Passeggiate archeologiche 

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> 26 maggio 2013:  11a tappa del Gruppo “In difesa dei Beni Archeologici”

a cura di Fabrizio Paladinelli, Vittorio Del Duca, Ignazio Romano, Roberto Vallecoccia, Rita Palombi

La ex via degli Olmi

In difesa dei beni archeologici ed in dissenso con l'Ente Comunale per il taglio degli olmi di via Cappucini

Appuntamento: Sezze (LT) chiesa Madonna della Pace
Partenza: ore 9:30
Ritorno: ore 12:30 circa

Lunghezza percorso: Km 4 circa
Dislivello: m 50
Tipologia terreno: Asfalto, sterrato
Difficoltà: turistico (T)
Consigli: acqua al seguito, abbigliamento comodo, scarpe antiscivolo.
Il percorso è adatto anche ai bambini (nella prima parte 1Km non potranno essere usati i passeggini) che dovranno necessariamente essere accompagnati da un adulto.

Premessa
La conservazione della memoria è il collante che unisce le persone del gruppo In Difesa dei Beni Archeologici di Sezze. La perdita di un bene legato alla memoria collettiva è per tutti noi un momento di riflessione da condividere con quanti credono che la valorizzazione della cultura sia la strada maestra da seguire per contribuire alla crescita della comunità.
Lo strumento che abbiamo scelto, come gruppo, per promuovere gli obiettivi del progetto è il camminare per conoscere il territorio e le risorse culturali ed ambientali in esso contenuto.
Abbiamo voluto dedicare l’archeo-escursione del 26 maggio agli olmi che verranno tagliati per la realizzazione di un marciapiede in Via dei Cappuccini a Sezze.
La realizzazione del marciapiede è, secondo noi, un’opera importante per Sezze. Siamo convinti che sarebbe stato possibile realizzarla senza tagliare i nove olmi. Le motivazioni addotte dall’amministrazione comunale di Sezze ci lasciano perplessi e comunque non giustificano l’abbattimento degli alberi. Questi alberi non sono una barriera architettonica, sono una risorsa culturale ed ambientale di Sezze e dei suoi abitanti. Riteniamo, pertanto, che la scelta dell’amministrazione sia stata solo di natura politica, non tecnica. Non si sono volute ascoltare le legittime istanze dei cittadini.

Nella foto del 1950 (riportata sotto) si capisce tutto quello che si è perso e dimenticato negli ultimi sessant'anni.  E si capisce anche il perché i sezzesi amavano particolarmente passeggiare ai Cappuccini, tanto da  immortalare il luogo nelle cartoline che da Sezze partivano per portare i saluti nel mondo: è semplice, i sezzesi amavano la passeggiata dei Cappuccini perché lungo quel viale si poteva godere della frescura degli alberi secolari, che presto hanno dovuto lasciare il posto ai palazzoni stile metropoli degli anni 60' ed oggi vengono cancellati completamente dal progetto del Comune (riportato sotto la foto) che ignora completamente il senso originario del luogo.

Descrizione del percorso
Partenza dal sagrato della chiesa di Madonna della Pace. Una delle opere incompiute di Sezze dove sono stati spesi 500.000 euro e l'opera non è stata mai consegnata alla comunità. I restauri non sono stati conclusi a causa di errori di gestione e per la mancata previsione di destinazione d’uso del bene. Molte delle nostre escursioni partono da questo luogo perché centrale, farne un punto di incontro sarebbe, questa si, un'opera strategica per il paese.
L'escursione inizia seguendo Via Bassiano per qualche centinaio di metri, fino a raggiungere la rotonda di Ponte della Valle

Da qui inizia l' Area sacra di età romana dove si incontra un’altra opera incompiuta. Un marciapiede che da Crocevecchia avrebbe dovuto raggiungere Madonna della Pace, e che invece si è interrotto perché durante i lavori è stata rinvenuta una tomba di epoca romana. Da notare che quest’area sacra è segnalata in tutti i testi sia antichi che moderni a cominciare dal Lombardini.

Fra l’altro l’illuminazione del marciapiede è posizionata al centro dello stesso diventando una barriera architettonica. Privilegio "non concesso" ai preesistenti olmi di Via dei Cappuccini.
Da Ponte della Valle si risale lungo la Costa di San Luigi percorrendo un breve sentiero, in parte sterrato, fino ad incrociare Via della Resistenza.
Raggiunta la strada si entra dentro il meraviglioso, quanto abbandonato, parco della Macchia, e seguendo un viale sterrato, lungo qualche centinaia di metri, si risale verso la chiesa di San Giuseppe, detta dei Cappuccini.
Raggiunta la chiesa visiteremo la parte esterna del complesso dove nei primi anni del novecento è stata realizzata la Colonia agricola per gli orfani di guerra e di spagnola. Qui il professore Giancarlo Onorati, autore del libro “Lagrime dolori e speranze” testo che racconta la storia della colonia, ci guiderà per una breve visita all’esterno degli edifici ancora esistenti.
Dalla chiesa di San Giuseppe percorreremo il Viale dei Cappuccini, storica passeggiata dei sezzesi. Ci soffermeremo nei pressi degli olmi che con molta probabilità, in ottemperanza alla decisione dell’amministrazione comunale, non ci saranno più. 

Raggiungeremo Ferro di Cavallo (altro luogo storico completamente stravolto da precedenti lavori detti di riqualificazione) nei cui pressi c’è la chiesa di San Bartolomeo (chiusa perché pericolante). Continueremo poi l’archeo-escursione attraversando il centro storico di Sezze e seguendo le tracce delle mura poligonali ancora visibili.
Arrivati a  Porta Pascibella, dove si torva la chiesa di SantaParasceve (chiusa perché pericolante), lasceremo il centro storico costeggiando la cinta muraria in opera poligonali. Il percorso, realizzato negli anni 60' per valorizzare le imponenti mura di epoca romana, è praticamente abbandonato a se stesso e stravolto dalle numerose abitazioni di epoca moderne Da Via del Guglietto si può godere del panorama dell’Agro Pontino ed ammirare l’area dell’Anfiteatro dove c’è la regina di tutte le opere incompiute di Sezze. Il restauro del Teatro Sacro Italiano, finanziato con fondi della comunità europea, non è mai stato ultimato diventando un’area fortemente degradata.
Continueremo l’escursione costeggiano le mura megalitiche fino a Porta Romana da dove si scende verso il luogo di partenza passando davanti al Tempio di Saturno. Anche questo tesoro, di epoca romana, si trova in uno stato di conservazione molto precario, soprattutto a causa di una gestione idrogeologica del territorio a dir poco irresponsabile.

Ecco il fotoracconto della undicesima passeggiata sulla ex via degli olmi

L'archeologa Elisabeth Bruckner illustra la zona sacra descritta accuratamente dal Lombardini

L'ingresso principale del paese è un vero concentrato di scandali edilizi, che  nella foto non si percepiscono come tali perché l'inquadratura grandangolare e la natura hanno saputo mitigare

Il professore Giancarlo Onorati illustra la storia della  Colonia Agricola Pontina

La base degli olmi tagliati dalle motoseghe del Comune in via dei Cappuccini

Sulle mura di epoca romana, nel tratto più maestoso alto circa 10 metri,  cola la vernice di lavori recenti

Un luogo fantastico, difeso solo dalla natura

Tutti sul bastione fotografato alla fine dell'ottocento da Thomas Ashby

articolo pubblicato nell'aprile del 2013 sul periodico Lepini Magazine
Sul finire dell’Ottocento un giovane studioso inglese, in sella alla sua bicicletta, percorreva i Monti Lepini guidato da una carta dell’Istituto Geografico Militare e munito della sua inseparabile macchina fotografica. Thomas Ashby sarà il primo allievo della British School at Rome per poi diventare uno stimato archeologo e topografo. Giunto a Roma, aveva cominciato il suo personale tour nel 1891 quando, diciassettenne, seguendo i dati studiati nelle fonti antiche, attraversa la campagna romana seguendo l’antica via Appia che collegava Roma a Brindisi. L’impresa gli fornirà il materiale per la sua opera Topography of Campagna Romana edita nel 1902. 

Le varie tappe del viaggio includono anche l’area delle paludi pontine da dove salirà sui Monti Lepini. Egli percorre quei territori poco accoglienti e impervi con il preciso intento di documentarne le caratteristiche topografiche, ma anche di rintracciare i segni, più o meno evidenti, della sua storia. Le carte che gli fanno da guida per il percorso diventano anche pagine del suo “diario di viaggio” dove annota le proprie osservazioni sui territori e le località percorse; la macchina fotografica non gli serve solo per catturare e ricordare quei momenti e quei luoghi: Ashby, infatti, la usa come una vera e propria “fonte di verità” per testimoniare quanto da lui osservato dal vivo. 

Fotografare il profilo di un paesaggio, le vestigia di un monumento, o le tracce di un’antica strada vuol dire per lui produrre un documento tangibile utile a testimoniare la realtà. I monumenti antichi, le strade, gli ambienti immortalati non sono semplici elementi decorativi in un paesaggio, ma ognuno di essi costituisce un oggetto di studio, una testimonianza del passato nel presente, utile a comprendere il territorio, la storia antica, i materiali e le tecniche usate. La documentazione cartografica e fotografica prodotta da Ashby in questi anni, contribuì non poco anche agli studi sulle origini delle mura poligonali, tema molto sentito tra gli archeologi del tempo.

Infatti, molti degli scatti dello studioso hanno come oggetto proprio queste particolari costruzioni i cui enormi blocchi calcarei caratterizzano le località lepine di Norba, Cori, Sezze, Segni, ma anche la vicina San Felice Circeo e il frusinate. Le foto attestano lo stato di conservazione delle vestigia osservate, contribuendo allo studio della tecnica poligonale: le diverse “maniere”, i vari impieghi (nelle cinte murarie, delle torri, nei podi templari). Studio dell’antichità, analisi del territorio, analisi tecnica dei monumenti, ma anche amore per il territorio, curiosità e tanta volontà di raccontare con immagini natura, persone e monumenti quali espressione della realtà vissuta, testimonianza del tempo trascorso e strumento di lettura e studio per il futuro. 

Aaah!...  se le bifore di palazzo Normesine potessero raccontare la storia di Porta Romana

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