|
Comunità Cristiane di Sezze |
![]() |
Politica e Carità |
|||
Consiglio Comunale Il Sindaco Verso le elezioni Visita Pastorale |
|||
|
Incontri di formazione e di confronto Programma: 5
marzo 2004 : Politica
e carità con la partecipazione del Vescovo S.E.
Mons. Giuseppe PETROCCHI 16
aprile 2004 : I
cattolici e la politica in Italia 14
maggio 2004: Sezze, tra passato e futuro Sala
parrocchiale di S. Lucia
Via
Sedia del Papa
ore 21.00Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare |
Costruire la città dell'uomo I cattolici e la politica Comunità Cristiane di Sezze Incontri
di formazione e di confronto Venerdì 5 marzo u.s. presso la Sala parrocchiale di Santa Lucia, alle ore 21.00, sono iniziati gli incontri di formazione e di confronto sul rapporto dei cattolici con la politica, alla ricerca delle linee guida e dei principi cristiani ispiratori dell’agire politico cattolico. Il primo incontro, incentrato sul tema “Politica e Carità”, è stato “guidato” da S.E. mons. Giuseppe Petrocchi, vescovo della nostra locale diocesi pontina, alla presenza di un uditorio attento e fortemente interessato a questo momento di riflessione su tale tematica politica, religiosa e sociale. Mons. Petrocchi ha subito fatto capire di non voler tanto svolgere una accademica relazione bensì di voler guidare i partecipanti verso la scoperta dei motivi ispiratori dell’agire politico-sociale cristiano, espressi dai testi teologici e dal magistero della Chiesa. La prima scoperta, cioè il primo motivato impulso all’azione politica, è per un cristiano quella dell’”Urgenza” della politica nella storia sociale di ogni paese: il cattolico, ispirato in tal senso, non può non sentire il bisogno impellente di impegnarsi politicamente. oggi il cattolico, guidato dai testi biblici e dalla riflessione svolta dal magistero della Chiesa, tramite svariati documenti dottrinali, può facilmente scoprire che l’agire politico è una forma di Carità cristiana che ha per fine ultimo la realizzazione del “Bene Comune”, attraverso la quale quindi si bandisce ogni agire individualista e particolarista. L’azione politica non è un fatto che interessa meramente “politici” di professione ma è una risposta ad un invito rivolto a tutte le persone: i cattolici sono tutti convocati e spronati ad agire politicamente, sotto l’impulso di motivi religiosi e sociali. Nessun cittadino, e nessun cattolico quindi, ha il diritto di accusare quelli che si impegnano in politica se in prima persona non sente l’urgenza di impegnarsi politicamente. La seconda scoperta, o meglio la seconda motivazione cristiana e sociale, è quindi il convincimento del Diritto/Dovere di fare politica: l’omissione dell’impegno politico è, per un cattolico, un vero e proprio peccato mentre l’agire politico, serio e continuato nel tempo, è una vera e propria “Vocazione”. Al cristiano impegnato si richiede di pensare e di progettare politicamente attraverso una ricerca fondata, non è richiesto però il dono di essere “infallibile” nelle varie scelte. Il politico cristiano progetta e ricerca un “Progetto – Uomo” , un “Piano Sociale”, attraverso tentativi, ipotesi, verifiche continue del “buono possibile”. In tale percorso il politico cattolico è guidato da tre linee maestre: La Sapienza ( cioè la ricerca continua della Verità), l’Etica ( o meglio la ricerca continua della Giustizia, della pratica del Bene comune e sociale), La Politica vera e propria ( cioè l’arte di ricercare dialetticamente il bene dei cittadini e l’arte di governo ). Il buon politico cattolico deve verificare il proprio operato sempre alla luce degli insegnamenti teologici e pastorali elaborati in seno alla Chiesa. Il Vangelo, per primo, offre le linee guida e le risposte agli attuali problemi sociali e politici: il cristiano ha un immenso patrimonio culturale di idee e di motivi ispiratori del suo motivato agire politico. La terza scoperta, e cioè la terza motivazione religiosa, sta nell’agire politico che tende costantemente a “dialogare” con l’altro, mettendo da parte ogni tentazione di integralismo, anzi facendosi compagni ricercatori di ogni persona impegnata politicamente. Il cattolico deve anzitutto auto-comprendersi per potersi poi confrontare con gli altri: è bene conservare sempre la propria identità senza cercare di mimetizzarsi in altrui vedute ed ispirazioni politico-sociali. Un’ultima scoperta, non certo di basso rilievo, è il convincimento che fare politica significa “Battersi per gli ultimi, i più emarginati, i più deboli”: il politico cattolico tende sempre, con forti convinzioni, a praticare il Bene Comune ben sapendo che la Carità promuove la pratica della Giustizia Sociale e contemporaneamente il desiderio di fare giustizia lo spinge ad agire con Carità, ricercando soprattutto la tutela dei diritti dei fratelli più emarginati. D’altra parte ben prima del Cristianesimo, e della riflessione sociale cristiana, nella “democratica” Grecia lo storico Tucidite affermava che i cittadini erano chiamati a sviluppare un piano di parità sociale attraverso istituzioni governative volte alla pratica della giustizia e poste a tutela soprattutto di quanti avessero subito ingiustizie varie. Secondo il vescovo, in conclusione, i cattolici sono chiamati ad essere persone di largo pensiero e di ampie vedute: essi sono spronati a “pensare globalmente” e ad “agire localmente”. Alla
fine della riflessione di mons. Petrocchi la parola è stata data a
diversi partecipanti, di diversa estrazione politica e sociale, che
hanno sviscerato una pacata e motivata riflessione sui temi trattati. articolo di Carlo Luigi ABBENDA |