Passeggiate archeologiche 

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> 16 settembre 2012:  1a tappa del Gruppo “In difesa dei Beni Archeologici”

di Ignazio Romano

Dalla via Setina alla Villa Antoniana

Un pianto continuo, fino a che memoria e sensibilità vorranno

La denuncia

di Ignazio Romano

In attesa della relazione ufficiale che il Gruppo “In difesa dei Beni Archeologici”, a cui quest'anno aderiscono il Circolo Lepino Legambiente, l'Associazione Cammino, la Coldiretti, l'Associazione Culturale CON-TATTO ed il Circolo Culturale Setina Civitas, realizzerà in occasione di ogni escursione, una prima impressione della giornata di ieri mi sembra d'obbligo: 

siamo partiti dalla Madonna della Pace , dove l'omonima chiesa restaurata nel 2006 con un finanziamento regionale di 500 mila euro resta in attesa che qualche onesto amministratore la riconsegni alla cittadinanza, e siamo scesi lungo il tracciato della Via Setina (che abbiamo trovato sempre in condizioni peggiori) dove di recente un incendio a messo in evidenza nuovi resti archeologici, e dove continuano a moltiplicarsi discariche abusive di materiali inquinanti e pericolosi, rendendo la passeggiata sempre più impossibile. Solo le nostre visite mettono in evidenzia lo stato reale di questi luoghi oramai completamente dimenticati da tutti (anche dal tanto discusso PRG, dove si dovrebbe parlare solo di riqualificazione ambientale ed invece sono previsti nuovi metri cubi di cemento) nonostante il notevole valore storico ed ambientale molto ben descritto anche nel progetto di riqualificazione (firmato da esperti storici e ambientali) che sei anni fa il gruppo “In difesa dei Beni Archeologici” ha consegnato all'attuale sindaco.

Nelle foto pubblicate in questa pagina non compaiono mai i segni del degrado appena descritto, volendo essere questo uno spazio propositivo e di promozione del territorio. Ma è veramente difficile promuovere a Sezze i valori del territorio che non trovano mai posto nei pensieri di chi amministra la città. C'è sempre qualcosa di più importante di questi che per noi sono tesori, ma oggi la crisi ci presenta il conto e non avendo altre risorse i nostri amministratori lo girano a noi.

Per concludere, ieri, dopo meno di due ore di cammino e con numerose soste, il gruppo è giunto nel sito della Villa Antoniana. Stiamo parlando di quello che più di duemila anni fa (I sec a. C.) secondo gli studi fatti dal professore Luigi Zaccheo e da sua moglie F. Pasquali, che sono stati pubblicati nel 1970 a cura dell'amministrazione comunale sul libro - SEZZE GUIDA ALL'ANTIQUARIUM E AI MAGGIORI MONUMENTI -, doveva essere la "Villa Antoniana". Costruita alle pendici dell'omonimo monte, a Sezze chiamato Antignana, la villa secondo Zaccheo avrebbe influenzato la toponomastica dando il nome alla montagna. Fu il triumviro M. Antonio che volle farsi costruire, su uno degli assi viari più importanti dell'epoca, la villa i cui resti non sono mai stati oggetto di scavi ne di studi approfonditi. Oggi il rudere, che ogni anno perde di consistenza, ha bisogno di qualche attenzione se non si vuole perdere di esso finanche la memoria.

quello che rimane dei ruderi della Villa Antoniana

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