gli ospiti del Portale

Mostra fotografica di Angelo Marchetti

Mostra didattica sulle farfalle dei Monti Lepini

http://www.flickr.com/photos/argo51

 Vanessa del cardo (Cynthia cardui)

foto e testo

del

Prof. Angelo Marchetti

         All’ I.S.I.S.S. “Pacifici e De Magistris” di Sezze, è stata realizzata dal prof. Angelo Marchetti una mostra sulle farfalle. In essa sono esposte 70 foto di farfalle presenti nel territorio dei Monti Lepini: da quelle più comuni a quelle più rare. Le immagini sono  accompagnate da schede scientifiche esplicative e da

una presentazione video . La mostra può essere visitata in orario scolastico mediante prenotazione telefonica : Tel. 0773-887415 ; Fax 0773-885116

Le visite alla mostra saranno curate dai professori:

Patrizia Mattei  e Angelo Marchetti

Considerazioni generali sullo studio realizzato

          L’osservazione è stata orientata principalmente sulle farfalle diurne ed ha interessato alcune zone di Sezze e Bassiano nel versante occidentale  della Semprevisa, in un piano altitudinale compreso tra i 400 e i 1100 metri: Valle dei Santi, Valle Tre Pozzi, Longara, M te Colavella, M te del Cerro, M te Serapica.

I dati sulla presenza delle farfalle sono stati raccolti in tutto l’arco dell’anno con osservazioni più sistematiche e regolari nella tarda primavera e in estate, quando si rileva il numero più alto, allo stato adulto, di questi interessanti insetti.

         Si è cercato di osservare le farfalle nel loro habitat preferito, di capire la loro preferenza verso le piante da suggere e da “bottinare” e il grado di presenza e di frequenza nei diversi ambienti e sono state preparate delle schede riassuntive.  Il territorio dei Monti Lepini, ricco di campi, di vigne e di siepi circondate da boschi , costituito da un ambiente carsico con doline , valli calcaree, fossi con ambienti umidi e versanti caldi e soleggiati, possiede tutti gli elementi favorevoli alla vita delle farfalle, come di tanti altri animali.

L’antropizzazione selvaggia, però, degli ultimi decenni, che  ha sostituito le siepi naturali con i muri di cemento, le strade bianche e polverose con l’asfalto, i fossi pieni d’acqua con onde di cemento, ha allontanato irreversibilmente una buona parte delle specie di farfalle dai luoghi maggiormente urbanizzati e con ambienti più artificiali.

Del resto, una monotona siepe di tuja e un bel prato inglese, continuamente rasato e senza un fiore, al posto di un variegato prato naturale, non rappresentano allettanti stazioni di rifornimento per i lepidotteri: essi, infatti, non depositeranno mai un uovo sulle piante esotiche introdotte nei giardini e avranno difficoltà a succhiare nettare da fiori vistosi, ma poveri del gustoso succo.

L’uso, poi, irrazionale dei diserbanti e degli insetticidi nei coltivi e nei giardini ha reso ancora molto più difficile la sopravvivenza dei bruchi, che, quando non sono uccisi dal veleno, non trovano più la loro pianta nutrice.

Ma, per fortunate combinazioni, molti degli ambienti  naturali e coltivati,  si sono conservati intatti; basta, infatti, allontanarsi dai centri abitati e raggiungere gli spazi aperti collinari e montani per ritrovare alcuni ambienti caratteristici frequentati da gran parte delle specie di farfalle delle zone temperate.

Vi si ritrovano quasi tutti i biotopi favorevoli alla vita e riproduzione delle farfalle:

  • Terreni con innumerevoli articolazioni, fatte di erte, avvallamenti, pianori.

  • Siepi naturali lungo le strade e al limite dei campi a fieno, sono costituite dal prugnolo, dal rovo e  biancospino, importanti piante nutrici per alcune specie di farfalle , un’ utile barriera e un riparo per gli amori e la riproduzione.

  • Boschi che si alternano a prati arborati e prati magri di acclivi versanti montani di suolo calcareo.

  • Ambienti umidi ripieni d’acqua, solchi vallivi, fossi, stagni, e pozzi.