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Erika Martino |
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Sezze, marzo 2005: mi accingo a costruire un nuovo servizio, il primo del Portale interamente dedicato alla poesia, e come in tutte le pagine del sito il soggetto è strettamente legato a Sezze. |
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Chi è Erika Martino
Ce ne parla direttamente lei. -
Nasco
a Sezze il 23 agosto 1985. |
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Tra
i primi studi, oltre quelli obbligatori, mi dedico a quello del
pianoforte, prima con la grande Elena Folchi, poi presso la Sperimentale
della Scuola Media Pacifici e De Magistris. Da marzo a Novembre 2004 ho collaborato, come corrispondente da Sezze, con il quotidiano “La Provincia”, occupandomi di politica, cronaca e cultura. - - La grande passione per la poesia è nata durante l’età ginnasiale, ma l’ho tenuta sempre accuratamente celata dietro un sottile velo di vergogna. Durante l’ultimo anno del liceo, però, è iniziata la partecipazione ad alcuni dei più famosi concorsi letterari, (ricordiamo: “Premio Nazionale Le Nuvole Peter Russel”, “IV Concorso don Giovanni Barra”, Premio Container e “Ma adesso io”, concorso di scrittura femminile organizzato dal Comune di Faenza). Con la poesia “L’appuntamento al solito posto” sono stata pubblicata nella collana “Le schegge d’oro”, edita da Montedit nel 2004. Durante l’età tardo-liceale, ho svolto una breve attività teatrale, portando in scena, sotto la regia di Giancarlo Loffarelli, “La Cantatrice Calva” di Ionesco e “La partita di pallone” di Campanile. Con il testo “Bianche Statue contro il Nero Abisso”, ho partecipato al 39° Congresso di Studi Pirandelliani tenutosi ad Agrigento nel Dicembre 2002. Ho effettuato diverse elaborazioni testuali e traduzioni, tra cui il “Carpe Diem” di Orazio, dal latino al dialetto setino. Durante
l’ultimo anno, ho intrapreso la stesura di due romanzi: -
Il Risveglio Ora torniamo alla poesia; quelle che seguono sono solo le prime che Erika mi ha inviato, io spero dei poterne pubblicare altre. I testi sono corredati da lavori grafici del designer Luca Mazza. buona lettura, Ignazio. |
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La
notte di San Lorenzo Luce negli
occhi e speranza nel
cuore. Il cielo è in
fiore, in una notte
tutta da scoprire. Gli occhi al
cielo a rimirare, le stelle che
faranno avverare i desideri del cuore. Nelle mente di
quella giovane donna, c’era il
desiderio di amare. Il desiderio di
una vita speciale. Ed ecco, una
lacrima cadere sul suo volto quando una
stella cadeva nel mare, quel mare di
lacrime gettate prima di
cominciare a sperare.
“Dove
vai?”
gennaio 2005 Dove
vai? Non
credere che non ti abbia visto, i
miei occhi sono più forti del sole. Non
credere che non abbia sentito i tuoi lamenti, le
mie orecchie odono anche le voci più lievi. Ero
lì accanto a te. Tutto
scorreva intorno a noi, ma
erano i nostri corpi futili ad essere bagnati. Io
e te eravamo già in salvo su
quella spiaggia dove le onde si fermano alla battigia, dove
gli unici rumori che si sentono sono
quelli dolci e sonori dell’estate, dove
non devi aver paura di cadere perché
c’è già qualcuno pronto a tirarti su prima che tu accenni ad andare
a terra. Tu
tendevi la tua piccola e gracile mano, una
mano già priva della sua essenza primaria. La
tua anima era già volata via con me, in
quel paese senza confini o religioni, dove
tutti si incontrano e si stringono la mano. Il
tuo corpo ormai senza vita, sempre
più giù nella turpitudine delle acque, e
la tua anima sempre più su, nell’immensità
dell’infinito. Dove
vai? È
un lamento di madre che
stringe il tuo piccolo corpo tra le mani sapendo
di non poterti più guardare negli occhi e
dirti “ti voglio bene”. Dove
vai? È
un lamento di madre che
chiede di cambiare la sua vita con la tua. Non
ti ho dimenticato, non
ti ho lasciato, ho
solo fatto in modo che i tuoi occhi vedessero
al di là del sole e
che le tue orecchie sentissero
solo i rumori dolci e sonori dell’estate.
L’appuntamento
al solito posto (pubblicata
nella collana “Le Schegge D’Oro” – Montedit) Partiamo! L’appuntamento
al solito posto, con i soliti
amici e la solita
passione. Corriamo, la meta è
vicina, ma desideriamo
raggiungerla prima. Acceleriamo! Io, il solito
giocherellone, mi metto alla
guida e mentre sto
capeggiando… Sono in chiesa, come ogni
domenica mattina. Ricevo una
telefonata, così prendo la
macchina e corro. Sono arrivata, c’è tanta
gente lì intorno. Domando… Siamo l’uno
affianco all’altra; io ti guardo,
vorrei parlarti, ma la voce si
spegne in gola. Il tuo corpo
freddo, il tuo solito
corpo ora occupa uno
spazio non tuo. Una scatola di
legno lo racchiude, ma sembra che
tu sia ancora davanti a me dicendomi:
“Mamma esco con la moto” e io ti rispondo “Fa attenzione!”
Alba
a Baghdad Gocce di
rugiada lungo le
strade, fiori di
mandorlo sulla pelle di
un bambino. La luce del
sole entra nelle
case e l’alba rallegra.
Missili
americani lungo le
strade, ferite profonde sulla pelle di
un bambino. La bomba
luminosa entra nelle
case e l’alba
finisce. La grazia delle farfalle danzanti Sconvolge
i tuoi pensieri con
le note dolci e pesanti del
mare del Nord. Disturba
la tua mente 5 con il rumoreggiare fioco della
pioggia di primavera. Annienta
i tuoi pensieri con
la grazia delle farfalle danzanti. Annerisce
la solitudine femminile 10 con il frastuono elegante dei cavalli. E'
il tempo, amore mio, quello
che ogni volta ti
tampona sempre di più, in
quel punto oscuro del tuo corpo 15 dove sembra si svolga tutta la vita, dove
le altisonanti gesta della tua anima si
scontrano con la materialità dei tuoi sensi. Chissà
se un giorno le
sublimi spire del Libeccio 20 saranno in grado di restituirti quello
che lo Scirocco ti ha portato via sotto
il calore del silenzio. |