Inaugurazione

 4 ottobre 2009 - Fossanova

Via Francigena del Sud

E’ fissata per il prossimo 4 ottobre a Fossanova, presso l’Abbazia Cistercense, l’inaugurazione ufficiale della Via Francigena del Sud, l’antico percorso dei pellegrini che nel corso dei secoli raggiungevano a piedi Roma dal sud Italia. In realtà lo stesso tratto, da Roma verso Fossanova, veniva coperto dai pellegrini che, dopo aver visitato la capitale, si recavano a Brindisi ad imbarcarsi per Gerusalemme e la Terra Santa.

L’antico percorso della Via Francigena del Sud è stato riscoperto e valorizzato su iniziativa della Regione Lazio e della Compagnia dei Lepini, in collaborazione con l’organizzazione dei Cammini Devozionali d’Europa. Il progetto, infatti, rientra in più ampio programma di valorizzazione del patrimonio culturale europeo, nato sulla scia della riscoperta e rivalutazione del Cammino di Santiago de Compostela, in seguito al quale nel 1994 il Consiglio d'Europa ha riconosciuto la Via Francigena come Itinerario Ufficiale dei cosiddetti “Cammini d'Europa”, considerandola un prezioso patrimonio storico, culturale e turistico.

La Via Francigena del Sud, che sarà appunto inaugurata il 4 ottobre, unisce l’Abbazia di Fossanova a Roma passando attraverso numerosi paesi della provincia di Latina, tra cui: Priverno, Sezze, Bassiano, Roccagorga, Maenza, Sermoneta, Norma, Cori, alcuni della provincia di Frosinone ed altri della provincia di Roma fino ad arrivare a Velletri e Castelgandolfo.

L’inaugurazione della Via Francigena del Sud prevede una serie di manifestazioni che si svolgeranno a Fossanova per l’intera giornata del 4 ottobre, e la copertura a piedi dell’intero percorso dei pellegrini dal 4 all’11 ottobre, con il calendario delle tappe che verrà reso noto nei prossimi giorni. Al cammino da Fossanova a Roma parteciperanno centinaia di persone provenienti da tutta Italia e dal resto d’Europa.

Il Presidente Alberto Alberti alla presentazione del 24 settembre a Cori

L'Onorevole Di Resta con Il Sindaco e l'Assessore alla Cultura di Cori

Il Sindaco di Bassiano con il Direttore ed il Presidente della Compagnia dei Lepini

Il 4 ottobre il Borgo di Fossanova sarà anche l’epicentro per l’evento di presentazione delle “Vie Francigene nel Lazio”, il lavoro di recupero e valorizzazione dei percorsi religiosi nel Lazio per Roma.

Il nostro territorio  si trova ad avere le condizioni ideali per raccogliere la sfida sul terreno dei cammini devozionali, poiché possiede un potenziale straordinario sotto il profilo storico, religioso e paesaggistico – afferma Fabrizio Di Sauro, direttore della Compagnia dei Lepini – Si tratta di un patrimonio su cui stiamo puntando molto ed è per questo che la  Compagnia dei Lepini ha bruciato le tappe che portano alla inaugurazione del tratto sud della Via Francigena in netto anticipo rispetto agli altri cammini devozionali del Lazio per Roma. Si è giunti a questo risultato grazie alla capacità della Compagnia di lavorare in squadra e collaborazioni ai più alti livelli, quali: Parco dell’Appia Antica, Parco dei Castelli Romani, Associazioni Cori del Lazio, Touring Club Italia. Da rilevare che la Regione ha compiuto una scelta strategica importante, puntando sul turismo legato ai cosiddetti “cammini devozionali”, vale a dire le antiche e moderne vie dei pellegrini verso santuari e luoghi religiosi. L’iniziativa rientra in un più ampio progetto europeo che si concretizza in un piano strategico rurale: in tal modo l’economia delle zone rurali riesce ad acquisire forza grazie alla spinta propulsiva di un progetto turistico-culturale”.                 

 

LA VIA FRANCIGENA NELLA STORIA

Nel Medioevo erano molti coloro  che decidevano di mettersi in viaggio per motivi devozionali o penitenziali verso le più importanti mete della religiosità cristiana. Tre erano le destinazioni di maggior prestigio per questa umanità migrante: Roma, luogo del martirio dei Santi Pietro e Paolo; Santiago de Compostela, alla volta della tomba dell'apostolo San Giacomo; Gerusalemme, la Terra Santa. E tre simboli differenti accompagnavano i diversi viandanti: la conchiglia per i pellegrini diretti a Santiago de Compostela, la croce o la palma per quelli che andavano a Gerusalemme, la chiave per coloro che si dirigevano alla volta di Roma.

Il percorso che i pellegrini provenienti dalla Gran Bretagna o dal nord della Francia percorrevano per raggiungere Roma prese il nome di Via Francigena, cioè dei francesi; anticamente era chiamata Via Francesca o Romea, e talvolta era anche detta Franchigena.

È il tragitto di un pellegrinaggio compiuto per la prima volta da Sigerico arcivescovo di Canterbury nel 990, che in una sorta di diario narrò le vicende del suo viaggio di ritorno da Roma a Canterbury in Inghilterra, dopo aver ricevuto il mantello vescovile dal Papa. Sigerico compì il tragitto in 79 tappe, percorrendo ogni giorno la distanza media di circa 20 chilometri.

Dopo l'interesse suscitato dalla "riscoperta" del Cammino di Santiago de Compostela negli anni '70, anche in Italia è nato e si è sempre più sviluppato l'interesse per la Via Francigena. Ovviamente l'antico percorso giaceva quasi interamente sotto l'asfalto delle moderne vie di comunicazione che, nel corso dei secoli, si erano sviluppate sul tracciato di quelli che furono i principali assi stradali dell'età romana e del Medioevo.

Il percorso si sviluppa per la lunghezza di circa 1.600 chilometri: da Canterbury si giunge a Dover per attraversare la Manica; da Calais si attraversa la Francia e la Svizzera per giungere fino alle Alpi, che vengono attraversate al colle del Gran San Bernardo. Sul territorio italiano la via Francigena si sviluppa per circa 900 chilometri partendo dalla Val d'Aosta, scendendo poi verso Vercelli e attraversando Pavia, Piacenza e Parma. Valicati gli Appennini, da Pontremoli si scende a Lucca, San Gimignano, Siena e Viterbo, per giungere a Roma.

 

LA VIA FRANCIGENA DEL SUD

La Francigena del Sud era il percorso, o meglio una rete di percorsi, che univa Roma a Brindisi, principale imbarco dei pellegrini verso la Terra Santa. Ma lo stesso percorso veniva utilizzato anche in senso inverso dai viandanti provenienti dal Sud Italia e diretti in pellegrinaggio nella città di San Pietro.

La Via Francigena del Sud, nella sua parte che attraversa la  regione Lazio e più in particolare i Monti Lepini ed i Colli Albani, è un percorso generalmente di media difficoltà, con caratteristiche tali che la rendono attraente e praticabile da una vasta gamma di “aspiranti pellegrini”. La situazione climatica la rende percorribile agevolmente per tutto l’arco dei dodici mesi. Il tracciato attraversa centri medievali, edifici storici inalterati nei secoli, basiliche ed abbazie, conventi e santuari di grandissima rilevanza non solo religiosa ma anche artistica e culturale come poche altre zone appenniniche.

LA COMUNITA' EUROPEA E LA VIA FRANCIGENA

A partire dal 1994, il Consiglio d'Europa ha dichiarato la Via Francigena "Itinerario Culturale Europeo", come il cammino di Santiago de Compostela in Spagna, affermando attraverso la valorizzazione del patrimonio monumentale ed artistico del Vecchio continente, l'identità culturale europea nelle sue diversità e nella sua unitarietà. La Via Francigena rappresentò l'unione e la comunicazione tra le varie culture e le idee dei diversi paesi d'Europa. Riprendendo l’assunto del filosofo Göethe: secondo cui la coscienza d'Europa è nata sulle vie di pellegrinaggio, possiamo dire che la Via Francigena rappresenta l’elemento principale su cui fondare la nuova identità europea secondo un’ottica di integrazione culturale, economica, artistica, politica e religiosa.

LA REGIONE LAZIO

In Italia, per molti anni questi sentieri sono stati abbandonati e molti degli antichi tracciati, che già nel medioevo e nell’età romana costituivano i maggiori assi di comunicazione, sono stati trasformati in strade provinciali e autostradali. La riscoperta del Cammino di Santiago de Compostela avvenuto negli anni ’70, ha fatto sì che anche in Italia tornasse in auge l’interesse verso quello che per anni aveva rappresentato il maggiore punto di sviluppo economico e commerciale: La via Francigena. Così dapprima gli studiosi, poi gli appassionati e i cultori del turismo religioso, con vernice e pennello, hanno cominciato a segnare sentieri e percorsi, cercando di recuperare, ove possibile, il tracciato originario.

La Via Francigena per l’Italia è un tesoro turistico in quanto essa integra, cultura, religione, natura e gastronomia, dal punto di vista territoriale ed economico. La regione Lazio che da tempo sta lavorando sullo sviluppo integrato del territorio per aree omogenee, ha dimostrato un’ampia attenzione a questo tema tanto da definire e pubblicare una legge (L.R. 19 del 2006) relativa alla valorizzazione culturale, turistica e ambientale della Via Francigena e degli altri itinerari culturali regionali riconosciuti da parte del Consiglio d’Europa.

Nel 2008 l’assessore regionale alla cultura, Giulia Rodano, in riferimento ai criteri per l’attuazione e lo sviluppo delle aree integrate istituite ai sensi della L.40/99, in conformità con i tematismi individuati, ha deciso di destinare parte dei fondi disponibili alla individuazione e messa in sicurezza delle Vie Francigene nel Lazio, sostenendo l’idea secondo cui la valorizzazione e la tutela di questi “cammini” possa essere assunta a modello di sviluppo economico locale così come è accaduto in Spagna con il Cammino di Santiago.

L’Italia e ancora di più il Lazio con Roma, geograficamente gode di una posizione di vantaggio in quanto, oltre a rappresentare una delle tre tappe fondamentali del pellegrinaggio cristiano, logisticamente e idealmente rappresenta un ponte di collegamento tra Santiago e Gerusalemme. Captare il flusso del turismo religioso di nicchia, quale quello degli appassionati dei Cammini Religiosi, e direzionarlo non solo verso Roma ma sull’intero territorio laziale ricco di storia, tradizioni, cultura e paesaggi, significa potenziare l’economia locale in modo integrato sviluppando una rete di servizi e strutture turistico-ricettive a prezzo contenuto e dislocate razionalmente rispetto alle tappe del percorso, valorizzando contemporaneamente risorse artistiche, aree naturalistiche, prodotti e produzioni tipiche e locali.

Un “viaggio” di questo tipo, svolto soprattutto a piedi, facilita il contatto con la natura e con le persone, richiamo straordinario e ben conosciuto solitamente dai pellegrini. Nel pellegrinaggio infatti il viaggio è importante quanto la meta. Ci si ferma per meditare, per scoprire, per conoscere l’arte, la storia, la cultura, la natura, la religiosità del luogo. Ripercorrere oggi questi antichi cammini può contribuire a mettere a confronto, far dialogare, unire i popoli, favorendo la trasmissione di valori, lo scambio di culture, la reciproca conoscenza.

LE VIE FRANCIGENE NEL LAZIO

Il Lazio, e ancora più Roma che fin dalla storia più antica è stata epicentro della cristianità, è attraversato per longitudine e latitudine da una molteplicità di sentieri e percorsi sacri diversificati per paesaggi, monumenti e tradizioni, tutti estremamente interessanti e accattivanti oltre che strettamente ricollegabili alle Vie del Sacro: dalla via Francigena, alle vie che conducono alle innumerevoli abbazie cistercensi e benedettine dislocate sul territorio regionale.

Questi percorsi possono essenzialmente essere distinti per almeno quattro direttrici essenziali:

  • Da Proceno a Roma;

  • Da Labro a Roma;

  • Da Fossanova a Roma;

  • Da Palestrina a Roma.

La Regione Lazio, al fine di comunicare e valorizzare il processo attivato, ha promosso un evento di rilevanza regionale ponendo l’accento sugli aspetti essenziali del pellegrinaggio oltre che sulla integrazione territoriale e culturale in un’ottica di sviluppo e coinvolgimento capillare e sinergico. Così ognuno dei territori  referenti delle quattro maggiori direttrici hanno stilato un programma di cammino dei primi 100 km verso Roma.

Il 04 ottobre ci sarà a Fossanova presso l’Abbazia Cistercense, identificata ed inserita dalla stessa Regione Lazio tra i Grandi Attratori Culturali, un momento di animazione culturale e di rappresentazione delle attratività più significative del territorio laziale attraversato dalla Via Francigena. A tale fine il Borgo di Fossanova particolarmente suggestivo e molto adatto rispetto al tema, sarà l’epicentro per l’evento di presentazione delle “Vie Francigene nel Lazio”, occasione in cui oltre a descrivere il lavoro di recupero e valorizzazione dei percorsi religiosi nel Lazio per Roma, si offrirà ai visitatori la migliore combinazione tra produzioni culturali ed enogastronomiche.

A tale proposito è stato ricercato e studiato un pasto tipico del pellegrino che verrà preparato e distribuito in loco. Esso, frutto di un’attenta ricerca è la combinazione ideale tra prodotti tipici del luogo e cibi generalmente consumati dal pellegrino in cammino.

Nell’area saranno promosse le migliori aziende produttive territoriali; nell’occasione sarà allestita una postazione multimediale, a cura della LAIT SPA, tramite la quale sarà possibile visualizzare i percorsi virtuali degli attrattori culturali e del portale “culturalazio.it”.

I visitatori saranno messi in condizione di percorrere a piedi un tratto del cammino francigeno che conduce a Fossanova.

L’evento avrà la durata dell’intera giornata.

Un momento di grande suggestione e significato culturale sarà costituito dall’arrivo dei pellegrini (appartenenti al noto “Gruppo dei 12”) al Borgo di Fossanova, con la consegna del Bordone e la recitazione in latino delle preghiere di ringraziamento.

Altro momento di grande significato culturale sarà la rassegna dei Canti Gregoriani e musiche medievali che si terranno all’interno dell’Abbazia di Fossanova a cura dell’Associazione Cori del Lazio.

L’evento del 04 ottobre 2009 a Fossanova inaugura la “Prima festa itinerante dei cammini per Roma delle Vie Francigene del Lazio”. Pertanto in questo giorno da ogni direttrice partiranno dei gruppi di pellegrini  e camminatori che giungeranno tutti contemporaneamente a Roma l’11 ottobre dove, accompagnati dai rappresentanti dei territori “camminati” e guidati dal presidente della Regione Lazio, Piero Marazzo, faranno l’ingresso a Piazza san Pietro.

Ogni percorso sarà caratterizzato da almeno cinque tappe, una per ogni giornata e distanziate a intervalli regolari di circa 25 Km, ognuna delle quali sarà supportata da eventi culturali che esprimeranno l’accoglienza delle comunità locali all’arrivo dei pellegrini. Per ognuna delle ripartenze si avrà la consegna rituale del bordone del pellegrino (Baculum) secondo la formula del Codice Callistino del 1300, che altro non è se non la cerimonia di accoglienza e di benedizione dei pellegrini all’arrivo in ognuna delle città tappa del pellegrinaggio.  

Chi sceglierà di incamminarsi sulla Via Francigena alla riscoperta di splenditi sentieri non ha bisogno di molte cose se non di quelle minime ed essenziali per affrontare il viaggio: scarpe da ginnastica e/o da trekking, zaino, cappello,  indumenti semplici e pratici, zaino e “Bordone”. A questo kit essenziale può aggiungersi una macchina fotografica per immortalare le immagine di paesaggi ancora incontaminati e una borraccia con dell’acqua fresca. 

 

Camminare i primi 100 km da Fossanova  verso Roma

La Compagnia dei Lepini, su mandato della Regione Lazio ed in collaborazione con diverse associazioni che si occupano della valorizzazione della Via Francigena in un’ottica di sviluppo economico e territoriale integrato, da alcuni mesi sta lavorando sulla riscoperta dell’antico tracciato che da Roma portava fino a Brindisi. Il 28 marzo 2009 a Fossanova è stato presentato il primo tratto della Via Francigena Sud unanimente definitivo uno dei più suggestivi e riccchi di testimonianze storiche e di bellezze naturalistiche dell'intero tratto italiano della via Francigena. Percorso che, nella parte che interessa il comprensorio lepino, segue una duplice direttrice, a cavallo delle provincie di Roma e Latina. Da Fossanova si potrà scegliere di giungere a Roma percorrendo la via principale con valenza storica e archeologica, che nasce ad Artena e prosegue per Segni, Montelanico, Carpineto, Roccagorga e Priverno; oppure scegliere una variante più interna comunemente conosciuta come la “Via di San Tommaso d’Aquino”, che raggiunge per l'appunto l'abbazia di Fossanova dopo aver toccato Giulianello, Cori, Ninfa, Norma, Sermoneta, Bassiano e ancora Priverno – dove i due percorsi si congiungono e ne formano uno solo fino a Sonnino e per i secondi cento chilometri verso Cassino. Il progetto dei primi cento chilometri della via Francigena del Sud – da Roma a Fossanova, verso Gerusalemme – è stato elaborato e verrà realizzato grazie al sostegno tecnico e finanziario della Regione Lazio, oltre che all’accordo strategico che la Compagnia dei Lepini ha sottoscritto con il Parco dell’Appia Antica, il Parco dei Castelli Romani, e il Consorzio delle Biblioteche e dei Musei dei Castelli Romani. Infatti partendo da Fossanova si arriverà a Roma passando per Castel Gandolfo e proseguendo attraverso il parco dell’Appia Antica. Per la Compagnia dei Lepini, società partecipata che si occupa di sviluppo locale, le opportunità economiche offerte dal turismo religioso e dal turismo culturale sulla via Francigena – un turismo giovane, un settore mai in crisi – sono un obiettivo prioritario. La Società partecipta dai comuni dei Lepini ha affidato a un team di professionisti la progettazione del percorso: che privilegia per quanto possibile, come richiesto peraltro dall'Unione europea, strade e sentieri abbandonati o trascurati, alternativi alle normali strade carrabili, che abbiano un particolare interesse ambientale, paesaggistico, rurale e spirituale; e che consente l'accesso diretto ai centri storici dell'area lepina. L'attrattiva del percorso fisico in sé, tuttavia, è solo una delle componenti del progetto. Per assicurarne il successo è necessario realizzare iniziative di valorizzazione e soprattutto entrare nel mercato nazionale e internazionale. La Compagnia dei Lepini, pertanto, ha avviato forme di stretta collaborazione non solo con soggetti istituzionali, come la Regione Lazio e i partner internazionali della Rete europea dei cammini, ma anche Associazioni operanti ai massimi livelli: l'Opera romana pellegrinaggi (leader mondiale del turismo religioso), il Touring Club (riferimento internazionale del turismo culturale), Civita (prestigiosa associazione di valorizzazione e progettazione culturale) – con il coinvolgimento delle associazioni e delle pro loco attive sul territorio. Per un progetto che, in una fase di crisi economica acuta, vuole dare risposte già nel breve periodo, con un impatto immediato.

TUTTE LE TAPPE 4-11 OTTOBRE DA FOSSANOVA A ROMA

4 ottobre Borgo di Fossanova

                 Festa d’ inaugurazione

L'Onorevole Giulia Rodano arriva all'abbazia dopo il percorso a piedi

Fabio Benvenuti presenta l'incontro pubblico

Il Sindaco di Priverno Umberto Macci

Don Fabrizio Bagnara, amministratore Opera Romana Pellegrinaggi

Maria Carmen Furelos Gaitero, Presidente dei Cammini d'Europa

Cerimonia dell'accoglienza dei pellegrini all'abbazia

Esibizione dei cori del Lazio

5 ottobre: Fossanova - Sezze

               Incontro con una scolaresca (Priverno)

               Concerto del complesso Tant m’abelis ensemble: musiche medievali e voce recitante                 sul tema “Pellegrinaggi” (Sezze, Auditorium S.Michele Arcangelo - ore 19,00)

 

               Carpineto Romano

               Tappa unica della variante della Via Francigena “La Via dei Papi”. Incontro con il                  Presidente N. Zingaretti

                                    

6 ottobre: Sezze - Bassiano

                Recita del “Cantico delle Creature” di S. Francesco di pellegrini italiani e stranieri (Sezze)

                Incontro e colazione con i pastori in ambiente montano

                Incontro dei pellegrini con la comunità locale (Bassiano)

                Esorcismo con rituale galiziano: “Fuoco e fiamme contro gli spiriti maligni sul Monte     Semprevisa” (Bassiano)

 

7 ottobre:  Bassiano - Sermoneta

                 Visita devozionale all’Eremo del Crocifisso e preghiera a S. Giacomo di Compostela         (Bassiano)

                 Musica e danze del 1500 del compositore Marco Fabrizio Caroso da Sermoneta                            (Sermoneta)

                            

8 ottobre: Sermoneta - Cori

                Illustrazione dell’Abbazia cistercense di Valvisciolo e dell’Oasi di Ninfa

                Spettacolo medievale con gli sbandieratori, Carosello Storico ed il gruppo Tres Lusores          Le melodie del Rinascimento lungo la Via Francigena

La Via Francigena rappresenta un patrimonio storico inestimabile, in grado di restituire alla memoria tradizioni, usanze e saperi.

In questi giorni nel territorio dei monti Lepini è in atto l'inaugurazione ufficiale dei cammini francigeni del Lazio con una serie di iniziative lungo il percorso che accolgono i pellegrini diretti a Roma.

A Cori nella serata dell'8 ottobre, alle ore 20:00, presso la chiesa di San Tommaso da Cori si esibirà il Complesso Strumentale “FANFARRA ANTIQUA” in un concerto che presenterà squisitissimi brani musicali e canti tra il XV ed il XVI secolo.

Il Complesso diretto dal M° Carlo Vittori si esibirà con strumenti e costumi d’epoca in un programma di brani musicali che accompagnavano le danze di corte dell'epoca, in particolare quelle legate a L'Arte del Danzare del M° Fabritio Caroso da Sermoneta.

Il Complesso dedicherà anche particolare attenzione alle musiche popolari della stessa epoca, musiche tramandate oralmente nel corso dei secoli, ritmi che accompagnavano i balli popolari come il saltarello romano danza tipica della campagna romana che comprendeva nel Rinascimento anche il territorio dei monti Lepini.

L'Associazione musicale, presieduta dal M° Orazio Fanfani, viene alla luce nel 2001 e si propone da subito di far conoscere la musica antica, oltre a valorizzare il patrimonio musicale ed artistico del territorio del  Lazio.

Scopo essenziale del Complesso è quello di andare a riscoprire le musiche rinascimentali, attraverso uno studio attento delle melodie dell’epoca, in particolare quelle eseguite dai menestrelli nelle corti, dai musicanti nelle piazze e dalle fanfare militari, nel tardo Medioevo e nel Rinascimento.

L'approccio del Complesso al repertorio si indirizza soprattutto al recupero delle sonorità del tempo a mezzo della costruzione di strumenti dell'epoca e dello studio delle vocalità del tempo in cui furono composte le opere da loro rappresentate.

Nell'occasione corese che sta inaugurando il percorso che da Gerusalemme giungeva a Roma, e viceversa, il Complesso Strumentale “Fanfarra Antiqua” farà ricorso all’importante collaborazione di maestri di musica antica come Carlo Vittori (clavicembalo, chiarina), Carlo Marchionne (flauto, ciaramella), Francesca Candelini (flauto), Anna Maria Gentile (viola da gamba), Laura Fabriani (tammorra), Cesare Gonnella (tammorra, chiarina), Paolo Fantini (tamburo) e del soprano Roberta Polverini.

Importante l’attività concertistica per l’anno 2009 del Complesso che lo ha portato ad esibirsi in diverse città del Lazio ed all'estero.

 

9 ottobre: Cori - Velletri

                 Colazione rustica e festa al lago di Giulianello con la comunità delle cicoriare dello Slow            Food e canti delle Donne di Giulianello

                 Concerto della Corale Polifonica “San Michele Arcangelo” diretta dal M° V. Galiano            (Velletri)

                     

10 ottobre: Velletri – Castel Gandolfo

                  Concerto di musica religiosa classica e moderna diretta dal M° M. Mignè eseguita                             dall’associazione corale Liberarmonia (Castel Gandolfo).

 

11 ottobre: Castel Gandolfo - Roma

                   Cammino notturno da Castelgandolfo a Roma

                   Lavacro rituale dei pellegrini

 Incontro dei pellegrini provenienti dai diversi cammini per Roma ed ingresso a  Piazza San Pietro. Consegna, a ciascun camminatore del Testimonium, pergamena che certifica l’avvenuto pellegrinaggio.

> Inaugurazione della Festa itinerante dei Cammini per Roma
4 ottobre 2009-  Borgo di Fossanova (Priverno)
Ore 9.00 Cammino Francigeno verso l’Abbazia di Fossanova. 
Un sentiero di circa 3 km consentirà ai camminatori di assaporare il Cammino Francigeno che conduce all’antico Borgo.
Ore 10.30 Incontro pubblico presso la sala dell’Infermeria di Fossanova sul tema Le vie Francigene del Lazio e i Cammini per Roma a cui parteciperanno Istituzioni politiche, culturali ed economiche.
Ore 12.30 Cerimonia di accoglienza a Fossanova dei pellegrini; con la consegna del “Bordone” del pellegrino (bastone del pellegrino) all’ Autorità, con l’antica formula di rituale medievale di nomina del pellegrino.
Ore 15.00 Concerto delle corali in collaborazione con l’Associazione regionale Cori del Lazio
- Le donne di Giulianello
- Corale San Carlo di Sezze
- Collegium Musicum Signinum di Segni
- Rutuli Cantores di Ardea
- Florilegium Musicae di Roma 
- Camerata Polifonica di Viterbo
Sarà disponibile una installazione multimediale del portale www.culturalazio.it sul tema degli attrattori culturali nel Lazio a cura della Lait spa
Sarà disponibile un servizio di accoglienza e di accompagnamento per i camminatori a cura delle organizzazioni scoutistiche territoriali.
A Cura della Camera di Commercio di Latina saranno presenti, per esporre e promuovere le migliori produzioni tipiche territoriali, le aziende aderenti al Club del Gusto.
In collaborazione con lo Slow Food Lazio e le condotte del territorio sarà proposto un “pranzo del pellegrino” basato sulla valorizzazione delle tipicità locali.
Durante la giornata sarà offerto a tutti i partecipanti una visita del Borgo con guide specializzate.

La Via Francigena del Sud

 I 100 chilometri del Cammino Fossanova - Roma

TAPPE DEL PERCORSO PRINCIPALE

 Prima tappa (21 km):

Abbazia di Fossanova (17 m. slm) – Sezze (319 m. slm)

Un breve tratto prevalentemente pianeggiante e molto suggestivo quello che, partendo dall’Abbazia di Fossanova (gioiello di spiritualità, puro esempio di costruzione cistercense datata 1187) conduce in soli 8 km a Priverno. Lasciata l’Abbazia, ci si inoltra su un sentiero campestre sul retro del Borgo di Fossanova; superando con un sottopasso la massicciata di una ferrovia dismessa, si raggiunge l’argine del fiume Amaseno. Si segue un sentiero bellissimo con una fila di salici lungo il fiume con uccelli acquatici che appaiono e spariscono fra il verde. Con il tiburio dell’Abbazia sullo sfondo, si ha una sequenza di vedute che meritano il pennello di un bravo pittore. Affacciato dai monti si scorge il paese di Sonnino, da dove la Via Francigena prosegue verso sud. Il sentiero si snoda lungo l’ampio fondo valle, mentre sul fiume compaiono una diga, una cascata, un’isoletta. Presto siamo ai piedi di Priverno (151 m. slm), suggestivo centro medievale che si raggiunge con una breve ma ripida salita. Qui degni di nota sono la cattedrale di Santa Maria Annunziata e Piazza Giovanni XXIII.

Uscendo da Priverno, in circa 13 km si raggiunge Sezze. Un percorso nella pianura operosa con case coloniche, centri di attività varie, canali di raccolta acque, strade di traffico mentre seguiamo piacevoli stradelli di campagna sul fondo dell’amplissima valle. A metà percorso si ha dapprima una salita su una strada provinciale e presto  una mulattiera, prima comoda poi disagevole per essere stata a lungo abbandonata. Questa porta ad un gruppo di case isolate, aggirando le quali si arriva ad una carreggiata che scorre attorno al monte Trevi; la carreggiata  diventa mulattiera e presenta una bellissima veduta su tutta la pianura pontina; sullo sfondo c'è il mare ed il promontorio del Circeo. Quasi spiace che ben presto si arrivi alla località Sedia di Papa ai bordi dalla cittadina.

Sezze è l’antica Setia fondata dai Romani in pieno territorio volsco nel 382 a.C. La città natale di S. Carlo conserva tracce del dominio romano nelle mura poligonali; meritano menzione anche la Fontana dei Leoni e la Cattedrale di Santa Maria.

 Seconda tappa (26 km):

Sezze  (319 m. slm) – Sermoneta (257 m. slm)

Un tratto decisamente di montagna, anche se non difficile, conduce da Sezze a Bassiano in 15 km. Si scende alla Strada Vecchia per poi risalire dapprima in zona urbanizzata e poi su una stradina di montagna. Alle spalle abbiamo una splendida veduta del paese ed al lato sinistro la pianura pontina. La stradina diventa un’erta mulattiera pietrosa, che dopo un ovile permette l’ingresso in una bellissima valle di montagna, ampia, con pochi coltivi ma con molti e diversi animali al pascolo. Una sola casa sorveglia la spianata e si respira un’aria di alta montagna.
Passati due pilastri di pietra, si gira a destra su un rude sentiero  roccioso, ripido, piuttosto sconnesso,  ma riconoscibile, anche se qualche arbusto troppo cresciuto a volte ostacola il cammino. Si gode però la vista sulla vallata specialmente quando si arriva ad una sella dov’è la casa abbandonata di un pastore. Dalla sella si vede anche l’altra vallata ed a fronte il monte Semprevisa. Poi una lunga ma comoda discesa, seguita da un breve tratto in salita porta a Bassiano (570 m. slm), piccolo centro attorniato da boschi e racchiuso nella cinta muraria del XII-XIII secolo. Arrivati nel centro storico, percorrendo via Ricciotti, si raggiunge la chiesa di Sant’Erasmo che sorge su un antico tempio trecentesco.

Uscendo dal paese con una larga strada quasi piana, a circa 3 km dall’abitato (in contrada Selvascura) si incontra il Santuario del SS Crocifisso con pitture rupestri, forse il luogo di più intensa spiritualità di tutto l’itinerario. Da qui si entra nel bosco retrostante molto fitto di conifere e con qualche latifoglia. E’ una mulattiera sassosa continuamente in salita coperta dalla verde foresta  che quasi non fa passare la luce. Quando si raggiunge la sommità ci si trova su una strada di montagna che dolcemente e comodamente scende verso Sermoneta attraversando una bella zona agricola. Centro medioevale tra i più integri del Lazio meridionale, raccolto all’interno della cinta muraria, dimora dei Caetani dal 1297, la cittadina presenta numerose ricchezze storico artistiche: il Castello medioevale, la chiesa di Santa Maria Assunta con il suo alto campanile romanico.

 Terza tappa (16,300 km):

Sermoneta (257 m. slm) – Cori (384 m. slm)

Una tappa che mostra le meraviglie della flora locale. Dalla cittadina un erto sentiero pietroso scende al piano e presto si è sulla strada provinciale che porta all’Abbazia di Valvisciolo (edificata tra il 1150 e il 1170), che merita una visita . Si continua sulla Provinciale Norbana per circa 600 metri fino ad imboccare sulla destra dei gradoni in pietra che conducono al centro urbano di Norma (410 m. slm). Da qui è d’obbligo la visita ai vicini Giardini dell’Oasi di Ninfa, patrimonio dell’umanità che resterà a lungo impressa nella mente di chi vi arriva. 
Dal centro storico di Norma, scendere in località “Macchiozza” e proseguire lungo la bella e facile strada provinciale per Cori, pochissimo trafficata. Arrivati alla sommità si può ammirare tutta la pianura pontina ed il mare da Monte Circeo a Nettuno. Proseguendo verso “Pozzo del Rosario”, poco dopo inizia la discesa da cui è possibile ammirare Cori. Qui sono ancora ben visibili il Tempio italico di Ercole (eretto tra il 100 e l’80 a .C.) e il Tempio di Castore e Polluce (I secolo a.C.) situato nell’odierna via delle Colonne; al centro della città sui resti del Tempio di Giano sorge la Chiesa di Sant’Oliva.

 Quarta tappa (22 km):

Cori (384 m. slm) – Velletri (332 m slm)

Tappa impegnativa, ma molto piacevole per la varietà del percorso. Da Cori si scende all’antica ferrovia dismessa, lungo cui corre una strada campestre che comodamente sulla strada asfaltata conduce verso Giulianello (230 m. slm). In questo piacevole paese si costeggiano le mura, e poi su un sentiero lungo la siepe di un uliveto, si arriva ad una strada interpoderale che conduce ad un grande ponte in un boschetto. Da lì si sale su una collina con ampi e dolci prati dedicati a pascoli. Un bello spettacolo che conduce al romantico lago di Giulianello. Si continua su sentieri e attraversando altri prati e superando un fosso si arriva al territorio di Velletri. L’ambiente cambia in un territorio costellato di casette, ciascuna con  terreno attorno dedicato in gran parte a vigneti, per arrivare infine nella zona urbana di Velletri. La città trae origine dal popolo dei Volsci e nel 338 a. C. fu occupata dai Romani che la fecero Municipio; è sede vescovile dal V sec. d. C. Molti sono i beni culturali all’interno del centro storico: nel percorso che porta dal Palazzo Vescovile a piazza Garibaldi, incontriamo il Palazzo del Comune (che ospita il Museo Civico Archeologico), la chiesa di Santa Maria del Trivio e la Torre del Trivio.

Quinta tappa (18 km):

Velletri (332 m slm) – Castel Gandolfo (426 m slm)

Questo tratto attraversa aree di bosco caratterizzate da diversi livelli di quota.

Dalla piazza Garibaldi di Velletri si prende via Appia Nord, usciti dal centro urbano si svolta a destra percorrendo una serie di stradine che, salendo di quota, ci portano all’ingresso del Parco Regionale dei Castelli Romani. Attraversata una serie di sentieri, all’interno di un fitto bosco di castagni, si giunge su via Nemorense.

Risalendo quest’ultima via, si entra nell’incantevole borgo di Nemi (521 m. slm), la cui struttura urbanistica si è sviluppata durante il medioevo conservandone ancora oggi l’impronta. Entrati nel centro urbano, si supera a sinistra la Chiesa del Crocifisso, si giunge davanti a Palazzo Ruspoli e da lì sul Belvedere, da dove si gode di uno splendido panorama che ci consente di ammirare il litorale romano, i resti del Santuario della dea Diana e il Museo delle Navi Romane.

Dal belvedere si prende la circumlacuale e da qui a destra un sentiero segnato dal CAI (nr. 511), immersi nuovamente nei verdi boschi del Parco Regionale. Il sentiero è quanto mai vario. Il fondo è normalmente agibile, ma non mancano scomodi tratti su grosse rocce, su argilla o su fondo di foglie; si incontrano una fonte ed una grotta. Si arriva alla Via dei Laghi e si cammina paralleli a questa per un tratto, entrando poi nel bosco fino ad un sentiero di cui si scopre il basolato romano. Ad un certo punto il sentiero sottopassa la strada Rocca di Papa-Ariccia; deviando a destra si arriva ad un sentiero alto sul bordo del lago di Albano/Castel Gandolfo. Di qui si prende a sinistra una delle più belle passeggiate del Lazio, fiancheggiata da alberi, tra cui a tratti si vede il lago, mentre sulla sinistra abbiamo il bosco ed interrato c’è un piccolo acquedotto romano. Alla fine del sentiero si giunge al  Monastero dei Cappuccini, nel Comune di Albano Laziale. Di qui si prosegue sulla strada asfaltata che costeggia il lago, raggiungendo Castel Gandolfo e finendo la tappa in piazza della Libertà, sulla quale si affaccia il Palazzo Pontificio, sede delle vacanze estive del Papa; sulla stessa piazza sono anche la chiesa di San Tommaso da Villanova e la fontana, ambedue opera del Bernini.

 Sesta tappa (20 km):

Castel Gandolfo (426 m slm) – Roma (20 m slm)

Quest’ultima tappa, la più solenne dell’intero percorso, lascia il territorio dei Castelli Romani per giungere alla Città Eterna percorrendo la Regina Viarum, la via consolare Appia Antica. Impossibile non avvertire la suggestione del luogo: il basolato ancora percepibile ricorda i passi delle legioni, degli Apostoli, dei pellegrini; gli antichi monumenti ricordano i nomi degli antichi romani ivi sepolti, resti di grandi edifici ricordano i potenti della capitale d’Europa, i cipressi che la costeggiano completano il quadro. Si arriva a famose catacombe e poi all’umile chiesetta detta del “Quo vadis?” eretta dove Cristo apparve a S. Pietro.

Partendo da piazza della Libertà, si costeggia il centro storico di Castel Gandolfo avendo sul lato destro una meravigliosa vista sul lago Albano. Ci si immette in una serie di stradine di campagna che attraversano il Comune di Marino, fino a giungere su via del Sassone; da qui, fiancheggiando l’Abbazia dei Frati Trappisti di Frattocchie, si attraversano le vie Appia Nuova e Nettunense e si entra nel Parco Regionale dell’Appia Antica.

Percorrendo le prime due miglia (XI-X) è possibile rinvenire tracce delle macere che delimitavano l’area demaniale secondo la sistemazione ottocentesca, tra rovine di torrette su cisterne e mausolei e ritrovare lembi di quel paesaggio, qui più rigoglioso, che si inerpica sui colli con vigne e frutteti sullo sfondo dei più suggestivi panorami del vulcano laziale. Dal IX miglio (altezza Tomba di Gallieno, comune di Ciampino) fino al mausoleo di Cecilia Metella ancora oggi una suggestiva cornice di pini e cipressi connota il paesaggio della via Appia, secondo quell’assetto di “museo all’aperto” concepito nella metà dell’ 800 da Luigi Canina. Quello che va da Casal Rotondo a Cecilia Metella (VI-III miglio) è il tratto più monumentale della strada caratterizzato su ambedue i lati da un susseguirsi ininterrotto di edifici sepolcrali di varie tipologie, costruiti con differenti tecniche edilizie, dall’età repubblicana alla tarda età imperiale.

Prima della Porta San Sebastiano e del bivio con l’Appia Pignatelli si prende a sinistra l’antica Via delle Sette Chiese e percorrendola si raggiunge la Basilica di S. Paolo fuori le mura, punto di arrivo della Via di S. Paolo, da dove lungo gli argini del Tevere si raggiunge Ponte Vittorio, Via della Conciliazione e la Basilica di S. Pietro.

  TAPPE DELLA VARIANTE “SULLE ORME DEI PAPI"

 Prima tappa della variante (14 km):

Abbazia di Fossanova (17 m. slm) – Maenza (358 m. slm)

 Partendo dall’Abbazia di Fossanova, dove abitò e morì San Tommaso D’Aquino nel 1274, si raggiunge Priverno e da qui l’importante sito archeologico dell’antica Privernum romana, punto di notevole interesse.

Si prosegue poi alla volta della piccola cittadina di Maenza, che si raggiunge in 6 km. Un percorso collinare che conduce a circa 400 metri slm (negli ultimi due chilometri il dislivello è di circa 250 metri) dove si erge il suggestivo paese lepino, dominato dall'imponente Castello baronale dove fu ospite S. Tommaso D’Aquino nei giorni che ne precedettero la morte. All’interno del borgo si può ammirare la Loggia dei Mercanti o Piazza Coperta dove potevano trovar riparo per la notte i pellegrini che arrivavano in paese quando già le porte erano state chiuse.

Prima di giungere a Maenza si può scegliere di deviare in direzione di Roccagorga (289 m. slm), dominata dall’eremo di Sant’Erasmo a circa 900 metri slm, un nuovo edificio che conserva la statua e le reliquie del Santo, costruito accanto ai ruderi dell’eremo medievale.

Seconda tappa della variante (16,700 km):

Maenza (358 m. slm) – Carpineto Romano (604 m. slm)

Una bella camminata per lo più in fondo valle, in un ambiente naturale  immerso nel verde. Si comincia con la discesa da Maenza (o da Roccagorga per chi in precedenza ha voluto fare la deviazione) al fondo valle, si risale poi su un percorso con un fondo molto differenziato: sentieri, carreggiate, brevi tratti cementati e talvolta anche asfaltati. Attraversata la statale Carpinetana in corrispondenza del “Ponte Retara”, si prosegue in un boschetto fino al valico a 700 metri sl.m. per poi scendere per un breve tratto su una larga strada. Questa continua con un sentiero in discesa che avanzando si allarga e si consolida man mano che ci si avvicina a Carpineto Romano. Dal punto di vista naturalistico, Carpineto è un'oasi naturale di straordinario valore, di origine carbonatica, con un paesaggio caratterizzato da suggestive doline ed inghiottitoi, con una vegetazione dominata da splendide formazioni di lecci, faggi, carpini e castagni, mescolati a formazioni boschive anche rare come il "taxus baccata". Nel centro storico, sovrastato dal palazzo degli Aldobrandini, particolarmente suggestiva è la chiesa di San Michele Arcangelo ai piedi della Torre Campanaria che ospita un dipinto (Flagellazione) ascrivibile a Giulio Romano. La città di Carpineto Romano è ricordata per aver dato i natali a Leone XIII, il pontefice della “Rerum Novarum”.

Terzo tratto della variante (22 km):

 Carpineto Romano (604 m. slm) – Segni (668 m. slm)

Bellissima tappa di montagna, impegnativa per il dislivello. Tuttavia la bellezza dei panorami e l’ambiente “alpino” compensano ampiamente la fatica.  Si gode la vista delle maggiori cime dei Monti Lepini ma anche il tranquillo ambiente delle valli popolato da molti animali allo stato brado. Il tratto iniziale appare impegnativo, poi si ha un lungo percorso in discesa e sull’ampio piano del fondo valle, che porta prima al Campo di Montelanico ed oltre al Campo di Segni.

Nel primo Campo, in corrispondenza ad un laghetto/riserva d’acqua, si prende un sentiero che scende nel bosco fino ad una strada che in un paio di chilometri porta a Montelanico (297 m. slm). Visitando il paesino ci si trova circondati da secolari castagneti e sovrastati dal Monte Pruni, sulla cui cima giacciono i resti di un antico castello, e da cime montuose quali il Monte Croce, il Monte Lupone, il Monte Capreo ed il Monte Semprevisa (1.500 mt.). Entrando nel paese si scorge la Fontana dei Putti di E. Biondi in piazza Vittorio Emanuele, sulla quale si erge la chiesa di San Pietro Apostolo situata nel punto dove anticamente si apriva la porta principale del castello. Uscendo dal paese e raggiungendo il torrente Rio, prima di inoltrarsi all’ombra di piante secolari in direzione dell’antica Signia (oggi Segni) si scorge la chiesa di Santa Maria del Soccorso.

Proseguendo si arriva all’ampia distesa del Campo di Segni. Poi un bel sentiero roccioso molto panoramico porta alla cittadina che, situata a ridosso del Monte Pianillo, si affaccia e domina la Valle del Sacco.

Ricca di tradizione e storia, vanta testimonianze archeologiche e storiche che meritano attenzione:  al periodo romano risalgono le poderose mura poligonali che cingono l’Acropoli, maestosa nella sua struttura è la Porta Saracena della fine del V secolo a.C., degna di nota è la chiesa di San Pietro del XIII secolo, che sorge dove un tempo era il tempio romano e nei pressi della quale è una grande cisterna romana databile al III sec. a.C.. Durante il pontificato itinerante Segni fu spesso sede papale sotto i pontefici Eugenio III, Lucio III e Alessandro III: quest’ultimo durante il suo soggiorno nella cittadina lepina canonizzò il martire inglese Tomas Beckett, arcivescovo di Canterbury (anno 1173).

Quarto tratto della variante (22 km):

 Segni (668 m. slm) – Artena (420 m. slm)

Da Segni si risale l’erto sentiero di montagna per raggiungere il Campo di Segni e scorrendolo tutto, si entra in un bosco dove un sentiero stretto ma ben marcato fa godere la  bellezza del luogo. Si arriva alla strada provinciale che conduce a Rocca Massima (790 m. slm), la più alta cittadina dei monti Lepini, arroccata su un promontorio roccioso che domina con un superbo panorama la pianura sottostante. Il suo centro di origine medioevale è caratterizzato da un'architettura elegante e accurata; degna di nota è la chiesa di San Michele Arcangelo che ospita ogni anno il festival organistico.

Dal centro storico di Rocca Massima si scende attraverso un tratto di territorio coltivato e ricco di castagneti, risalendo poi lungo una strada cementata si prosegue verso terreni a pascolo. Raggiunta la sella, si scende verso “Serrone delle Conche” con qualche arbusto di troppo e si raggiunge Artena. Il centro storico, abbarbicato alla roccia sulla quale sorge, e' famoso per il pregevole patrimonio architettonico ed archeologico, per le rampe ed i vicoli stretti e percorribili ancora oggi solo a piedi o a dorso di mulo. L’Acropoli volsca, conosciuta con il nome di “Piano della Civita, conserva notevoli resti di mura poligonali ciclopiche della città preromana. Nel Medioevo fu soggetta al dominio di varie famiglie, tra cui i Colonna, gli Orsini e i Borghese. Uno di fronte all’altro, in piazza della Vittoria, si ergono il palazzo Borghese e il Palazzetto del Governatore opere del Vesanzio tra il XVI e XVII sec. Nelle vicinanze è possibile visitare la chiesa del Rosario situata all’inizio del borgo medievale e quella di San Francesco.

Quinto tratto della variante (21 km):

 Artena (420 m. slm) – Velletri (332 m slm)  

La tappa presenta una certa varietà di paesaggio e di dislivello altimetrico. Partendo dal centro storico di Artena, si attraversa un tratto impegnativo all’interno del Parco Regionale dei Castelli Romani, nel territorio del Comune di Lariano, fino a giungere nel centro urbano di Velletri.

Lasciato il paese di Artena si giunge all’area di sosta dell’Ontanese, nel Parco Regionale. Entrando nel verde del bosco, salendo di quota, si percorre il sentiero A1 Fonte Donzelletta/Maschio d’Ariano. Giunti alla Fonte del Turano, si scende verso la via Lata per giungere infine a Velletri, rinomata per i suoi vigneti.

La città trae origine dal popolo dei Volsci e nel 338 a. C. fu occupata dai Romani che la fecero Municipio; è sede vescovile dal V sec. d. C. Molti sono i beni culturali all’interno del centro storico: nel percorso che porta dal Palazzo Vescovile a piazza Garibaldi, incontriamo il Palazzo del Comune (che ospita il Museo Civico Archeologico), la chiesa di Santa Maria del Trivio e la Torre del Trivio.

Da Velletri il cammino prosegue verso Roma percorrendo la quinta tappa (Velletri – Castel Gandolfo) e la sesta tappa (Castel Gandolfo – Roma) del percorso principale.

Testo a cura di Elena Spagnoletti, rielaborato sulla base dei contributi forniti da:

Alberto Alberti, Roberto Libera, Ilaria Ciocca e Caterina Rossetti.

Roma e Francigena