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CARITAS |
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> hanno partecipato alla serata - Simona Santia e i suoi allievi- -Gli S.O.S. (con rabbia e con amore) Cover- -Gli Amfibolia (Rock Band)- -Band dei Nomadi- < |
sabato 6 dicembre 2003 ore 17,00 Palestra ISISS Pacifici e De Magistris viale dei Cappuccini "COMUNITA' DI SANT'EGIDIO"presenta Concerto
di beneficenza Serata per il Mozambico
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La Comunità di Sant’Egidio nasce a Roma nel 1968, all’indomani del Concilio Vaticano II. Oggi è un movimento di laici a cui aderiscono più di 40.000 persone, impegnato nella comunicazione del Vangelo e nella carità a Roma, in Italia e in più di 60 paesi dei diversi continenti. E' "Associazione pubblica di laici della Chiesa". Le differenti comunità, sparse nel mondo, condividono la stessa spiritualità e i fondamenti che caratterizzano il cammino di Sant’Egidio. Visita il sito Sant'Egidio
Proposte di solidarietà Come lo scorso anno il gruppo di Sezze della Comunità di S.Egidio vuole proporre alcune iniziative di solidarietà.
Di fronte agli ultimi avvenimenti non possiamo restare indifferenti, ma dobbiamo sentirci tutti coinvolti.
Primo
appuntamento sabato 6 -12-2003. La Comunità ha organizzato un concerto presso i locali dell'I.T.C, alle ore 17,00 per sostenere un progetto di prevenzione e cura dell'AIDS in Mozambico.Il concerto coinvolge alcuni gruppi musicali giovanili e vuole dare, soprattutto ai giovani, una testimonianza di apertura alla mondialità. Per conoscere la Comunità di S.Egidio è possibile collegarsi con il sito www.santegidio.org Il
13 dicembre 2003 la Comunità di S.Egidio di Sezze invita tutti gli amici immigrati a partecipare ad un incontro con l'associazione Gente di Pace che si terrà alle ore 18:30 presso la Parrocchia di S.Pietro. DURANTE
LO SPETTACOLO SONO STATE RACCOLTE LE Preghiera per la Pace 2 Gennaio 2004 Cattedrale di S.Maria Ci siamo riuniti ancora una volta, come lo scorso anno, per pregare insieme per la Pace. Abbiamo voluto trasmettere un messaggio di speranza , di fronte alla paura e al pessimismo dilagante. “Noi non vogliamo accettare che la guerra ( o il terrorismo) domini la vita dei popoli”. Abbiamo voluto far nostro l’appello del papa e dare una testimonianza di gioia e di unità, dopo il Natale. Sappiamo , e lo abbiamo ricordato, che nel mondo il 20% della popolazione consuma l’87,5% delle risorse della terra.Sappiamo che nel mondo 800 milioni di persone vivono in assoluta povertà, che 50 milioni di persone, soprattutto bambini, muoiono ancora di fame, mentre vengono spesi per le armi 1000 miliardi di dollari. C’è ancora la guerra in oltre 30 paesi del mondo e soprattutto nel sud del mondo. Sono solo alcune cifre, senza contare gli altri mali del mondo, che provocano dolore e sofferenza e derivano spesso dall’ingiustizia, potremmo dire globale. E’ vero, il terrorismo ci fa vivere nella paura e nella diffidenza , ma la violenza è presente anche nelle nostre strade. E l’ingiustizia è alimentata anche dalla nostra intolleranza, dall’indifferenza, dal pregiudizio. All’inizio di questo anno possiamo farci vincere dallo sgomento e dalla rassegnazione oppure guardare avanti e compiere piccoli gesti di pace.Abbiamo provato a farlo a Natale, quando nelle parrocchie e forse anche nelle nostre case ,abbiamo sperimentato gesti e momenti di solidarietà e di condivisione, con amici di altri paesi, con persone in difficoltà,aprendoci all’amicizia, al dialogo, all’ospitalità. Un segno che si può vincere l’emarginazione, la diffidenza, la paura. Ma un Natale diverso non è abbastanza. E qualcuno ci ha detto che pregare non serve. Per un cristiano, ma per qualsiasi credente, la preghiera è una forza che non ha confini e il regno di Dio è un regno di pace. La ricerca della pace, come la speranza ,non è mai sprecata. “La pace resta ancora possibile, anzi doverosa.” Non possiamo farci scoraggiare dalle paure del mondo, ma abbiamo il dovere di costruire insieme la giustizia, perché è l’ingiustizia che genera la guerra “madre di tutte le povertà”, Anzi quest’anno vogliamo fare un passo in più: la giustizia deve trovare il suo completamento nell’amore. Questa sera forse la cattedrale non era gremita, ma simbolicamente abbiamo acceso molte candele, come segno di speranza per l’umanità. Abbiamo risposto con un gesto semplice all’invito di iniziare l’anno con un impegno per la Pace, come hanno fatto a Roma migliaia di persone, che hanno aderito alla marcia fino a Piazza S. Pietro. Crediamo che la ricerca della Pace richieda innanzitutto un impegno personale a cambiare il proprio stile di vita. “E’ tempo che il problema della pace entri nella vita quotidiana delle nostre comunità”, un messaggio da portare nell’educazione, nelle scelte, nelle strade, nei programmi politici, ma soprattutto nella conversione del cuore. “Chi salva una vita salva il mondo intero”: Perché non cominciare? Domenica 18 gennaio nella Cattedrale di S. Maria ci sarà un incontro di preghiera ecumenico in occasione della giornata mondiale per l’unità dei Cristiani. In cammino… 14 febbraio 2004 Il 14 Febbraio il gruppo di Sezze della Comunità di S.Egidio ha organizzato un incontro di riflessione sul cammino di quest’anno. Ci incontreremo nella Chiesa di S. Pietro,alle ore 16, 00 Per un confronto sul tema: “la preghiera alla radice della Pace” e concluderemo alle 17,30 con un breve momento di preghiera comunitaria. L’incontro è aperto a tutti i gruppi di ispirazione religiosa nel segno dell’apertura e del dialogo sul tema comune della pace ,che ha segnato i l cammino della Comunità a Sezze e nel mondo, soprattutto negli ultimi anni. L’intenzione di incontrarci è nata da diversi motivi: innanzitutto il desiderio di riproporre il messaggio di pace vissuto con la marcia a Roma il 1 gennaio e la preghiera nella Cattedrale di Sezze il 2 Gennaio, che ha coinvolto molte persone. Un segno che la pace è nel cuore degli uomini. Inoltre il desiderio di rispondere all’appello di unità della Chiesa, in particolare della nostra diocesi, promosso da Vescovo. Il cristianesimo è una scelta comunitaria e perciò di dimensione universale. Infine un motivo di gioia e di festa: la Comunità di S.Egidio festeggia il suo anniversario di oltre 30 anni vissuti nell’ascolto del Vangelo e nel servizio ai poveri. A Sezze, dopo una lunga amicizia, fatta di testimonianza e collaborazione, il nostro piccolo gruppo si ritrova da due anni sullo stesso cammino, tra inciampi e incertezze, ma nella fiducia che un mondo migliore è ancora possibile. Le iniziative esterne, come il concerto di solidarietà per il Mozambico e per la Papua, gli incontri con gli immigrati e con alcune situazioni di disagio del nostro paese sono state per noi un’occasione sporadica per trasmettere un messaggio. Ma l’elemento costante e la forza delle nostre iniziative è il momento di preghiera che ogni sabato ci riunisce intorno al Vangelo e ci mette a confronto con la nostra vita e il mondo. La nostra vera apertura vuole essere accoglienza del cuore, attraverso la comunione con tutte le povertà del mondo e con tutti coloro che hanno una fede. Aprire gli occhi sulle ingiustizie e sentirsi coinvolti, significa entrare nella dimensione che ogni uomo è mio fratello e i suoi bisogni sono i miei bisogni,la sua dignità è la mia dignità, la sua vita vale come la mia vita. “Agisci come se….” Era la risposta filosofica di Kant, un dovere morale. Così la scelta politica, l’impegno sociale.Ma la lotta politica si ferma alla giustizia, al diritto. La Parola della fede ti scava dentro perché ti chiede il perdono e l’amore.E’ un passo oltre ,che permette all’altro di non essere un caso, un problema ,una categoria, ma una persona con una sua identità nell’ appartenenza ad una classe, ad un popolo, ad una storia, che ha un nome e una dignità da rispettare e da amare. Il Vangelo è una storia di uomini che lottano per questo, e questo è il senso della pace. Di fronte a 37 paesi in guerra nel mondo che possiamo fare? Rispondere con un appello di pace, diventare uomini e donne di pace, costruttori di pace. Continuare a gridare questa fede assurda, questa speranza disillusa dai potenti del mondo: la pace è possibile! Perché le scelte dell’umanità non appartengano più ai potenti della terra, ma il grido disperato degli ultimi venga ascoltato. Ciascuno di noi, anzi tutti noi ,invece di stare a guardare, possiamo restituire la voce a chi non ha voce. Siamo gente qualsiasi, ma un giorno abbiamo incontrato l’altro e invece di andare oltre ci siamo fermati. In un mondo che va di fretta costa fermarsi. Ma un incontro può cambiare la vita. E se qualcuno ti chiama per nome, sai che devi voltarti, e se uno sguardo ti fissa nel cuore, sai che non puoi fingere, e se una parola ti cambia e scopri un tesoro nascosto, non puoi tenerlo soltanto per te. Così nasce una comunità: da un incontro, uno sguardo, una parola. Il tesoro è come la luce, anche se piccola illumina e si espande e ci permette di vedere,di distinguere il cammino. Puoi fermarti, farti vincere dalla rassegnazione oppure camminare oltre con passi sempre meno incerti. Non sappiamo dove arriveremo,ma la luce ci schiarisce la strada e altri viandanti ci aiutano a tracciare il cammino.Insieme si va cantando, se inciampi qualcuno ti aiuta e puoi aiutare a tua volta. Se cammini scopri anche gli orrori del mondo ,ma insieme il fardello è meno pesante e puoi vincere la tentazione dell’indifferenza e della pigrizia. Puoi accogliere la fiducia e la speranza che anche dal letame un giorno nasceranno fiori diversi. |
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