Sezze verso le Amministrative 

 

Ai rappresentanti delle istituzioni

Ai rappresentanti dei partiti e movimenti politici

Ai cittadini di Sezze

Le Parrocchie di:

S. Carlo da Sezze, S. Lorenzo, S. Lucia, S. Maria e S. Pietro.

Incontro pubblico venerdì, 2 maggio, alle ore 21.00

COMUNITA' CRISTIANE DI SEZZE

In occasione della prossime elezioni amministrative, le Comunità cristiane di Sezze ritengono opportuno far conoscere il documento della Congregazione per la Dottrina della fede qui allegato.  La presente "Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica" vuole essere un richiamo sullo stile ed il comportamento di coloro che si impegnano nella sfera sociale e politica.

Come comunità cristiana di Sezze non abbiamo una ricetta politico-amministrativa da proporre, vogliamo invece offrire un'occasione di confronto a tutti coloro che lo vogliono - cattolici e non sull'idea dell'agire in politica, nella società contemporanea.  Riteniamo infatti che soltanto l'azione illuminate dai principi etici e, per chi crede, religiosi, possa essere efficace e contribuire alla costruzione del bene comune.

Vi preghiamo di dare la massima diffusione del documento e vi invitiamo ad un incontro pubblico per il giorno di venerdì, 2 maggio, alle ore 21.00, presso i locali della Parrocchia di S. Lucia, Via Sedia del Papa.  Confidando nella vostra partecipazione, distinti saluti.

Sezze 16.04.03


Congregazione per la Dottrina della Fede

NOTA DOTTRINALE

circa alcune questioni riguardanti l'impegno  e il comportamento dei cattolici nella vita politica

 Un insegnamento costante

1     Le attuali società democratiche richiedono nuove e più ampie forme di partecipazione alla vita pubblica da parte dei cittadini, cristiani e non cristiani.

2     Mediante l'adempimento dei comuni doveri civili, “guidati dalla coscienza cristiana”,in conformità ai valori che con essa sono congruenti, i fedeli laici svolgono anche il compito loro proprio di animare cristianamente l'ordine temporale, rispettandone la natura e la legittima autonomia, perciò i fedeli laici non possono affatto abdicare alla partecipazione alla "politica”.

3.    La concezione relativista del pluralismo etico nulla ha a che vedere con la legittima libertà dei cittadini cattolici di scegliere, tra le opinioni politiche compatibili con la fede e la legge morale naturale, quella che secondo il proprio criterio meglio si adegua alle esigenze del bene comune, e quindi di militare in partiti politici diversi.

4.    Se il cristiano è tenuto ad “ammettere la legittima molteplicità e diversità delle opzioni temporali, egli è ugualmente chiamato a dissentire da una concezione del pluralismo in chiave di relativismo morale, nociva per la stessa vita democratica, la quale ha bisogno di fondamenti veri e solidi, vale a dire, di principi etici che per la loro natura e per il loro ruolo di fondamento della vita sociale non sono "negoziabili".

5.    La Chiesa è consapevole che la via delta democrazia se, da una parte, esprime al meglio la partecipazione diretta dei cittadini alle scelte politiche, dall'altra si rende possibile solo nella misura in cui trova alla sua base una retta concezione della persona.. Su questo principio l'impegno dei cattolici non pu6 cedere a compromesso alcuno, perciò altrimenti verrebbero meno la testimonianza della fede cristiana nel mondo e la unità e coerenza interiori dei fedeli stessi.

6.    Quanti sono impegnati direttamente nelle rappresentanze legislative hanno il preciso obbligo di opporsi a ogni legge che risulti un attentato alla vita umana, né ad alcuno è consentito dare a tali leggi il proprio voto. E' però lecito e doveroso offrire il proprio appoggio a proposte mirate a limitare i danni di tali leggi.

7.    Nessun fedele tuttavia pu6 appellarsi ai principio del pluralismo e dell'autonomia dei laici in politica, favorendo soluzioni che compromettano o che attenuino la salvaguardia delle esigenze etiche fondamentali per il bene comune della società .

8.    Per la dottrina morale cattolica la laicità intesa come autonomia della sfera civile e politica da quella religiose ed ecclesiastica - ma non da quella morale - è un valore acquisito e riconosciuto dalla Chiesa e appartiene al patrimonio di civiltà che è stato raggiunto.

9.    Con il suo intervento in questo ambito, il Magistero della Chiesa non vuole esercitare un potere politico né eliminare la libertà d'opinione dei cattolici su questioni contingenti.  Esso intende invece come il suo proprio compito istruire e illuminare la coscienza dei fedeli, soprattutto di quanti si dedicano all'impegno nella vita politica, perché il loro agire sia sempre al servizio delta promozione integrate delta persona e del bene comune.

10.  La Chiesa insegna che non esiste autentica libertà senza la verità. “Verità e libertà o si coniugano insieme o insieme miseramente periscono”, ha scritto Giovanni Paolo II.  In una società dove la verità non viene prospettata e non si cerca di raggiungerla, viene debilitata anche ogni forma di esercizio autentico di Libertà aprendo la via ad un libertinismo e individualismo, dannosi alla tutela del bene della persona e della società intera.

11.  La coerenza tra fede e vita, tra vangelo e cultura, è richiamata dal Concilio  Vaticano II.  Siano desiderosi i fedeli di poter esplicare tutte le loro attività terrene, unificando gli sforzi umani, domestici, professionali, scientifici e tecnici in una sola sintesi vitale insieme con i beni religiosi, sotto la cui altissima direzione tutto viene coordinate a gloria di Dio.