De umbris idearum

 

 

15 luglio 2011                                                                                                        Piazza San Lorenzo

Fausto Bertinoti a Sezze per un dibattito su Giordano Bruno

De umbris idearum

Venerdì 15 luglio il Presidente Fausto Bertinotti sarà presente  a Sezze dove in piazza San Lorenzo alle ore 18.00 si tiene un interessante dibattito sulla figura di Giordano Bruno, la cui opera " De umbris idearum " ha ispirato 
l'installazione del M° Alessandro Kokocinski dall'omonimo titolo,  presente nella galleria Quincunx a Sezze, di Franco Vitelli. A seguire, alle ore 21.00, si terrà un concerto del M° argentino Hugo Aisemberg, " omaggio ad Astor Piazzola".

Giordano Bruno, al secolo Filippo Bruno (Nola, 1548 – Roma, 17 febbraio 1600), fu un filosofo, scrittore e frate domenicano italiano. Tra i punti chiave della sua concezione filosofica, che fondeva materialismo antico, averroismo, lullismo, neoplatonismo, arti mnemoniche, influssi ebraici e cabalistici, la pluralità dei mondi, l'unità della sostanza, l'infinità dell'universo ed il rifiuto della transustanziazione. Con notevoli prestiti da Nicola Cusano, Giordano Bruno elabora una nuova teologia dove Dio è intelletto creatore e ordinatore di tutto ciò che è in natura, ma egli è nello stesso tempo Natura stessa divinizzata, in un'inscindibile unità panteistica di pensiero e materia. Per queste convinzioni, giudicate eretiche, fu condannato al rogo dall'Inquisizione della Chiesa romana.  

De umbris idearum

Parigi, 1582

Il De umbris idearum, a cui è annessa l'Ars memoriae e di cui è l'introduzione teorica, è un'ampia analisi sulla conoscenza umana e sul valore della filosofia, alla luce della nuova cosmologia nolana. Attraverso due serie di trenta riflessioni - intitolate, rispettivamente, triginta intentiones umbrarum e triginta concepta idearum - viene delineata la "filosofia dell'ombra", ovvero il riconoscimento dello statuto "umbratile" del sapere e della condizione umana. Quella dell'ombra è dunque una metafora suggestiva per descrivere i limiti e le risorse dell'esperienza umana nei confronti della natura universale e della divinità che si cela e si manifesta dietro di essa: proprio come l'ombra fisica, infatti, l'esperienza del mondo è considerata filtro e mediazione rispetto alla visione intellettiva della luce-verità e perciò ne tratteggia i contorni in maniera approssimativa e indefinita. 

La natura, infatti, è per Bruno espressione e immagine di Dio - che ne è l'essenza intrinseca - e come tale la conoscenza non è in grado di rivelare, secondo la concezione neoplatonica, un'immagine della divinità, bensì l'immagine della sua proiezione ed esplicazione nella realtà: dunque le idee dell'uomo non sono riflessi delle idee divine, ma riflessi della loro "proiezione" nel sostrato naturale e, quindi, non a loro volta idee, ma "ombre delle idee" parziali e confuse. All'ombra di questa prospettiva filosofica, la proposta dell'arte della memoria di Bruno è pertanto quella di adottare, in prima persona, un metodo di analisi ed elaborazione del sapere che sappia raccogliere in sintesi la complessità frammentaria del reale, che possa farci acquisire una visione quanto più efficace dell'infinito, portandoci dalla dispersiva condizione "dell'ombra della morte" alla superiore visione "dell'ombra della luce", ovvero all'intuizione dell'impronta unitaria che sostiene e fonda il tutto.