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Passeggiate archeologiche |
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> 26 maggio 2013: 11a tappa del Gruppo “In difesa dei Beni Archeologici” a cura di Fabrizio Paladinelli, Vittorio Del Duca, Ignazio Romano, Roberto Vallecoccia, Rita Palombi La ex via degli Olmi In difesa dei beni archeologici ed in dissenso con l'Ente Comunale per il taglio degli olmi di via Cappucini
Appuntamento: Sezze (LT) chiesa Madonna della Pace
Lunghezza percorso: Km 4 circa
Premessa Nella foto del 1950 (riportata sotto) si capisce tutto quello che si è perso e dimenticato negli ultimi sessant'anni. E si capisce anche il perché i sezzesi amavano particolarmente passeggiare ai Cappuccini, tanto da immortalare il luogo nelle cartoline che da Sezze partivano per portare i saluti nel mondo: è semplice, i sezzesi amavano la passeggiata dei Cappuccini perché lungo quel viale si poteva godere della frescura degli alberi secolari, che presto hanno dovuto lasciare il posto ai palazzoni stile metropoli degli anni 60' ed oggi vengono cancellati completamente dal progetto del Comune (riportato sotto la foto) che ignora completamente il senso originario del luogo.
Descrizione del percorso Da qui inizia l' Area sacra di età romana dove si incontra un’altra opera incompiuta. Un marciapiede che da Crocevecchia avrebbe dovuto raggiungere Madonna della Pace, e che invece si è interrotto perché durante i lavori è stata rinvenuta una tomba di epoca romana. Da notare che quest’area sacra è segnalata in tutti i testi sia antichi che moderni a cominciare dal Lombardini. Fra l’altro l’illuminazione del marciapiede è posizionata al centro dello stesso diventando
una barriera architettonica. Privilegio "non concesso"
ai preesistenti olmi di Via dei Cappuccini. Raggiungeremo
Ferro di Cavallo (altro luogo storico completamente stravolto da
precedenti lavori detti di riqualificazione) nei cui pressi c’è la chiesa di
San Bartolomeo (chiusa perché pericolante). Continueremo poi l’archeo-escursione
attraversando il centro storico di Sezze e seguendo le tracce delle mura poligonali ancora visibili.
Ecco il fotoracconto della undicesima passeggiata sulla ex via degli olmi
L'archeologa Elisabeth Bruckner illustra la zona sacra descritta accuratamente dal Lombardini
L'ingresso principale del paese è un vero concentrato di scandali edilizi, che nella foto non si percepiscono come tali perché l'inquadratura grandangolare e la natura hanno saputo mitigare
Il professore Giancarlo Onorati illustra la storia della Colonia Agricola Pontina
La base degli olmi tagliati dalle motoseghe del Comune in via dei Cappuccini
Sulle mura di epoca romana, nel tratto più maestoso alto circa 10 metri, cola la vernice di lavori recenti
Un luogo fantastico, difeso solo dalla natura
Tutti sul bastione fotografato alla fine dell'ottocento da Thomas Ashby articolo
pubblicato nell'aprile del 2013 sul periodico Lepini Magazine
Le varie tappe del viaggio includono anche l’area delle paludi pontine da dove salirà sui Monti Lepini. Egli percorre quei territori poco accoglienti e impervi con il preciso intento di documentarne le caratteristiche topografiche, ma anche di rintracciare i segni, più o meno evidenti, della sua storia. Le carte che gli fanno da guida per il percorso diventano anche pagine del suo “diario di viaggio” dove annota le proprie osservazioni sui territori e le località percorse; la macchina fotografica non gli serve solo per catturare e ricordare quei momenti e quei luoghi: Ashby, infatti, la usa come una vera e propria “fonte di verità” per testimoniare quanto da lui osservato dal vivo. Fotografare il profilo di un paesaggio, le vestigia di un monumento, o le tracce di un’antica strada vuol dire per lui produrre un documento tangibile utile a testimoniare la realtà. I monumenti antichi, le strade, gli ambienti immortalati non sono semplici elementi decorativi in un paesaggio, ma ognuno di essi costituisce un oggetto di studio, una testimonianza del passato nel presente, utile a comprendere il territorio, la storia antica, i materiali e le tecniche usate. La documentazione cartografica e fotografica prodotta da Ashby in questi anni, contribuì non poco anche agli studi sulle origini delle mura poligonali, tema molto sentito tra gli archeologi del tempo. Infatti, molti degli scatti dello studioso hanno come oggetto proprio queste particolari costruzioni i cui enormi blocchi calcarei caratterizzano le località lepine di Norba, Cori, Sezze, Segni, ma anche la vicina San Felice Circeo e il frusinate. Le foto attestano lo stato di conservazione delle vestigia osservate, contribuendo allo studio della tecnica poligonale: le diverse “maniere”, i vari impieghi (nelle cinte murarie, delle torri, nei podi templari). Studio dell’antichità, analisi del territorio, analisi tecnica dei monumenti, ma anche amore per il territorio, curiosità e tanta volontà di raccontare con immagini natura, persone e monumenti quali espressione della realtà vissuta, testimonianza del tempo trascorso e strumento di lettura e studio per il futuro.
Aaah!... se le bifore di palazzo Normesine potessero raccontare la storia di Porta Romana
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