Archeologia setina

gli Archi di San Lidano

Il Comune di Sezze affida la manutenzione dei siti archeologici

Sentinelle per i monumenti

Sezze, 7 ottobre 2007                                                                                              articolo di Giovanni Rieti

L’Assessore alla cultura del Comune di Sezze, Remo Grenga, ha annunciato che l’amministrazione ha adottato dei provvedimenti tesi a garantire la pulizia e la manutenzione ordinaria di alcuni siti e monumenti archeologici del comprensorio setino. La giunta Campoli ha deciso di aggiornare la convenzione con l’azienda agricola “Agroama”, a cui è stata affidata l’adozione del monumento archeologico Archi di San Lidano, della Tomba romana “La Torre” e del Tempio di Giunone, altro sito archeologico del comune lepino. L’azienda agricola Agroama è subentrata all’azienda agricola “La Sezzese” alla quale nel 1999, attraverso una delibera del Consiglio comunale, venne affidata l’adozione di questi siti. L’accordo tra l’ente e l’azienda prevede che i prossimi tre anni “Agroama” si impegnerà a curare l’abbellimento ed il decoro dei tre importanti siti archeologici, provvedendo ad eseguire opportuni e periodici interventi di pulizia e manutenzione ordinaria.

L’azienda agricola, inoltre, previa autorizzazione dell’ente comunale, potrà installare nelle aree di pertinenza o in quelle prospicienti ai siti apposita segnaletica turistica recante anche il proprio logo e l’eventuale indicazione del titolo di intervento. Secondo quanto previsto dalla convenzione l’azienda agricola non potrà eseguire direttamente o indirettamente interventi edilizi di restauro, di sistemazioni o di riparazione, se non preventivamente ed espressamente autorizzati. Va sottolineato che l’affidamento in adozione di questi tre siti archeologici non prevede alcun onere o alcun corrispettivo da parte dell’amministrazione comunale di Sezze. E’ questa una iniziativa che va a dare una prima risposta alla volontà della nuova maggioranza del paese di tenere nella giusta considerazione il patrimonio artistico, architettonico ed archeologico del paese, nella speranza che questa possa essere soltanto la prima di una serie di queste iniziative che potrebbero portare ad una rivalutazione e migliore conservazione del ricco patrimonio culturale setino. 

Oltre alla convenzione stipulata con l’azienda agricola “Agroama” l’assessore alla cultura ha reso noto che l’amministrazione comunale sta lavorando alla realizzazione di un bando per la valorizzazione delle aree verdi da rivolgere ai vari operatori del settore. Si tratta di un progetto ancora in fase embrionale, ha specifico Remo Grenga, che manifesta la volontà della maggioranza di metter e in atto delle azioni finalizzate alla valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale del territorio setino.


Ecco gli Archi di San Lidano ripuliti

Sezze, 17 dicembre 2007                                                                      foto e articolo di Ignazio Romano

L’azienda agricola Agroama ha dato il via ai lavori di pulizia dei siti archeologici di Sezze come previsto nel progetto "Sentinelle per i monumenti". Domenica 16 dicembre gli operai dell'azienda agricola hanno fatto riemergere gli Archi di San Lidano pulendo anche la parte superiore della struttura. Ora sarà necessario piantare una siepe per isolare il monumento dalla vicina rimessa di veicoli, ma è necessario anche ripensare  la cartellonistica in funzione del rudere e progettare una adeguata illuminazione per renderlo visibile anche di notte. Si tratta di un passo nella giusta direzione, il primo da molti anni a questa parte, che va incoraggiato ed esteso a tutti i siti archeologici di Sezze che versano nel più completo abbandono. Uno di questi e la villa "Le Grotte".

I c.d. Archi di San Lidano sono i resti di un grande ponte romano e si ergono isolati sul piano della campagna pontina ( presso Sezze Scalo). Fa un certo effetto constatare che il terreno qui è perfettamente in piano e non esiste alcun corso d'acqua da scavalcare. Il corso d'acqua fu prosciugato negli anni trenta a seguito delle opere di regolazione delle acque alte delle Paludi Pontine.L'antico ponte, interamente in opus quadrata, era al servizio di una strada abbastanza importante che collegava la Via Appia a Setia ( Sezze).
Il nome deriva dal monaco (divenuto poi Santo) che aveva riutilizzato questo antico ponte nella sua opera di bonifica della palude, condotta nell'XI secolo in concomitanza con la fondazione di un vicino monastero (S. Cecilia) ora scomparso. Questo Ponte di epoca repubblicana, probabilmente del II a.C., è in opus quadratum (costruito con grandi blocchi di pietra locale) ed era originariamente formato da tre arcate a tutto sesto, per una larghezza di m. 4,50 ed una lunghezza di m. 13,50. Di questa costruzione si è conservato solo l'arco centrale (integro) e uno degli archi di rampa (malridotto) mentre resti del secondo arco di rampa si osservano nel terreno circostante; nessuna traccia del corso d'acqua che sottopassava il Ponte.

Per quanto riguarda la strada per cui era stato costruito, esso era un tratto viario che si staccava dal XLI miglio dell'antica Appia e si portava sotto Setia (antica Sezze) proseguendo quindi per Privernum e la via Latina. Fece probabilmente parte anche del percorso alternativo che poi Nerva creò per aggirare le paludi quando esse creavano problemi per raggiungere da Forum Apii la porta Nord di Decennovium (Terracina). L'epoca a cui si fa risalire questo Ponte corrisponde a quella del massimo splendore di Setia, di cui peraltro rimangono nel territorio molte tracce (come i resti maestosi della Villa alle Grotte e la Tomba detta La Torre); nella stessa Sezze si conservano tratti di mura ed altri resti romani. 
La zona è molto importante anche per la preistoria italiana: quì vicino si trova l' Arnalo dei Bufali, grotta dove fu rinvenuta una famosa raffigurazione schematica di uomo, in ocra rossa ( del Paleolitico, ora al Museo Pigorini di Roma ). A Sezze si trova un interessante Antiquarium dedicato ai numerosi ritrovamenti archeologici ed altre testimonianze romane, preromane e preistoriche locali.