Passeggiate archeologiche

 

> 6 dicembre 2015:  9a tappa del Gruppo “In Difesa dei Beni Archeologici”

a cura di Fabrizio Paladinelli e Ignazio Romano

Dai Colli al Castello di Monte Trevi

In collaborazione con il Comitato spontaneo Colli

Descrizione percorso
Luogo di Partenza: Sezze (LT) presso ristorante "da Barbitto" in  zona Colli

Data escursione: Domenica 6 dicembre 2015
Orario di partenza: 9:00
Orario di arrivo previsto: 13:00 - Camposanto Vecchio
(dove gli organizzatori lasceranno alcune auto per riportate tutti al parcheggio di Barbitto)
Lunghezza percorso circa 2,7 Km (sentiero montano Km 1,4 - sterrato asfalto Km 1,3)

Dislivello: 200 m salita - 151 m discesa (in caso di piaggia, anche nel giorno precedente, l'escursione verrà annullata)
Difficoltà: E (Escursionista)
Tempo di percorrenza: 4 ore circa 
Raccomandazioni: Obbligatorie le Calzature da trekking e acqua al seguito. 

IL CASTELLO DI TREVI

a cura del Liceo Classico "Pacifici & De Magistris"

A 505 metri di altezza sulla Pianura Pontina si erge, a est di Sezze, il Monte Trevi.

Esso si trova in una posizione strategicamente favorevole, che permette di dominare sulla retrostante vallata di Suso, su Sezze e sulla Pianura Pontina.

L' aspetto del monte è molto ripido e poco accessibile; la sua sommità è a tronco di cono, in quanto presenta una discreta area pianeggiante, che ha permesso la costruzione di diversi edifici.

Questa spianata è ben fortificata naturalmente da grosse rocce, completamente prive di vegetazione, che rendono l'accesso difficoltoso.

Sul monte si possono tuttora vedere, purtroppo tra l'intreccio dei cavi televisivi, le poche rovine di un castello medievale, comunque testimonianza che Sezze era ritenuta una nobile città, perché la Santa Sede le concesse la giurisdizione di fortezze e castelli.

All'inizio del XIII sec. Papa Innocenzo III donò ed assegnò in feudo a Giovanni di Ceccano e ai figli il castello, che apparteneva alla municipalità di Sezze ed era fortificatissimo ed abbondantemente abitato. Era un tipico castello feudale: accanto all'abitazione del signore vi erano le case dei suoi sudditi, i granai, le cisterne e anche un monastero di Clarisse; una bolla del Papa Clemente V attesta la presenza di questo monastero a partire dal 1313 e siamo informati che lo stesso Clemente V nel 1313 concesse molti privilegi al monastero delle monache di San Francesco. Da una lettera di Innocenzo IV dei 27 giugno 1248, indirizzata a tutti i fedeli di Campagna e Marittima, risulta che i Setini avevano assalito e distrutto il castello di Trevi e fatti prigionieri i figli di Guido di Trevi e il Papa inviava il suo cappellano Nicola per comminare le pene spirituali e temporali.

Durante il XIII sec. il castello passò in dote ad un ramo della famiglia Pagani, che mutò il suo nome in quello di Trevi. Il primo che incontriamo con questo nome è Guglielmo, che stipulò con i Setini la rettifica dei confini territoriali nel 1262. Il castello rimase in suo possesso per quasi tutto il 1300, cioè fino a quando l'ultima discendente, Tancia, sposò Tuzio Normesini, il quale divenne il nuovo signore del castello.

Nel corso del XV sec. il Comune di Sezze lo possedeva "pro indiviso" con i Normesini stessi. 

I redditi della tenuta Trebarum sono elencati in un inventario dei beni del Comune del 1495. In questo periodo il castello fu distrutto dai Setini

La distruzione del complesso feudale è dovuta al fatto che durante il XV sec i Setini, che si opponevano al governo dei Trevi, abbatterono ferocemente ogni costruzione. Questa avversione dei Setini fu causata dalle angherie e dalle molestie che la famiglia di Trevi procurava agli abitanti, facendogli rotolare addosso grosse pietre nel momento in cui si recavano a lavorare in pianura passando per la scorciatoia delle "Mole" e del "Rosacco" lungo il fianco sud del monte Trevi.

Tra le vicende di questo castello è importante inoltre ricordare la sua occupazione da parte di

Ladislao, re di Napoli che vi tenne stabilmente una guarnigione di soldati e, forte dell'importanza

strategica del luogo, si mostrò contrario a restituire il castello all'antipapa Giovanni XXIII, nonostante che tra i due fosse stato firmato un accordo di pace; Ladislao rispettò gli accordi dopo molte trattative, versando anche una forte somma di denaro.

Oggi di tutto questo complesso feudale è difficile identificare gli edifici esistenti in epoca medievale. Resta infatti molto poco: quasi tutte le mura di cinta (poco alte), alcune cisterne, diversi muri di edifici, grossi mucchi di scapoli, di calcare locale, molti frammenti di terracotta; il tutto completamente abbandonato.

Le mura di cinta sono ancora ben visibili per tutto il perimetro del feudo; ad est piegano un'ampia curva, dove vi era la porta di accesso del castello di cui rimangono pochi resti, costituiti da scapoli di calcare irregolari e non levigati. Sappiamo che all'interno del castello, accanto all'abitazione del signore, vi erano numerosi edifici, granai, magazzini, dei quali però oggi è impossibile stabilire l'esatta ubicazione.  Sono localizzabili solo una torre, delle cisterne, il monastero. Della torre restano solo le fondamenta: era a base quadrangolare ed era situata lungo il lato nord delle mura, da dove dominava una vasta zona della valle setina. A Trevi si trovava una chiesa dedicata a Sant'Angelo, documentata nell'elenco delle decime degli anni 1331-1333.

2735                       Item a priore s. Angeli sol. X.

2736                       Item a Nicholao d. lohannis clerico eiusdem ecclesie X.  

foto di Massimo Eramo - "dietro le quinte" la spinta emotiva e grande passione del fotografo 1

foto di Massimo Eramo - "dietro le quinte" la spinta emotiva e grande passione del fotografo 2