"Dal
litorale ai monti Lepini"
di Attilio Ferrari
I giardini di Ninfa |
Come si arriva a Ninfa? Ci si arriva seguendo la traccia di un sogno, quello che si sta facendo poco prima di svegliarsi in una mattina profumata di primavera. E’
un ricordo ancestrale quello in cui le rovine invase da una rigogliosa
natura ci riportano a tempi in cui l’uomo non si era ancora
completamente distaccato dal suo legame con E’ la storia di tutta l’umanità che pur con tutte le sue opere, grandi e piccole, trova sempre un modo di slegarsi tramite i drammi di cui è capace dalle cose che la legano ad un territorio cui ha dato prima la vita per relegarlo successivamente all’oblio consegnandoci solo i resti a muta testimonianza del fato cui siamo destinati… Guardate o potenti, guardate e disperate… Cosa rimane dell’opera vostra? Solo silenzio…. A nulla valgono le narrazioni storiche o i dati statistici,il mio consiglio è di visitare il sito,i suoi resti e i dintorni; durante la visita si possono acquistare esaurienti testi e cd-rom con la storia e le foto ma io personalmente invito a prendere parte a questo percorso che vuole essere non solo cultura e bellezza,natura e pace ma soprattutto un pellegrinaggio ed un monito. Per tutti noi… Ferrari Attilio |
Lago di Fogliano 2005
1
- Qualche
nozione sulla fotografia digitale Questa
rubrica periodica vuole essere di spunto per chi voglia
intraprendere l’hobby della fotografia digitale e forse un domani
diventare un professionista . Come
tutti i fotografi che hanno coltivato la passione per le foto già
dall’età (ma non tutti…) di 15 anni, ho cominciato con macchine che definire “rudimentali” è dire poco; la mia prima fotocamera era una Comet Bencini con pellicola 6x6! Pian,piano
(…ma sulla scala del progresso molto velocemente!) si è passati al
supporto digitale, il tutto negli ultimi 10 anni; brevemente diremo che
la fotografia analogica (quella della pellicola su rullino) usa
procedimenti fotochimici per fissare l’immagine mentre quella digitale
trasforma la luce (quindi le immagini) tramite un sensore ed un
microcomputer che convertono il segnale in dati che vengono
immagazzinati in una scheda di memoria. Prima:
compra il rullino(e spendi!),scatta e cambia il rullino,portalo da un
fotorivenditore, sviluppo
e stampa (e rispendi!), il risultato era che metà delle foto erano si
visibili ma con errori di vario tipo; e se non conservavi i negativi, la maggior parte andavano
buttati, addio alle ristampe. Dopo:
carica la batteria e vai…! Se
nel display (…a colori…!) la foto è venuta male, la rifai! A
casa scarico la scheda di memoria nel computer e quelle migliori si
possono stampare, oppure (udite,udite!)
vado con un Cd-rom (dove ho salvato le foto), oppure direttamente con la
fotocamera da un un photo-services (fotolaboratorio) digitale, facendo
tutto li! Voi
direte: ma il computer non ce l’ho…
Compratelo di corsa! Il
laboratorio fotografico casalingo di una volta sembrava quello di un
alchimista medioevale in confronto a quello digitale che si può avere
in un computers. Senza
contare che il tutto è molto più facile da usare di quello che sembra,
io ho insegnato a mio padre (che ha 70 anni!) ad usarlo. Ovviamente
se state leggendo il mio sproloquio avete Internet e quindi il computer
ma il discorso vale anche per altri che non lo possiedono. Okkey,
termino questa brevissima introduzione e vi rimando al primo capitolo
dal titolo: Tecnica
della fotografia digitale ovvero: quale fotocamera digitale comprare e
perché.
Grazie e arrivederci dall’Ing. Ferrari Attilio Ing. sta per Ingegnoso! |
Castello di Sermoneta 2006
Lago di Sabaudia 2002
Ed ora che abbiamo rotto il ghiaccio ci aspettiamo dall'Ing. Ferrari altre immagine panoramiche del nostro bellissimo territorio che presenta molti spunti, dal litorale ai monti Lepini, e dopo il lago di Sabaudia (2002), quello di Fogliano (2005) ed il bellissimo servizio dedicato ai giardini di Ninfa (2004) ecco l'affascinante castello di Sermoneta (2006) mentre aspettiamo ancora foto della catena montuosa dei Lepini dominata dal monte Semprevisa che potrebbe essere lo scenario adatto al prossimo lavoro del nostro caro amico, magari fotografata in inverno quando la neve imbianca le cime. |