Fabrizio De André

 14 gennaio 2012

 

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grafica Marco Abbenda www.marcoabbenda.com

Sezze, sabato 14 gennaio 2012  -  ore 21,00                                           Auditorium Mario Costa

 Setina Civitas presenta il "Tributo a Fabrizio De André"

"Sembra di sentirlo ancora"

Con la decima edizione del "Tributo a Fabrizio De André" si avverte la sensazione di scrivere una pagina storica, e non solo per il gruppo di amici (quasi cento) che in questi dieci anni si è avvicinato all'opera del cantautore genovese, ma per tutta la città di Sezze che presto, intitolando il marciapiede che circonda il Parco della Rimembranza "Passeggiata Fabrizio De André", legherà per sempre la figura di De André a Sezze. 

La manifestazione, dedicata al cantautore genovese scomparso l’undici gennaio del 1999, è ideata da Franco Abbenda, organizzata dal Circolo Culturale Setina Civitas e gode del patrocinio della Fondazione Fabrizio De André e quello del Comune di Sezze.

Quest'anno l'ingresso è ad offerta libera e la somma raccolta di € 685 verrà interamente devoluta per la causa dell’alluvione di Genova alla Comunità San Benedetto al Porto di Don Gallo.

CCB: Banca CaRiGe. Ag. 47, Via Di Francia - 16149 Genova
IBAN: IT89 L06175 01445 000000 117480

sito ufficiale  www.sanbenedetto.org

«Durante l’ultima tournée, quella del ’97-‘98, proprio in uno dei momenti in cui ci lasciavamo andare, mio padre mi disse:

“Da quando avevo venti anni ho scritto contro la guerra, a favore delle minoranze, contro l’apartheid, per dare voce a chi non l’aveva; mi sono schierato, ho preferito mollare l’impero della borghesia, l’ovvietà, per andare a vivere la passione che mi dava passeggiare per i vicoli, parlare con i contadini o con gli emigrati; ho lottato per un ideale, per delle cose e continuo a vedere che il mondo continua a cascare e inciampare, quindi al contrario. Sono stanco e mi metto insieme a molti che hanno fatto la stessa cosa come me, molti scrittori, cantautori, poeti”.
Forse non gli dissi niente ma capii la sua stanchezza...

Si vede che la musica, la canzone, la poesia ha poco potere per riuscire a cambiare le cose.

Oggi che lui non c’è più da dieci anni, arrivano ai concerti ragazzi che conoscono le sue canzoni a memoria, mi arrivano mail di quindicenni che davvero prendono come punto di riferimento quello che lui ha scritto; ci credono, combattono, dicono la loro a scuola, nel mondo, in giro, in qualsiasi campo.
Insomma adesso, se lui fosse qui davanti, glielo direi “Papà ti sei sbagliato”.

Io sento un grande fermento, quindi penso che, nel bene o nel male, far conoscere quello che ha scritto mio padre è importantissimo, perché fa bene... è terapeutico».

                                     Cristiano De André

(Roma, dicembre 2009 – Incontro con il pubblico c/o Libreria Feltrinelli di Via Appia)

programma della serata
1         La collina (audio)

2         Cristiano, Roma 2010 (lettura)  - Franco Abbenda

3         Leggenda di Natale  - Paris Ricci e Andrea Ricci - (live)

4         La ballata di Fabrizio - Michele Serra (lettura)  - Amedeo Rossi

5         Canto del servo pastore  - Claudia Abbenda e Gabriele Conti (live)

6         Le tante Bocca di Rosa – Mina (lettura) - Elisa Raimondi

7        10 anni di tributo De Andrè a Sezze - Bocca di Rosa (video) F. Abbenda

8         La censura ed il Rap (conversazione) – F. Abbenda , Romano R., Rossi A.

9         La Morte (Rap remix di Riccardo Romano e Amedeo Rossi)

10       Fabrizio secondo me - Ivano Fossati (lettura)  - Marina Eianti

11       L'ultimo canto - Roberto Caetani e Vincenzo Bianchi (live)

12       La voce di Fabrizio – (riflessione) - Franco Abbenda

13       Faber canta canzoni di altri (audio)

14       La ballata degli impiccati – introduzione al brano - Borsani (lettura) Amedeo Rossi

15       La ballata degli impiccati - Francesco Carissimo e Matteo Spirito

16       La musica della cattiva strada - E. De Luca (lettura)  - Olga Lorenzi

17       Via del Campo - Marco Fanella e Andrea Di Toppa (live)

18       La Guerra nelle canzoni di Faber (Riflessione)  - Franco A.

19       La ballata dell'eroe - Franco Abbenda e Carletto Marchionne  (live)

20       Cosa avrebbe scritto Faber?  (conversazione)  - Ignazio Gori e Franco Abbenda

21       Il lupo e Marietta (lettura)  - Ignazio Gori

22       Anime Salve - Angelo Mansi e Alessio Di Raimo (live)

23       Marinella, Mina e Faber 1967-1997  (conversazione) Franco A. e G. Loffarelli

24       La canzone di Marinella (video di G. Loffarelli)

25       Sally - Fabio Federici e Oscar Di Raimo (live)

26       Disamistade Walkabouts e Sidùn versione 2004 (audio)

27       Piovani racconta “Un Giudice”  (lettura)  - F. Abbenda

28       Un giudice - Roberto Cardinali e Arcangelo Spina  (live)

29       Finale di Khorakhané traduzione in italiano (lettura) Marina Eianti

30       Khorakhané - Carlo Trenta, Giorgio Pede e Cristina Greco (live)

31       Le nuvole (video) – F- Abbenda

32       …e un po’ di tenerezza (Poesia)  - Olga Lorenzi

33       La canzone dell'amore perduto - Caterina Rossi & Arianna Bottoni (live)

34       Andrea (finale - tutti insieme) (live)

tecnici

fonico Armando Di Lenola, Cristian Bartoli

registrazione audio Antonio Abbenda 

luci Fabio Di Lenola

grafico Marco Abbenda

operatori video Alessandra Furenci, Cristian Campagiorni, Emanuele Pulitano

regia e montaggio video Pietro Paletta

un ringraziamento particolare

Sindaco Andrea Campoli

Assessore alla cultura Remo Grenga

Dirigente Settore cultura Piero Formicuccia

personale dell'auditorium Nicola Coluccia, Carloalberto Berti

servizio d'ordine Protezione Civile Città di Latina

gruppo di assistenza di sala coordinato da Arianna Bernasconi

associazioni Passione di Cristo, I Turapitto, Leonardo, Le Colonne, Gokuhi-Okuden

tipografia La Piaia di Riccardo Ricci

clip video di Pietro Paletta

Sembra di sentirlo ancora, Faber a Sezze

Logo Setina CivitasE come è stato per le precedenti edizioni anche la decima è stata unica ed irripetibile. Così, davanti ad un auditorium gremito di appassionati e con tante persone che non hanno trovato posto nella sala, sabato a Sezze si è ripetuta la magia che ha caratterizzato tutte e dieci le edizioni del Tributo, quella di far sentire anche solo per un istante la presenza del cantautore genovese tra noi. 

Setina Civitas ringrazia tutti gli amici e quanti hanno collaborato a vario titolo per esserci stati vicini, ma questa volta l' appuntamento non è alla prossima edizione, infatti con la serata di sabato si chiude un ciclo. 

Solo per  motivi di ordine pubblico, e non certo per mancanza di passione o di impegno, in quanto le dimensioni dell'evento, con onestà, non possono più essere gestite dalla più piccola delle associazioni setine come Setina Civitas. È necessario ripensare l'evento che merita di sicuro uno spazio più grande per accogliere tutti gli appassionati di Fabrizio De André, e quindi anche un soggetto organizzatore più complesso in grado di gestire responsabilmente l'evento. Come presidente del Circolo Culturale Setina Civitas non sento per questo di fare  un passo indietro, ma solo un atto maturo di responsabilità.

L'obiettivo dell'evento stava tutto nella domanda: "Quante persone a Sezze sentono la nostra stessa esigenza di far rivivere l'opera di Fabrizio De André?

Tante, tantissime. Ora lo sappiamo.

Siamo così tanti che se tutti "soffiassimo" insieme  nella stessa direzione, anche il cielo più grigio e carico di "nuvole" tornerebbe presto ad essere azzurro.  

"Tutti insieme" è stata la formula magica con cui abbiamo realizzato le dieci edizioni del Tributo.

Ciao, e grazie a tutti.   Ignazio

E un po’ di tenerezza

C’è ancora freddo,
di notte,
a star senza luce.

Non c’è più domani
né una chitarra per amica
a ridar vita a queste mie dita.
 
Mi ritrovo a sognare,
a ricordar canzoni a mille colori

ed a desiderare un'altra sigaretta.

Io, sul palco, con Luvi e Cristiano
e suonare ti tocca per tutta la vita
e ti piace lasciarti ascoltare.


Uno ad uno a salutarmi

le anime salve delle mie canzoni,
a farmi ripensare.

Re, ladri e giudici,
puttane, zingari, Piero e Tito.
E Marinella, Nina,Teresa e Maria.


Di nuvole e di papaveri rossi,
labbra di miele e vento da rincorrere,
l’ombra di sorrisi e smisurate preghiere.

E poi Dio e le guerre
che non mi spiego il perché.
L’ipocrisia dei forti, l’umanità dei più.

E poi l’amore…che strappa i capelli.
Non ci lasceremo mai, mai e poi mai…
Un bacio mai dato, un amore nuovo
.

Viene, sento ancora più freddo,
finisce qui l’inganno del mio tempo.
C’è ancora Dori…e un po’ di tenerezza.

Franco Abbenda

Dieci Tributi De André

21 gennaio 2012, di  Franco Abbenda

Sabato scorso abbiamo toccato le dieci edizioni del Tributo De André di Sezze.

Dal 2003 al 2012, tutto d’un fiato, ogni anno a gennaio.

Partiti dall’Osteria Fargiani, siamo passati per il piccolo Auditorium S. Michele Arcangelo, fino ad approdare al Costa, dove siamo stati ospitati fino a sabato scorso.

Un’idea stramba che è diventata un appuntamento fisso: provare a leggere, da diverse angolature, il libro del mondo di Fabrizio De André e raccontarlo agli altri.

In questi anni moltissime canzoni (più di 60), molti gruppi e cantanti ad eseguirle “live”, numerosi lettori ed attori ad interpretare pagine dedicate a Fabrizio, video d’epoca o nuovi ispirati a lui, manifesti originali, e molto altro; il tutto con molto lavoro di team e tanta, tanta passione per un cantante che ha segnato la nostra crescita e le nostre vite.

Nel corso di questi 10 Tributi, per inquadrare e colorare le canzoni di De André abbiamo fatto ricorso – solo per citare alcuni inserti - a passi del Vangelo, a confessioni sulla politica di Berlinguer a Scalfari, a testi di scrittori teatrali, a commenti su famose opere d’arte, a brani di epica e di mitologia, a monologhi di Gaber, a poesie di Saba e di Herman Hesse, a citazioni di film d’autore, a ricordi di amici e colleghi di Faber, a canzoni di altri cantanti, a brani e poesie pro Faber ecc.

Ad animare le serate di gennaio sono saliti sul palco in tanti: musicisti per passione, cantanti per diletto, strumentisti professionisti e cover band deandreane, belle voci temprate, attori affermati ed esordienti di belle speranze, profondi ammiratori dell’opera di Fabrizio ed altri che conoscevano a malapena Bocca di Rosa.

Tante persone, adesso amici in Faber, non solo setini.

Anche per questo riteniamo che il tributo sia stato, diverso di anno in anno, uno spettacolo sui generis, pianificato con la pretesa di essere una proposta culturale a tutto tondo, molto di più che un appuntamento musicale tout court.

Non cogliere questo aspetto fondante del Tributo setino a De André e limitarsi ad assistere all’appuntamento di gennaio per commentare/giudicare le performances dei singoli, magari rimarcando le inevitabili stecche della diretta, vuol dire perdersi l’occasione di conoscere più a fondo l’autore De Andrè, i riferimenti profondi delle sue canzoni, gli spunti che hanno dato linfa al suo talento d’artista vero.  

Abbiamo provato a fare più di un saggio musicale sulle canzoni di Faber; magari non ci siamo riusciti appieno, ma l’obiettivo era quello.

Secondo noi, un autore come Fabrizio De André va studiato, commentato, approfondito, ascoltato e riproposto continuamente, soprattutto alle giovani generazioni.

De Andrè è stato e rimane, volenti o nolenti, uno dei grandi protagonisti del mondo culturale italiano del novecento e non “soltanto” uno dei tanti cantanti di musica leggera di fine secolo.

Per tornare a noi, abbiamo lavorato tutti e sempre per regalare il nostro personale tributo a De André; in qualche edizione ci siamo riusciti meglio, in altri meno bene, ne siamo consci.

Ci sono stati momenti di emozione profonda, di stress, di gioia e di nervosismo.

Qualche volta ci siamo abbracciati dietro le quinte, qualcuno ha pure pianto.

Anche fraintendimenti, incomprensioni e riappacificazioni.

Le nostre storie umane sono state contaminate dal sentirsi parte di un progetto che ci ha visto, in un certo senso, “missionari” di De André.

Sabato 14 gennaio 2012 è finito un ciclo, non l’occasione setina per ringraziare De André.

Cambieremo ancora, certo, soprattutto per non correre il rischio di compiacerci troppo.

Vi chiediamo scusa se non siamo riusciti a far passare questo messaggio, se a volte ci siamo sentiti noi i protagonisti, se siamo stati lunghissimi e se le letture sono state più numerose delle canzoni….“ma la passione spesso conduce a soddisfare le proprie voglie”.

Non finisce qui; rifonderemo la nostra passione per il cantautore dei cantautori per legare sempre di più il nome di De Andrè al paese in cui siamo nati, lo stesso in cui viviamo.

Perché le sue canzoni fanno crescere e fanno bene al cuore.

E la “Passeggiata Fabrizio De André” farà diventare Sezze un po’ più bella.                                       

FABRIZIO DE ANDRE'
Fabrizio De Andrè
(Genova Pegli, 18/2/1940- Milano, 11/1/1999): ultimo rappresentante della “scuola genovese” dei cantautori è stato ciò che Tenco avrebbe voluto essere. Nato nel quartiere della Foce, studia al liceo Cristoforo Colombo, lontano da casa, tale scelta è originata dal possibile confronto con il fratello maggiore Mauro, che frequenta il vicino liceo Andrea Doria, primo della classe in tutte le materie. Ottenuto il diploma Fabrizio frequenta senza convinzione l’Università, prima medicina, poi lettere, poi giurisprudenza. A sedici anni compra la sua prima chitarra, una Framus, e il primo amplificatore, un Davoli a valigetta a cinque watt, e si mette a suonare jazz con un gruppo nel quale capita spesso anche Luigi Tenco con il suo sax tenore. I successivi passi nella musica De Andrè li muove cantando e suonando in una formazione country & western The Crazy Cowboy Sherif One, e si esibisce nelle feste studentesche. Nello stesso periodo compone le sue prime canzoni, brani strani e crudi che parlano di suicidi, puttane, drogati e impiccati. Nel 1958 esce il suo primo 45 giri Nuvole barocche, che passa praticamente inosservato, incide poi Il testamento, La guerra di Piero, Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitier, Il fannullone, queste ultime scritte con Paolo Villaggio (si proprio lui, il futuro ragionier Fantozzi), che intraprenderà poi la carriera di autore. Proprio con Villaggio De Andrè si reca spesso a Milano, il primo grande successo di De Andrè, che nel frattempo si è sposato con Enrica Rignon dalla quale ha avuto il figlio Fabrizio, in questo periodo alterna ancora l’hobby della musica ad un impiego negli istituti privati del padre (che aveva a Genova un paio di scuole per ragionieri e geometri). Il primo best-seller è La canzone di Marinella, portata al successo da Mina.  Nel 1964 De Andrè si dedica totalmente alla musica, “da quel momento – raccontò – smisi di pensare alla laurea e cominciai a capire che con la canzone avrei fatto più strada e cominciai a capire che con la canzone mi sarei divertito di più. Nel 1964 pubblica il suo primo long playing, ormai introvabile in originale, intitolato semplicemente Fabrizio De Andrè. Altri 45 giri degli anni ’60 sono: La guerra di Piero, Bocca di Rosa e Il pescatore (mai uscita in lp, eccezion fatta per la versione live con la Pfm e per le compilation). I protagonisti delle canzoni di De Andrè sono puttane, impiccati, emarginati. A partire dalla fine degli anni ’60 inizia l’era dei long-playing: Fabrizio De Andrè (detto anche Volume I, 1967), contenente le canzoni scritte negli anni ’60 fra le quali ricordiamo Via del campo, Spiritual, Preghiera in gennaio, Bocca di Rosa, La morte, La stagione del tuo amore ed altri successi precedenti. Allergico alla televisione, non rilascia interviste, e non si esibisce in concerto.  Pubblica però grandissimi album usciti con periodicità quasi annuale: Tutti morimmo a stento (1968, concpet album dove i brani si susseguono, con “intermezzi”, in un crescendo che trova il suo punto più alto in Recitativo e si scioglie nel Finale), Volume IIII (1969), La buona novella (lettura particolare del Nuovo Testamento fatta alla luce dei Vangeli apocrifi, cioè contraffatti, non canonici, 1970), Non al denaro non all’amore né al cielo (1972) raccolta di canzoni liberamente tratti dall’Antologia di Spon River di Edgar Lee Masters, Storia di un impiegato (1973, rivisitazione del maggio francese), Canzoni (1974, con traduzioni di brani di Dylan e Cohen), Volume VIII (con testi di Francesco De Gregori, 1975), Rimini (1978), Fabrizio De Andrè in concerto con la Pfm, (1979).  Dalla fine degli anni ’70 una svolta: De Andrè che fino al 1974 non si era mai esibito in pubblico, e che aveva iniziato a farlo limitatamente accompagnato dal gruppo dei New Trolls, decide di effettuare un tour ben più lungo con un altro gruppo rock, la Pfm, con la quale rilegge in chiave rock i suoi successi del passato. De Andrè ha vinto l’idiosincrasia storica nei confronti dei concerti, e ha dato vita ad una sovrapposizione di pubblici, quello dei ragazzi del rock e quello delle canzoni di De Andrè diventano un unico grande pubblico.  Altro cambiamento negli anni ’70, con la cantante Dori Ghezzi, sua nuova compagna, dalla quale avrà la figlia Luvi, decidono di lasciare Milano (città dove abitavano in zona viale Certosa), acquista un’azienda agricola in Sardegna, nella zona di Tempio Pausania dove si trasferiscono definitivamente. Nell’agosto 1979 De Andrè e la compagna Dori Ghezzi verranno rapiti, saranno liberati nel dicembre 1979. Nel 1981 esce Fabrizio De Andrè in concerto con la Pfm vol.2.          Nel 1981 esce anche un 45 giri, Una storia sbagliata/Titti, mai proposti in lp, che secondo alcuni critici la facciata A trae ispirazione dal rapimento di cui è stato vittima dall’agosto al dicembre 1979 con la compagna Dori Ghezzi, mentre secondo gli autori si ispira invece alla tragica morte di Pier Paolo Pasolini (il brano sarà la sigla della trasmissione televisiva della Rai Dietro il processo).  Nel 1981 esce, a tre anni di distanza da Rimini, un album senza titolo, poi detto “l’indiano” dal disegno che vi è sulla copertina, inizia la collaborazione col giovane cantautore Massimo Bubola, in un brano, Hotel supramonte, allude all’esperienza del rapimento. Nel 1984 esce il capolavoro Crueza de mà, uno dei dischi più importanti del dopoguerra, punto di svolta per la musica d’autore, che rilancia l’interesse per la tradizione e la musica popolare, che ritornerà poi negli anni ’90, De Andrè e Mauro Pagani, suo collaboratore, rilanciano le lingue locali, il disco è cantato in dialetto genovese, quello che ha più assonanza coi suoi arabi.   Nel 1986 scrive le musiche per il film TOPO GALILEO con Beppe Grillo, mai uscite su disco   Nel 1990 esce l’album  Le nuvole (da Aristofane), con una prima facciata in italiano, dove parla il potere, e la seconda in genovese, dove parla il popolo. Le nuvole, album ancora ancora realizzato con Mauro Pagani è un autentico atto di accusa verso i personaggi che incombono sulla nostra vita sociale, politica ed economica, mettendosi  fra la gente e il sole. Del 1991 è la compilation Fabrizio De Andrè il viaggio, quindi dopo qualche anno di silenzio, nel corso dei quali però De Andrè si esibisce in tour e di da alla letteratura, scrivendo il libro Un destino ridicolo con lo psicanalista Alessandro Gennari, esce Anime salve (1996), album realizzato con Ivano Fossati, dove Bocca di rosa e Marinella si chiamano Princesa e Dolcenera. Nel 1997 esce Mi innamoravo di tutto (compilation che contiene l’inedita La canzone di Marinella cantata in duetto con Mina). Curioso il destino del brano La canzone di Marinella: è stato il suo grande esordio ed ha accompagnato la sua uscita di scena.  De Andrè non è stato soltanto un musicista ed un innovatore del mondo della canzone, ma, unitamente a Giorgio Gaber, un protagonista della cultura italiana del dopoguerra. Non a caso la storica e studiosa poesia di letteratura contemporanea consegnando nel 1997 due targhe Tenco come autore della miglior canzone dell’anno, Princesa, e del miglior album, Anime salve, dicendo: “con estremo piacere consegno queste targhe al più grande poeta italiano dagli anni ’50 ad oggi”.  Nel 1998 l’ultimo tour che deve interrompere a causa di una malattia che lo stroncherà. Fabrizio De Andrè muore a Milano l’11 gennaio 1999, lasciando un vuoto incolmabile nel mondo della musica e della poesia. Il 12 marzo 2000 al Teatro Carlo Felice di Genova i più grandi nomi della canzone italiana si sono radunati per celebrare l’amico, il collega, il maestro, nel 2003 è uscito un doppio cd Bianco e Nero intitolato Faber amico fragile… registrazione di tale concerto. La facoltà di lettere dell’Università di Siena sta organizzando l’archivio storico di tutta l’opera di De Andrè. In questi ultimi anni sono usciti diversi libri, nonchè dvd e cd (curati dalla Fondazione De Andrè).

14 gennaio 2012