Passeggiate archeologiche 

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> 10 marzo 2013:  9a tappa del Gruppo “In difesa dei Beni Archeologici”

a cura di Fabrizio Paladinelli, Vittorio Del Duca, Ignazio Romano e Roberto Vallecoccia

Un fiume di persone invade la Semprevisa

Sulle tracce dei briganti alla ricerca del dolmen fotografato negli anni '30  c'erano 58 persone

Ancora un successo per le passeggiate del Gruppo "In difesa dei Beni Archeologici di Sezze" che prosegue senza sosta il suo lavoro di sensibilizzazione, ricerca e diffusione di una nuova mentalità con un crescendo di interesse esplosivo. Oggi in Semprevisa sono accorse 58 persone, ed altrettante per vari motivi non erano presenti. 

La Semprevisa si è mostrata nel suo aspetto più misterioso ed affascinante, mentre tra i presenti si sono distinti il professore Angelo Marchetti con le sue descrizioni naturalistiche, il professore Giancarlo Onorati che ha illustrato alcune vicende legate al brigantaggio alla fine dell'800, l'archeologo Vittorio Mironti che ha descritto gli insediamenti primitivi, ed ancora Vittorio Del Duca, Fabrizio Paladinelli e Roberto Vallecoccia che ci hanno guidati lungo il sentiero ed hanno permesso l'incontro con i pastori della zona.

Escursione nella zona Longara di Sezze ai piedi del monte Semprevisa.
A
ppuntamento al parcheggio del centro commerciale Zoccolanti: ore 9:00

Dal parcheggio proseguiremo alla volta della Longara usando meno auto possibili.
Arrivo al punto di partenza ore 9:30
Ritorno al punto di partenza ore 12:30 circa
Tipologia escursione: Ambientale/archeologico
Lunghezza percorso: Km 6,2
Dislivello in salita: m 280
Distanza in salita: Km 3,5
Tipologia terreno: sterrato, sentiero di montagna
Difficoltà: escursionistico (E)
Acqua al seguito - Abbigliamento comodo - K-way anti-pioggia - Scarpe antiscivolo
È sconsigliato ai bambini al di sotto degli otto anni (bambini accompagnati da un adulto)

In questa facile escursione, ai piedi del monte Semprevisa, attraverseremo uno dei luoghi meno frequentati dei Lepini. Fuori dai sentieri più conosciuti, in compagnia dei pastori della zona che ci proporranno il tipico formaggio Tre Pozza, incontreremo numerosi resti di insediamenti di capanne tipiche dell’area dei Lepini. Molte di queste si trovano in luoghi nascosti, probabilmente usati dai briganti che vi si rifugiavano dopo le loro scorrerie sul territorio.

Cercheremo anche di individuare la zona dove dovrebbe essere il dolmen fotografato negli anni '30, così come testimonia la foto pubblicata sul libro "Il mondo di Suso" dove insieme a due bambini, oggi ottantenni, è ritratto Luigi Nardi allora custode del casale della Longara. Nella zona sono presenti altre tracce di antiche civiltà che cercheremo di riportare alla luce.

Breve descrizione dei dolmen

Il dolmen è un tipo di tomba megalitica preistorica a camera singola e, insieme al sito di Stonehenge in Gran Bretagna, costituisce il più noto tra i monumenti megalitici. La realizzazione dei dolmen viene collocata nell'arco di tempo che va dalla fine del V millennio a.C. alla fine del III millennio a.C.
In Estremo Oriente l'uso del dolmen si prolungò fino al I millennio a.C.
I Dolmen sono costituiti da due o più piedritti verticali che sorreggono uno o più lastroni orizzontali (piatta banda o architrave). La costruzione era in origine ricoperta, protetta e sostenuta da un tumulo. Molti esempi di questo tipo, o con temi architettonici più evoluti, sono stati ritrovati anche in Europa. In particolare si possono trovare nel Regno Unito, in Irlanda, in Francia, in Germania, in Spagna, in Portogallo e in Italia (precisamente in Sardegna, in Sicilia e in Puglia).

Alla fine degli anni sessanta dell’ottocento ci fu una migrazione da parte di popolazioni della Ciociaria e dell’Abruzzo verso l’area lepina. Esisteva infatti un’economia abbastanza sviluppata a Sezze legata alle Paludi Pontine quali lo sfruttamento del legname, la piscicoltura e l’allevamento.
La zona di Suso, fino ad allora, quasi disabitata fu occupata da queste popolazioni che mantennero le proprie tradizioni e dialetto. Ancora oggi sono ben riconoscibili le diverse inflessioni dialettali delle varie frazioni di Sezze.
Sezze non subì mai degli attacchi diretti da parte dei briganti essendo protetta da una guarnigione stabile di Zuavi Pontifici. La presenza dei briganti e documentata da rapporti militari relativi ad azioni contro gli uomini regolari pontifici.

L'8 gennaio 2013 è stata presentata, a cura del professore Giancarlo Onorati, la ricerca sul brigantaggio a Sezze (1861-1870): Fanti, pastori e briganti pubblicata nel volume Tra Marittima e Terra di Lavoro ("Quaderni dell'Archivio comunale di Cori 4", 2012). Il lavoro svolto da alunni del Liceo e della Scuola Media analizza documenti inediti dell' Archivio di Stato di Roma.  

 >> Scarica la ricerca sul brigantaggio

Resa del Capo Brigante Gasparrone con i suoi compagni in Sezze il di 19 settembre 1825

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