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Vincenzo Faustinella |
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Sezze, 12 novembre 2011 > DONNA DI MARE > LE DECISIONI IN SOSPESO Cari
amici Sono passati 26 anni dalla pubblicazione della mia prima raccolta di poesie: La rabbia ignota, e dopo di allora sono venute fuori altre tre raccolte per un totale di quattro. L’ultima in ordine di tempo si intitola: Le decisioni in sospeso, ed è stata pubblicata lo scorso anno (2010) a distanza di quasi venti anni dalla penultima pubblicazione: Ipocrisie, che chiudeva la mia trilogia della vita. Ovvio che, la “patente” di poeta non viene assegnata sulla base della quantità di libri di poesie pubblicati. Difatti, in cuor mio, non mi sento un Poeta. E credo di non meritarmi tale titolo solo per il fatto di scrivere poesie. Nella sua orazione funebre a Pasolini, Moravia parla della morte del Poeta, dicendo che di veri poeti ne nasce solo uno ogni cento anni. Nella nazione dei Santi, Poeti e Navigatori, scrivere poesie è quasi un obbligo, una consuetudine che contrasta con l’originalità dei versi al punto da renderli inutili ed “indifferenti” al conformismo del pubblico (vedi il caso della poesia Indignarsi di cui parlo alla fine). Allora, perché le scrivo e le pubblico? È un gioco? Una passione? Un hobby?
Di certo è la prosecuzione di un lungo percorso iniziato grazie a mia nonna materna, Matilde Ondecia Fattorini Campoli, che a modo suo mi ha fatto conoscere la poesia e mi ha spinto a giocare con la rima al punto da sostituire i soldatini e i Monopoli con le letture del Pascoli. Ero comunque bravo anche con i soldatini e nel gioco dei Monopoli! Oltre che al gioco del calcio. A
un certo punto della mia vita, però, mi ritrovai distrattamente con un
discreto numero di fogli (alcune poesie commissionatemi da qualche
compagno di scuola innamorato che voleva fare colpo sulla sua donna, non
le ho più ritrovate) da poter partorire la mia prima creatura. E devo
rivelare qui, a distanza di tutto questo tempo, che quando presi in mano
la prima copia de
Dopo La rabbia ignota, arrivò la recensione del compianto Dario Bellezza (che ringrazio ancora oggi per la cortesia e le parole spese sulla mia opera) alla mia seconda raccolta di poesie: Il cortile della mente. Quella recensione si chiudeva con un monito ben preciso che il mio carattere fiero e caparbio, non potevo disattendere o evitare di tenere in considerazione: <<Bisognerà allora vedere quanto di letteratura sarà la somma del suo operare per il futuro, allora potremo dire se ci troviamo dinanzi ad un nuovo Rocco Scotellaro oppure soltanto ad un epigono>>. Accettata la sfida, nel 1989 adattai a monologo La metamorfosi di Kafka, nel 1991 scrissi un monologo teatrale in tre atti (L’uomo e l’albero- Sulla fine del mondo e di una ideologia, prefazione di Ganni Borga ) e infine, nel 1992 pubblicai la mia terza raccolta di poesie, Ipocrisie, che chiudeva la trilogia della vita. Dopodiché, iniziai un lungo percorso di formazione e di crescita all’interno del giornalismo locale e negli studi sociologici, credendo di avere dato una prima risposta a Dario. Purtroppo, però, lui venne a mancare ancora giovane e non abbiamo più avuto la possibilità di riprendere il discorso iniziato con quella recensione. Tra lo scorrere lento della vita coniugale e la nascita dei figli, mi ritrovo al 2010 con un bel mucchietto di canzoni e qualche poesia inedita. Detto e fatto: sulle ali di un nuovo entusiasmo e sfruttando la ritrovata vena poetica che nel frattempo era stata inaridita dal linguaggio storico-giornalistico, pubblico Le decisioni in sospeso utilizzando i nuovi sistemi di edizione presenti nella rete internet e che permettono a chi scrive di stabilire il numero di copie da stampare con enorme facilità, stando comodamente seduto sulla poltrona della scrivania di casa. Nel mio caso, scelgo l’offerta affidabile, prestigiosa e seria de ilmiolibro.it del Gruppo Editoriale L’Espresso. Vincenzo Faustinella La scelta di pubblicare questo libro, dove riedito anche La rabbia ignota (per esaurimento scorta copie e per fornire un primo confronto tra lo stile iniziale e quello attuale), è dovuta anche al fatto di dover dare una edizione ai testi di alcune canzoni che avevano il deposito scaduto presso la sezione musica e OLAF della SIAE di Roma. Questa precisazione mi serve a ribadire che non sono un Poeta, ma uno che usa la poesia, come pure le altre forme di arte, per comunicare. Quindi, diciamo che sono una persona che comunica. Anzi, per darmi una identità definitiva, aggiungo che sono Sociologo delle Comunicazioni. Ma arriviamo al dunque: Donna di mare è l’ultima raccolta di testi poetici da me pubblicati e che mi appresto a pubblicare. Ad impreziosirla c’è la prefazione di Ignazio Gori, giovane e promettente scrittore setino. Donna di mare è una musa fantasmagorica, una figura inventata, una donna virtuale con la quale si instaura un rapporto di amore, di sogno, di speranza e anche di impegno diretto in quelli che sono i temi di attualità politica e sociale. Quindi, Donna di mare non è solo amore, sogno e speranza”, ma anche destino crudele di due persone che si incontrano in un momento delle loro vita dove i “giochi sono già fatti”, ed il progetto di costruire una vita insieme, vissuta insieme quotidianamente dal risveglio alla sera, rivela un diniego manzoniano. Donna di mare è come “l’isola non trovata”, o il vello d’oro che andiamo cercando da una vita e che una volta trovata-trovato vorremmo non farcela-farcelo più sfuggire. Al punto da sembrare possessivi. Queste poesie, sono ispirate dalla forza di un rapporto spirituale che nasce inaspettatamente attraverso quelli che sono i moderni mezzi di comunicazioni, in una delle tante piazze virtuali della rete dove gesti e sguardi non esistono e tutto avviene attraverso la condivisione di link e lo scambio di messaggi in chat. Donna di mare entra così nel destino dell’uomo, lo scruta, lo aggancia, lo penetra, si lascia desiderare e nel momento in cui la passione è giunta a maturazione, tra i due, e soprattutto da parte dell’uomo, torna ad imporsi la cruda realtà che Donna di mare, dal suo essere musa, non vive allo stesso modo. Il dialogo tra i due a questo punto si interrompe, e alla spiritualità iniziale subentra il conflitto interiore, il disaccordo, la riprovazione, il rito coniugale della discussione tra sordi che il loro rapporto aveva disinnescato e tenuto bene a distanza. Chissà dove sarà ora? Forse in qualche altro sogno? O tra le mani di un uomo che disegna per lei stelle di sabbia e di sassi raccolti sulla spiaggia? A questo punto, all’uomo non resta che sperare in quello stesso destino che dovrebbe ripagarlo per il ritardo che ha reso questo incontro crudele ed impossibile da realizzare nella vita reale. La speranza, è quella di dare seguito alle tante promesse fatte nei momenti di pace e magari potersi rivedere un giorno all’interno di qualche altro nuovo sogno, privo di rancori e di ingiustificate incomprensioni che emergono facilmente quando si vive nell’impossibilità di toccarsi e guardarsi negli occhi. Nello scorrere delle poesie, traspare anche il fatto di potersi incontrare come accade ai due personaggi di L’amore al tempo del colera, di Garcia Marquez, in modo che l’uomo possa dimostrare finalmente alla donna che non era la bellezza del corpo che contava, ma la sua anima di Donna di mare “fuggita per sempre dalla sua vita”. Ci chiediamo: è questo l’amore vero? Donna di mare non è un libro di poesie da aprire a caso come si fa di solito quando si ha a che fare con i versi. In questo caso, i versi hanno un inizio ed una fine. C’è la parte iniziale e c’è anche il finale. Insomma, non solo poesie, ma una specie di racconto che andrebbe ora ricostruito attraverso il sistema ed il metodo letterario della narrazione. Per
quanto mi riguarda, insisto nel dire che non sono un Poeta, ma uno che
usa In
questo libro c’è una poesia, Indignarsi, scritta sulla scia dei
recenti accadimenti. A proposito di impegno civile, volevo pubblicarla e
farla leggere a più gente possibile non per fama, ma per comunicare il
mio pensiero, la mia vicinanza e similitudine a tutti coloro che sono
indignati nei confronti del sistema corrente. Se l’avessi pubblicata a
mio nome, però, l’avrebbero letta soltanto quelli che stanno lì a
farti un piacere. Per questo mi sono inventato una specie di
“burla”, simile alle teste di Modigliani ritrovate a Livorno alcuni
anni fa: ho preso lo scritto e usando grezzamente google traduttore
l’ho pubblicato in spagnolo, con testo italiano originale a fronte,
attribuendolo a Pablo Neruda. La cosa ha avuto un riscontro
notevolissimo e, dopo averlo condiviso sui social network, in molti mi
hanno ringraziato per avergli inviato quei versi “stupendi” del
Neruda. In realtà, a scrivere quella poesia non era stato Pablo Neruda,
bensì Mario Ruoppolo, Il Postino, che in questo caso ero io. Ho deciso di inviarvi la mia ultima raccolta di poesie, Donna di mare, dove per la prima volta parlo solo ed esclusivamente di amore, per rendervi partecipi di questa mia nuova iniziativa letteraria che non è solo personale, ma riguarda tutti noi che abbiamo sempre sognato di incontrare e vivere l’amore vero. Un abbraccio fraterno Vincenzo Faustinella |