel giro di poche ore? E' normale, caro Forte, che mentre voi determinate la chiusura degli ospedali pubblici, ci sia un fiorire di cliniche private in regime di convenzione?


Casa della Salute, colossale presa in giro

24 agosto 2014
Una grande presa in giro: è questo la Casa della Salute di Sezze. Come dovrebbero reagire i cittadini di fronte ad una affermazione del tipo “14 medici di famiglia hanno deciso di aprire dal 1° settembre la Casa della Salute”? E' l'ormai super agitata Antonia Brandolini a dare questa non notizia, tramite un ennesimo comunicato. Ma non era già stata inaugurata in almeno un altro paio di occasioni? La realtà è che nessuno si è reso conto di una qualche novità di segno positivo in tema di sanità locale, dalla prima inaugurazione, effettuata alla presenza del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, ad oggi. La Brandolini di tale fallimento è responsabile in prima persona, non solo in qualità di medico, ma soprattutto come amministratrice locale, eletta in una lista di sostegno al sindaco Andrea Campoli, e come consigliere comunale che ha appoggiato un comitato che pareva volesse impegnarsi per la riapertura dell'Ospedale Civile San Carlo. Salvo poi accontentarsi, chissà perché, di questa presa per i fondelli chiamata Casa della Salute.
La verità, come ben sa Zingaretti e chi sta favorendo, anche con un interessato silenzio, le sue politiche regionali in materia sanitaria, è che queste strutture, che si vorrebbero far passare come panacea di fallimenti indotti e studiati a tavolino al fine di rendere non competitiva la sanità pubblica, in realtà sono niente. Rappresentano solo un velo sollevato da tutte le forze politiche presenti in consiglio regionale, da Forza Italia al M5S passando per il PD, nel tentativo di celare una triste verità: si stanno favorendo in tutti i modi possibili ed immaginabili quelle cricche e consorterie affaristiche che nella sanità vedono solo un grande business nel quale stanno investendo privatamente. In questa situazione vergognosa il cittadino si trova a pagare la sanità tre volte: contribuendo con le tasse a mantenere il carrozzone della sanità pubblica come se funzionasse, con i tickets, con le convenzioni alla sanità privata. E questo cittadino che paga, con la chiusura degli ospedali e l'apertura delle Case della Salute che cosa sta guadagnando? Niente. Lo hanno ben capito i cittadini di Amatrice che, giustamente, stanno chiedendo di andarsene dalla regione Lazio, per sfuggire alle “logiche”politiche che vorrebbero imporre la chiusura del locale ospedale e la sua sostituzione con una Casa della Salute. A Sezze, invece, il ruolo che stanno assumendo certi politici è quello di cercare di indorare il più possibile la pillola. Del tutto funzionali alle politiche sanitarie regionali, si prestano a questi sporchi giochi. Cercando di far dimenticare che Sezze ha avuto un ospedale, costato fior di soldi pubblici, svenduto da una politica che ancora oggi continua ad essere la rovina della sanità pubblica.


Disastro Sardellane, comunicato di rivendicazione

20 agosto 2014
L'ex presidente Astral Giovan Battista Giorgi ha voluto esprimere con un comunicato tutta la sua soddisfazione, attribuendone i meriti alla sua gestione, per la terza perizia di variante per i lavori di “adeguamento” della SR 156. Se vuole fregiarsi di questa “medaglia” si accomodi: si tratta di un ecomostro che ha devastato una vasta porzione di territorio sul quale insistono risorgive, un fiume, un lago, canali, il complesso di captazione delle Sardellane che da acqua a mezza provincia di Latina. Un ambiente il cui equilibrio è stato gravemente danneggiato da colate di cemento e di asfalto senza senso. Perché questa strada, i cui costi sono a tutt'oggi stimabili intorno agli 80 milioni di euro solo per il tratto Sezze-Priverno (appena 14 km, quindi circa 6 milioni di euro a km!), come è ben noto è andata ad incunearsi in un “cul de sac” compreso tra ferrovia Roma-Napoli, Lago Mole Muti, Fonti delle Sardellane. Bloccandosi. Uno spreco di denaro pubblico per un'arteria tracciata non si riesce a capire come e perché. O meglio, pensando ai suoi enormi costi qualcosa si può intuire. Perché a furia di varianti al progetto, a furia di perizie, a furia di varianti alle varianti, di perizie su perizie, le spese sono lievitate enormemente. Basti pensare che solo questa terza perizia di variante di cui si fregia Giorgi, ha portato l'impegno di spesa da 65.954.201,55 a 78.962.417,61 di euro. Specialmente nelle spese tecniche sono stati proposti aumenti ingiustificati da 540.000 euro a 2.100.000: un premio per chi ha sbagliato. Si tratta della perizia che prevede solo l'ampliamento della sede stradale nell'area Fonti Sardellane (circa 3 km di strada). Un aggravio di euro 13.008.216,07 per una variante pericolosissima ad un progetto già disastroso. Perché, evita di dire Giorgi, è quella che prevede l'abbattimento dei pozzi delle Sardellane. Ma è mai possibile che nessuno, soprattutto tra chi deve vigilare, non si ponga degli interrogativi sui rischi che comporta la realizzazione di tale progetto, con pali di fondazione che andranno ad inquinare la falda? Questa dei pozzi da spostare per fare posto alla strada è solo la più assurda delle forzature di un tracciato che non si poteva scegliere più complicato. Come è stato possibile ignorare l'esistenza di tutti i problemi, non solo idrogeologici, che sarebbero scaturiti dall'aggressione fatta a questo territorio? Eppure erano ben note le sue problematiche, solo che si è preferito andare avanti nella realizzazione di un progetto senza capo né coda, con una serie di varianti che ha fatto lievitare notevolmente i prezzi.
Da sottolineare che la nota diffusa da Giovan Battista Giorgi viene a smentire quella precedente di Acqualatina, tramite la quale si cercava di tirare fuori dalla questione Sardellane l'amministratore delegato Raimondo Besson, ex consulente di Giorgi in Astral, da noi chiamato in causa nella sua duplice veste. Giorgi invece attribuisce questa vergognosa opera alla sua presidenza Astral, con Besson suo consulente. Ne prendiamo atto.


Raimondo Besson, un nome ricorrente

1 agosto 2014
Movimento libero Iniziativa sociale si riserva di entrare nel merito del passaggio da privato a privato (cioè dalla Costruzioni Dondi Spa ad Acqualatina) nella gestione del servizio idrico-fognario nel comune di Sezze, con un prossimo documento. Nel frattempo ci sembra indispensabile denunciare una situazione che sta incredibilmente prendendo corpo. Raimondo Besson, amministratore delegato di Acqualatina, ma già consulente Astral durante la presidenza di Giovan Battista Giorgi, sta confermando quelle che erano tutte le nostre perplessità sollevate rispetto alla ipotizzata variante del progetto della SR 156. In occasione del passaggio di consegne degli impianti idrici locali, sancito anche con una stretta di mano al sindaco Andrea Campoli, si è tornato a parlare delle Sorgenti delle Sardellane; quelle, per intenderci, dove è andata a sbattere, secondo un tracciato demenziale finora costato circa 80 milioni di euro, quella che avrebbe dovuto essere la nuova 156.
Secondo Besson, che ha confermato una assurdità razionalmente improponibile, i pozzi in basso rispetto all'impianto superiore sarebbero compromessi per la realizzazione del completamento della strada. L'amministratore delegato da per sicura la loro eliminazione al fine di proseguire il continuamento del tracciato. Accantonando per ora le valutazioni su un molto probabile dissesto idrogeologico di tutta l'area che in tal modo si rischierebbe di provocare, Besson, nel duplice ruolo di ex consulente Astral e di attuale amministratore Acqualatina, non farebbe meglio a spiegare come sia stato possibile bruciare decine di milioni di euro in un progetto disegnato per andare a finire, dopo aver attraversato il terreno paludoso circostante il Lago Mole Muti, nel budello stretto tra la ferrovia Roma-Napoli, la Montagna delle Quartara e le Sorgenti delle Sardellane? Quello che non può essere stato semplicemente un errore di valutazione, non fosse altro perché i lavori durano da anni con i costi che conosciamo, va ad intrecciarsi con l'attività di una società il cui attuale amministratore delegato è la stessa persona che prestava consulenze all'Azienda Strade Lazio, cui è stata affidata la SR156. Vista la storia di questa opera, aumentano le nostre preoccupazioni relativamente anche alla fine che si vorrebbe far fare a quei pozzi.


Sanità pubblica ad uso privato

28 luglio 2014
Vi siete mai chiesti perché i Pronto Soccorso sono super affollati ed i cittadini costretti ad estenuanti attese per ricevere un servizio che è anche un sacrosanto diritto sancito dalla costituzione, il diritto alla salute? Senza dubbio l'invasione immigratoria ha contribuito al loro sovraffollamento. Come anche la chiusura dei piccoli ospedali ha determinato il caos nei P.S. Ma la causa principale di questo clamoroso disservizio è che le liste di attesa per ricevere prestazioni specialistiche sono da 6 mesi ad 1 anno, per cui un cittadino che non ha la possibilità economica di rivolgersi al privato, è costretto ad affollare i P.S. per ricevere la prestazione. Ma attenzione: il privato è lo stesso medico che dovrebbe dare la prestazione in convenzione, per la quale l'attesa è di un anno. Ma ecco che, magicamente, se paghi la prestazione intramoenia, la visita è fattibile in 24 ore. Una porcata determinata anche dalla “riforma Bindi”. Tale riforma dà la possibilità ai medici dipendenti pubblici (Ospedalieri e specialisti ASL ), che hanno scelto il rapporto unico con l' azienda sanitaria, di esercitare attività privata all' interno della stessa azienda. Per cui un Ospedaliero che ad esempio effettua Ecodoppler in convezione, può eseguirli anche in attività privata all' interno dell' Ospedale, utilizzando i locali, il personale infermieristico, gli strumenti che appartengono alla collettività, lasciando solo una esigua percentuale all' azienda sanitaria. Avete capito perché abbiamo usato il termine" porcata" ? Prima della riforma Bindi, un medico Ospedaliero che voleva esercitare attività specialistica privatamente, doveva affittare uno studio, pagare luce, gas, segretaria ed acquistare tutta la strumentazione necessaria e provvedere alla dovuta manutenzione tirando fuori i soldi dalla propria tasca e non da quella dei contribuenti. Secondo voi, per un paziente che prenota un Ecodoppler e l' appuntamento viene dato per l' anno successivo, quante possibilità ci sono che egli si presenti il giorno della visita? Scarsissime. Per questo tipo di prestazioni vengono dati 4 appuntamenti ogni ora, per 4 ore di lavoro il prodotto è di 16 appuntamenti. Dopo un anno di attesa forse si presenteranno 3 o 4 pazienti che probabilmente non avevano neppure bisogno di tale accertamento. Chi realmente ha necessità non può aspettare un anno. Quindi, il medico e l' infermiera addetta passeranno tutte e 4 le ore a girarsi i pollici, mentre le nuove prenotazioni continueranno a slittare a dopo un anno. Adesso però, finalmente, a Sezze è stata creata una Casa della Salute, che risolverà tutti i problemi presenti e futuri! Un ricovero nella Casa della Salute costa 180 euro al giorno, contro i 1200 del costo giornaliero presso il S.M.Goretti. È vero. Ma intanto é una degenza infermieristica, per cui i malati per essere ricoverati devono godere di buona salute (che stronzata!). Ma, anche a "soli" 180 euro al giorno, se per effettuare qualche analisi o consulenza specialistica il paziente resta ricoverato per 20 giorni, il costo complessivo è di 3600 euro. Una sanità pubblica costruita per il privato.


Da Beppe Grillo a Johnny Stecchino
25 luglio 2014

C'è chi considera, sconsideratamente, le denunce sugli sprechi che hanno interessato e interessano il territorio del comune di Sezze, “discorsi ampollosi” che l'amministrazione locale non dovrebbe ascoltare. Premesso che le amministrazioni locali hanno fatto puntualmente orecchie da mercante, evitando sistematicamente le scottanti problematiche che riguardano, tanto per fare gli esempi più eclatanti, gli 80milioni di euro bruciati nella SR 156, i 3milioni dilapidati nell'Ecomostro-Anfiteatro, gli oltre 5milioni fatti sparire, finora, nel pozzo di San Patrizio-fabbrica di San Pietro rappresentato dal Monastero delle Clarisse, gli altri dilapidati nel mai terminato Palazzo Pitti, e potremmo continuare, si comincia a capire quale è il ruolo che si intende far assumere a qualche personaggio già addomesticato nel tentativo di indirizzare una fantomatica neo opposizione. Una pseudo opposizione che chiaramente se ne dovrà guardare bene dall'intervenire su questioni come quelle da noi sollevate, a partire dalla nebulosa che circonda gli ingenti beni patrimoniali del Conservatorio Corradini, o su altre che riguardano direttamente chi tira le fila di certa politica a Sezze. Molto più comodo parlare della buca, del lampione che non fa luce o dell'estintore scaduto, ma solo quando le scuole sono chiuse. Più comodo e deviante rispetto ai problemi legati ai grandi interessi che si muovono sul territorio ed a chi li gestisce. Noi da anni li combattiamo, denunciandoli. Cosa che non ci ha impedito, nel frattempo, di essere vicini ai cittadini nei problemi legati alla ordinaria amministrazione, dalle carenze del servizio idrico fognario a quelle che riguardano la sicurezza di tutti. Il M5S, addirittura, vorrebbe che non si parlasse di “nuove costruzioni” e di depuratori. Per nuove costruzioni che cosa si intende? Forse le migliaia di metri cubi di cemento riversati su un territorio affatto tutelato, da ditte la cui provenienza non è locale, che stranamente vengono ad investire in una zona che di tutto ha bisogno meno che di “villette a schiera”? Non è forse uno scandalo da denunciare quello legato alla realizzazione di un parcheggio privato in località Vallicella, che ha sottratto alla pubblica utilità, ormai da anni, un'area a ridosso del centro storico? E non si deve parlare nemmeno dello scandalo di una depurazione mai effettuata, che ha determinato l'inquinamento dei canali della piana? O del nuovo depuratore, altra opera costosissima, il cui tracciato sta già deturpando irrimediabilmente una delle aree più importanti archeologicamente di Sezze?
Quello del M5S sembra un film già visto. Ricordate Benigni e Johnny Stecchino? I grandi problemi di Palermo, in quella pellicola, secondo qualcuno erano la siccità, la disoccupazione, ma soprattutto... il traffico.


Dondi, continuano le prese per i fondelli 

8 luglio 2014

Solo chiacchiere. Perché se le diverse amministrazioni locali ed i politici succedutisi al governo del Comune di Sezze, dal 1993 ad oggi, avessero avuto la volontà di risolvere definitivamente la gestione dei servizi idrico e fognario da parte della Costruzioni Dondi Spa di Rovigo, avrebbero potuto farlo senza alcun problema, attenendosi semplicemente alla convenzione. Di fronte alle evidenti inadempienze da parte del gestore, che è inutile tornare ad elencare, si sarebbe dovuto ricorrere in sede civile al fine di rescindere il contratto e farsi risarcire i relativi danni. Evidentemente non potevano farlo. Quindi l'unica domanda che si dovrebbe loro rivolgere è questa: che cosa vi lega e vi ha legati a doppia mandata alla Dondi, da voi coperta in maniera evidente? Il resto sono solo battaglie di retroguardia. Possiamo ben dirlo noi che puntualmente nel corso degli anni ci siamo opposti in tutti i modi possibili e immaginabili nel solo interesse dei sezzesi, anche ad una commissione di vigilanza studiata appositamente per non vigilare. Tutte cose da noi fatte puntualmente in tempo reale, cioè quando venivano perpetrati i misfatti. Fino ad arrivare alla denuncia di un sindaco inadempiente, condannato per aver tenuto nel cassetto pericolosi risultati relativi alla potabilità dell'acqua erogata. Misfatti che hanno visto silenti tutte le altre forze politiche e singoli esponenti di partito, compreso qualcuno che oggi viene ritenuto, da neofiti della politica ma da sempre cittadini silenti, “unico consigliere disposto a tutto per far funzionare la maggioranza”. Insomma, è una grande presa in giro dei cittadini. Da parte anche di un sindaco, Andrea Campoli, che di fronte alla penuria idrica periodica oggi tenta di farsi bello facendo uscire dalla sua bocca termini, aggettivi ed intere frasi da noi affermate nel corso degli anni, ma rigettate e sistematicamente ignorate. Se non fossimo anche noi cittadini di Sezze ed anche noi non subissimo i disagi ed i danni della gestione Dondi-Acqualatina-Comune di Sezze, potremmo fieramente dire di aver avuto sempre ragione. Si tratta certamente di una soddisfazione che ci lascia con l'amaro in bocca. L'unica cosa che possiamo dire è di avere fatto il nostro dovere civico e di non esserci fatti mai prendere per i fondelli. E lo abbiamo fatto mettendoci sempre la faccia e facendo nomi e cognomi, in tutte le sedi, dei responsabili di questo disastro.


Sanità pontina, un flop tra conferenze e blitz
6 luglio 2014

Finalmente hanno trovato la via giusta per risolvere i problemi della sanità pontina: una bella conferenza dei sindaci, tutta gente che naturalmente finora non sapeva niente di quello che accadeva negli ospedali che insistono nei territori comunali di loro competenza. Come diceva Bettino Craxi, quando non si vuole affrontare un problema vengono organizzate commissioni ad hoc. Uno che avrà fatto tante minchiate, ma che almeno in questo caso ci ha azzeccato. Insomma, la conferenza è un modo come un altro per lavarsene le mani, rinviare i problemi per non affrontarli. 

D'altronde come potrebbero fare altrimenti Di Giorgi & company, nel tentativo di sviare l'attenzione dell'opinione pubblica rispetto alle proprie responsabilità? Abbiamo sentito parlare da Zingaretti e dai suoi degni compari di giunta regionale, di “case della salute” come una via d'uscita rispetto alle tante emergenze. Una “casa della salute” è stata inaugurata nel comune di Sezze, quello presieduto dal democratico Andrea Campoli, uno che di inaugurazioni se ne intende, sulle ceneri del vecchio ospedale, costato milioni di euro. 

L'unico risultato è che i servizi, per quanto possibile, sono peggiorati e tutto quello che veniva sbandierato come conquista dei cittadini si sta rivelando più che un flop, una vera e propria truffa alla Totò. Si sono spesi altri centinaia di migliaia di euro per lavori su lavori già effettuati, ma per una semplice ecografia le liste di attesa sono anche più lunghe di prima. Intanto chi ci guadagna continua ad essere la sanità privata, perché “o ti mangi questa minestra, o ti butti dalla finestra”. Gli stessi promotori della “casa” hanno cominciato a prendere le distanze da una operazione che sa tanto di fumo negli occhi e presa per i fondelli. 

La verità, ormai agli occhi di tutti ma che ci preme tornare a sottolineare, è che si sono create e si continuano a favorire condizioni che consentono ai privati di gestire la salute della gente in regime di quasi monopolio, con una sanità pubblica ridotta all'osso da una politica che l'ha divorata a propri fini, che non è in grado minimamente di essere competitiva. D'altra parte come è concepibile una sanità pubblica “governata” e comunque condizionata da personaggi riconducibili ad associazioni industriali o imprenditoriali? 

La sanità pontina è lo specchio di quella nazionale, anzi di più. Qui è stata eletta una senatrice del M5S, Ivana Simeoni, madre del deputato M5S Cristian Iannuzzi nonché, soprattutto, operatrice da anni del 118 locale, che per verificare la carenza degli organici medici ed infermieristici e quella dei pronti soccorsi è stata “costretta”, tempo fa, ad effettuare un blitz con il suo figliolo, strombazzato ai quattro venti. Come se si fosse trattato di una qualsiasi cittadina che ha appena saputo che al S. Maria Goretti di Latina si fanno anche giornate di attesa per essere visitati.


Ma Grillo lo sa?

5 luglio 2014

A chi tirano la carretta? I non meglio identificati “Grillini” di Sezze, al momento sembrano voler costruire il futuro con Antonia Brandolini e Serafino Di Palma. E soprattutto con l'attuale sindaco Andrea Campoli. Almeno è quello che si evince da quanto abbiamo potuto apprendere dalla stampa locale. Sono così preoccupati per le sorti dell'amministrazione, da invocare il rientro in maggioranza dei due consiglieri, tanto da intimarlo con un perentorio “tornate a bordo... cazzo”, che vorrebbero sentire gridare da un non meglio definito “qualcuno”. A parte che nell'amministrazione comunale di Sezze le appartenenze a schieramenti di maggioranza o di minoranza sono altamente aleatorie, nel senso che si entra e si esce dall'una e dall'altra a seconda delle proprie convenienze come niente fosse, ma che differenze ci sarebbero tra i due pseudo salvatori della patria ed i vari Sergio Di Raimo, Giovanni Zeppieri, Giovanni Bernasconi o Paolo Rizzo? Costoro, tutti insieme, il futuro di Sezze lo hanno già ben determinato, conducendo la città nelle attuali paludi melmose. Per quale azione amministrativa rilevante si distinguerebbero, insieme ai restanti consiglieri comunali? Qui abbiamo sedici consiglieri intercambiabili: è ampiamente dimostrato dai fatti. E perché questa grande preoccupazione per un “Re” che non potrebbe ricandidarsi superata la boa dei due anni e mezzo di amministrazione? A Sezze siamo di fronte ad una classe politica che amministrativamente ha fallito e quindi meriterebbe non solo di andarsene a casa nella sua interezza, ma addirittura la gogna. Dobbiamo forse tornare ad elencare per l'ennesima volta i tanti problemi causati al paese da costoro? Ci sembra superfluo.
Per quanto riguarda la Brandolini, ci preme tornare a sottolineare, per chi dimentica presto o fa finta di dimenticare, che è stata eletta in quel partito, l'IDV, che nella Regione Lazio è stato degnamente rappresentato da un tale Vincenzo Maruccio, ex assessore ai Lavori Pubblici, ma più noto alle cronache per lo scandalo dei finanziamenti regionali. Ex assessore che ben conosciamo a Sezze in quanto è stato presente al taglio del nastro dell'ormai famigerata SR 156, la strada finora costata 80milioni di euro e andata a finire in un cul de sac. Di Palma poi, è ben caratterizzato dalle sue svariate migrazioni politiche dal centrodestra al centrosinistra passando per il centro. La nostra sensazione è che, “qualcuno” si sta già attivando per determinare, oltre alla maggioranza, anche una “opposizione”. Di comodo. Quella del M5S.


Sezze, di che ci stupiamo?

2 luglio 2014

Gli eventi di questi giorni non ci stupiscono. Come non ci stupisce chi si stupisce. Ma veramente il problema di Sezze è Luciana Lombardi? O certe questioni, sicuramente delicate nei loro risvolti, possono servire anche da cortine fumogene per nascondere altro? Non è certamente la prima volta che amministratori di questo Comune restano coinvolti in vicende giudiziarie e, senza voler essere facili profeti, riteniamo che non sarà nemmeno l'ultima. Si tratta di brutte storie che interessano un tessuto sociale ormai deteriorato soprattutto a causa di classi politiche dirigenti che hanno determinato un progressivo degrado della città. 

Perché nessuno si è scandalizzato per gli 80milioni di euro bruciati in quello scandalo della SR 156 denunciato da Movimento libero Iniziativa sociale? Perché nessuno ha osato puntare il dito contro chi ha presieduto per anni l'ASTRAL? Perché si è tentato in tutti i modi di silenziare la questione Ecomostro-Anfiteatro da noi sollevata a tutti i livelli? Perché ci siamo trovati da soli a sollevare questi scandali? Sta emergendo un quadro preoccupante su traffici illeciti a Sezze, ma nessun amministratore ha ancora raccolto il nostro invito a rendere pubblico il patrimonio del Conservatorio Corradini. Nel contempo si blocca il tanto strombazzato “nuovo PRG”. Perché? Va bene la Lombardi, ma perché nessuno si è mai chiesto come e da chi sono stati gestiti gli appalti ed i lavori pubblici locali, almeno dall'abbattimento di Ferro di Cavallo in poi? 

E la gestione SPL, i milioni di euro di debito che la riguardano? E la fallimentare gestione del servizio idrico-fognario? Qualcuno chiede le dimissioni della Lombardi, ma agli amministratori che hanno portato a Sezze la Dondi, a coloro che l'hanno protetta nel corso degli anni conducendo il paese in un vicolo cieco, che cosa si dovrebbe chiedere? 

Tutto ciò per rilevare che questo o quello per noi pari sono, in riferimento alle responsabilità amministrative. Il problema non è il singolo consigliere ora chiamato in causa, ma una classe politico-amministrativa nella sua interezza. Hanno tutti uguali responsabilità per i danni causati alla città. Sollevammo il caso Papadia, ma nessuno ha risposto. Come nessuno rende conto per i milioni di euro sprecati nei lavori del Monastero di S. Chiara, come nessuno si preoccupa dell'area della Vallicella occupata ormai da anni da un manufatto diventato architettura modernista, come nessuno ha pagato per il disastro della sanità locale. E potremmo continuare, perché Sezze è ormai da anni un esempio di pessima amministrazione, per non dire altro. Non a caso proprio questa città è stata oggetto anche di una invasione terzomondista, extracomunitaria e comunitaria, che non ha riscontri altrove, con tutti i risvolti negativi che essa ha prodotto sull'economia locale e sulla qualità della vita. Qui si è concentrato un coacervo di interessi contro il quale solo il Mlis si è schierato.
Troppo facile chiedere dimissioni cavalcando un'onda favorevole, difficile mettere la faccia nel denunciare fatti e misfatti , facendo nomi e cognomi.


Silenzi sugli sprechi di Sezze

11 maggio 2014

L’ennesima inaugurazione fatta in periodo preelettorale ci offre il destro per ritornare sulle denunce relative agli sprechi di denaro pubblico che hanno interessato e continuano ad interessare il Comune di Sezze. Ci riferiamo a quella, strombazzata nei giorni scorsi, del complesso tennistico di Via Piagge Marine, bloccato a causa di evidenti responsabilità amministrative per anni. Con un ennesimo finanziamento di 180milioni di euro gli amministratori locali hanno affermato, autoincensandosi, di “avere sanato una ferita inferta al territorio”. 

Verrebbe da dire, spontaneamente: da chi? La risposta è implicita nella domanda. Ma quello che ci preme sottolineare è che le responsabilità vanno riferite non solo all’utilizzo di questa ultima tranche di denaro pubblico, ma allo spreco totale, che si aggira attorno agli 800mila euro. Inutile ricordare che nessuno, almeno finora, è stato chiamato a risponderne. Chi paga è solo Pantalone. Come Pantalone ha pagato e continua a pagare per tutti gli altri scandali spalmati in questo ambito dei Lepini e della Pianura Pontina. 

Ci si dimentica troppo facilmente del Monastero delle Clarisse, cantiere aperto ormai da quasi 20 anni, che sta costando alla comunità, fino ad oggi e ad opera ben lontana dall’essere portata a termine, circa 6milioni di euro. Anche per questa non ne risponde e continuerà a non risponderne nessuno? E Palazzo Pitti? Ci si è dimenticati di questa sede che ha ospitato per decenni le scuole elementari ed un teatro comunale? Qui addirittura siamo arrivati a contare almeno un paio di rifacimenti della facciata ed altrettanti delle coperture. 

Tutto questo quando gli interni sono ancora da ristrutturare. Capitolo a parte è quello che riguarda la struttura del popolare Anfiteatro, ormai dal Mlis fatto passare alle cronache, dopo mille battaglie, come Ecomostro. Una colata di cemento che sfiora ormai i 3milioni di euro, per la quale, a seguito del nostro impegno, la comunità europea ha chiesto la restituzione del finanziamento molto impropriamente, per usare un eufemismo, utilizzato. Ma soprattutto gridano vendetta i circa 80milioni di euro bruciati per la cosiddetta “nuova” 156. 

La vicenda è ormai nota in quanto portata alla ribalta nazionale dal nostro Movimento sulle più importanti emittenti televisive. Quando verranno affrontate nelle giuste sedi queste vergognose situazioni? Eppure continua ad esserci chi ha la faccia tosta di specularci sopra rimpallandosi responsabilità. Le responsabilità, enormi perché riferite a fiumi di denaro bruciato, sono trasversali. Lo testimoniano i fatti, che hanno visto i politici locali di tutti gli schieramenti, silenti, dopo aver determinato con i propri atti l’iter di questi disastri. Su queste vicende, come su tante altre di cui torneremo a parlare, tace la vecchia politica e fa orecchie da mercante la nuova.


M5S e territorio pontino

22 aprile 2014

Il Movimento 5 Stelle, in provincia di Latina, non ha presentato candidature locali per le prossime elezioni al parlamento europeo. Eppure il risultato dei grillini alle politiche del 2013, in territorio pontino, aveva rappresentato la vera sorpresa, con un 25% circa tra camera dei deputati e senato, che aveva lanciato il movimento al secondo posto subito dopo il PDL. Un esito elettorale che ha condotto ad una forte rappresentanza, con ben due senatori ed un deputato. Questa "ritirata", che lascia il campo libero ad altri partiti rappresentati da candidati locali, potrebbe meravigliare osservatori meno attenti, ma non certo chi ha seguito con attenzione non solo la superficiale attività provinciale degli eletti M5S, ma soprattutto quella di chi li ha preceduti fregiandosi del titolo di "giustizialisti". Ci riferiamo evidentemente e volutamente all'Italia dei Valori, giustizialista nelle politiche nazionali ed estremamente "disattenta" rispetto a quanto avveniva di grave in provincia di Latina. Provincia in cui si respira da decenni un diffuso clima di consociativismo, che porta i diversi partiti a garantire uno status quo nel quale gli interessi reciproci vengono comunque tutelati. Atteggiamenti questi, che hanno favorito infiltrazioni di ogni tipo ed una degenerazione della politica troppo spesso collusa nel silenzio generale. Anche il PD non ha candidati locali per le europee, ma questo, per un partito ormai "istituzionale", stupisce meno. La partita si gioca su tanti tavoli ed evidentemente i "dem" hanno giocato le loro carte, ben sapendo quali saranno i rientri. Il M5S si è già adattato a questi equilibri, a questo clima ed a questi metodi?


Papadia, Sezze e l'extraterritorialità

1 aprile 2014

Non ci interessa minimamente entrare nel merito di una querelle che vede impegnati gruppi di interesse contrapposti all'interno del Comune di Sezze. Ma l'utilizzazione, a scoppio ritardato, di certi argomenti anni fa censurati, ci riferiamo al "caso Papadia", non può esimerci dall'intervenire. Per un motivo molto semplice: nell'estate del 2012 è stato Movimento libero Iniziativa sociale, con una serie di interventi pubblici, a sollevare la questione di quel "consulente senza titoli" che da anni faceva sentire tutto il peso della sua azione nell'ambito dell'ente, pur non avendo le carte in regola. Il caso fu segnalato da Mlis al gruppo radicale, che ne fece oggetto di interrogazioni a livello regionale all'allora presidente Polverini,  ed anche parlamentare all'allora presidente del Consiglio Mario Monti, tramite Rita Bernardini. 

Il Movimento indirizzò tramite una campagna stampa locale, interrogativi ben precisi all'indirizzo del sindaco Andrea Campoli. Si trattava di questioni estremamente rilevanti e gravi per il Comune, questioni che in altri enti hanno condotto all'apertura di inchieste giudiziarie. A Sezze, la delicata problematica si è invece scontrata contro un muro di silenzi, cosa che ci condusse a definirlo il "Comune delle tre scimmiette", dove nessuno vede, sente e tantomeno parla. Risposte non ne arrivarono, a nessun livello, ed a tutt'oggi sulla questione Papadia sembra essere caduta una cappa. Muto è stato il sindaco Campoli e muto continua ad essere. Muti tutti i consiglieri comunali, di tutti gli schieramenti e muti continuano ad essere. Muti i funzionari, muti i dipendenti. Come per altri gravissimi problemi, si è cercato, forse riuscendoci almeno finora, a far passare tutto nel dimenticatoio. Si confida sempre in quella sorta di stato di "extraterritorialità" di cui  gode Sezze ormai da decenni.


Il sindaco Campoli prende in giro Sezze

20 febbraio 2014

Campoli alla manifestazione delle piccole e medie imprese del 18 Febbraio 2014

A Roma sono scesi in piazza i Piccoli: piccoli imprenditori, commercianti e artigiani. Soffocati dalle tasse, hanno espresso civilmente le difficoltà di un settore che ha visto chiudere nel giro di pochi anni migliaia di attività ed i timori di chi sta tentando disperatamente di restare a galla. Senza che lo Stato se ne sia occupato. Anzi, la sua presenza si sta facendo sentire soltanto in negativo, a causa dei balzelli e delle spremiture quotidiane che questi lavoratori debbono sopportare, non solo da parte del governo centrale ma anche dagli enti locali. Eppure, uno dei campioni nazionali della spremitura, uno dei sindaci che sta applicando tributi locali ed addizionali tra le più alte d'Italia, ha avuto la faccia tosta (per non dire altro) di manifestare, con tanto di fascia tricolore, insieme a loro. Ci riferiamo al "primo cittadino" di Sezze Andrea Campoli, esponente del PD. Si tratta dello stesso Campoli che ha costretto localmente i Piccoli al pagamento di una salatissima IMU. 

Ci preme ricordare che, in provincia di Latina, su 33 comuni soltanto 3 sono stati sottoposti al pagamento di questa tassa. Tra essi il Comune di Sezze. I cui cittadini stanno fra l'altro pagando un tributo sui rifiuti salatissimo, che nel giro di poco tempo è più che raddoppiato. Per non parlare dei costi degli altri "disservizi", a cominciare da quello dell'acqua. Tutto questo sta avvenendo in un territorio dove le attività gestite da italiani continuano a chiudere o navigano in cattive acque, mentre vengono avviate attività gestite da stranieri. Lungo le vie di Sezze sulle vetrine di tante botteghe un tempo attive, fanno bella mostra tanti "affittasi" e "vendesi". L'unico rapporto esistente in loco tra amministrazione ed attività è quello legato al pagamento dei pesanti tributi. Se esiste un assessorato o un settore commercio ed attività produttive, di tutto si sta occupando tranne che degli interessi del popolo delle partite IVA. Perché ai tributi elevatissimi non corrisponde una elargizione di servizi. 

L'immagine della città è devastante, i palazzi, anche storici, sono abbandonati, la gestione dei rifiuti è carente, non esistono parcheggi, scarsa è l'illuminazione, la sicurezza latita da tempo, il paese, in particolare il centro storico, è nel degrado anche a causa di un fenomeno immigratorio incontrollato. Contro chi è andato a protestare il sindaco Andrea Campoli? Contro se stesso? Contro la sua amministrazione? Contro il suo governo centrale? Contro il suo governo regionale? Contro l'ammucchiata provinciale? La sua presenza a Roma è stata offensiva per coloro che stanno soffrendo la crisi, in particolare a Sezze, e risulta solo una presa in giro. Un sindaco serio, di fronte alle difficoltà degli imprenditori avrebbe dovuto almeno sospendere il pagamento dell'IMU e della tassa rifiuti. Sarebbe ora che la gente iniziasse a capire con chi ha a che fare.


Segreto di Stato sul Corradini?

10 febbraio 2014

Ma sull'asse del patrimonio immobiliare del Conservatorio Corradini è stato forse posto il segreto di Stato? Sono mesi che Movimento Libero Iniziativa Sociale, anche a seguito della sentenza della Corte di Cassazione che ne ha definito la proprietà, che è pubblica, chiede che venga reso noto non solo il suo attuale stato, ma anche gli eventuali cambiamenti di disponibilità nel corso degli anni che potrebbero averlo interessato. Appare strano che gli attori principali della vicenda e gli enti in essa coinvolti, dal consiglio di amministrazione del Conservatorio al Ministero della Pubblica Istruzione, stiano mantenendo, dopo quella sentenza, ampiamente pubblicizzata dai media, e dopo le nostre pressanti richieste finalizzate alla trasparenza della gestione di quel patrimonio, il più stretto riserbo. 

Trattandosi di patrimonio pubblico, cosa sta impedendo di divulgare il suo ammontare attuale e gli eventuali cambiamenti del suo stato, dalla fondazione del Corradini ad oggi? A noi, come cittadini, non sembra di avere inoltrato una richiesta improponibile. Ci è semplicemente sembrato giusto, al fine di fare chiarezza su un insieme di beni che a detta di coloro che ne avrebbero curato gli interessi è ingente, intervenire, a proposito, ai soli fini di avere un quadro preciso della situazione, di sapere  come i diversi cda li abbiano amministrati, di conoscerne le rendite e la loro destinazione, di essere informati su eventuali transazioni. Nel solo interesse della comunità. Che cosa c'è di strano in questo? Non è normale cercare di saperne di più relativamente ad un patrimonio pubblico di cui tutti parlano, ma che nessuno realmente conosce? Al Mlis sembra di avere inoltrato delle richieste normalissime e del tutto legittime. I silenzi della "controparte" cominciano però a farci sospettare che forse queste domande hanno dato fastidio a più di qualcuno. A costoro, chiunque essi siano, deve essere chiaro che proprio atteggiamenti omertosi come questi ci  spingono ad andare fino in fondo.


La disinformazione de Il Messaggero e di Latina Oggi

16 gennaio 2014

Il quotidiano "Latina  Oggi" ha riportato le esternazioni del consigliere comunale di Sezze Roberto Reginaldi,ex Api, oggi Forza Nuova dopo l'ennesimo salto della quaglia, di forte indignazione nei confronti delle aliquote Tares applicate nel comune lepino. Si tratta di affermazioni condivisibili, se  non fosse che, circa un mese fa, in sede di approvazione del bilancio quell'amministratore si è astenuto. Cioè,quando poteva opporsi veramente votando contro, si è defilato. E' un atteggiamento che non stupisce  Movimento Libero Iniziativa Sociale. Infatti da tempo denunciamo le manovre poco chiare, come l'arrivo a Sezze di Roberto Fiore, segretario nazionale di FN, che stanno interessando l'area pontina. 

Dopo la pubblicazione sul nostro sito lavocelibera.it di un articolo controinformativo rispetto alla vicenda dei cosiddetti "Forconi", che ha visto il consigliere in questione balzare agli onori delle cronache nazionali, dal titolo "Calvani & C.", abbiamo atteso qualche tempo prima di intervenire nuovamente. Sapevamo che la verità sui protagonisti di una vicenda artatamente pompata, non avrebbe trovato ospitalità sulla stampa. Volevamo verificarlo. Il pezzo è stato inviato anche alle redazioni provinciali de Il Messaggero e Latina Oggi, ma  non è stato pubblicato. Eppure, come chiunque può leggere sul sito, l'articolo, corredato da foto, non spara tesi infondate e non fa illazioni, ma riporta fatti. Tra i fatti riportati c'è anche la denuncia dell'astensione di quell'unico consigliere comunale di Forza Nuova nel Lazio relativamente all'approvazione del bilancio 2013 del comune di Sezze, da noi definito affamatore di popolo. 

Come questa, nell'articolo evidenziamo altre contraddizioni. Come definire personaggi che da una parte tuonano contro gli sprechi e dall'altra inaugurano, insieme all'ex assessore regionale Vincenzo Maruccio, un monumento allo spreco come la SR 156? Evidentemente queste scomode verità non debbono passare. Mentre vengono pubblicate false notizie, che devono travisare la realtà dei fatti. "Calvani & C." è stato inviato alle redazioni  un mese fa. Nel frattempo abbiamo avuto modo di parlare in più occasioni anche con il direttore de Il Messaggero, che ci ha dato ampie rassicurazioni. Infatti l'articolo non è stato pubblicato. Però Latina Oggi pubblica la notizia della falsa indignazione di quel consigliere di Sezze sulla Tares.

anno 2014-2015

INIZIATIVA SOCIALE